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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 18.1907

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Mosso, Angelo: Villaggi preistorici di Caldare e Cannatello presso Girtenti
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https://doi.org/10.11588/diglit.9136#0378

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E CANNATELLO PRESSO GIRGENTI

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l'apertura; le pareti sono spesse 15 mm. Per la loro
forma questi grandi vasi rassomigliano ad un tegame
di terra. Le pareti si inclinano all'esterno con un an-
golo di 45°, e sono basse e sporgono dal fondo per l'al-
tezza di 10 a 15 cm. Altri sono semplici piatti o sco-
delle, col bordo svasato. Nella ceramica neolitica sono
frequenti le sporgenze fatte come il capezzolo di una
mammella, od appiattite. Una di queste decorazioni
primitive dei vasi si vede nella fig. 45 B.

Alcune pentole di terra nera hanno forma globosa
e sono grandi ma rotte, e nei frammenti si misura il
diametro di 40 cm.

manca solo il malleolo; un poco discosto vennero
fuori un pezzo di ulna e di radio pure d'uomo, e non
trovai altro che questi due vasi alla distanza di circa
mezzo metro. Queste ossa però bastano per lasciar
credere, come del resto risulta da tutti gli altri fatti,
che a quei tempi non erasi ancora introdotta la cre-
mazione.

I grandi vasi piatti coll'ansa a mezzaluna che
vennero in luce nello scavo della fig. 47, tornammo
a trovarli nella capanna quadrata. Sono identici a
quelli di Caldare, e varii pezzi vennero fuori nella
grande trincea. Nel capitolo XII aggiungerò la descri-

A B
Pig. 46. — Manici di grandi vasi trovati nelle trincee di Cannatello.

Vennero pure in luce alcuni coperchi strani, che
hanno il bordo sporgente piegato in alto a 45°. Due ma-
nici in forma di mezzi anelli sono impiantati orizzon-
talmente sulla superficie inclinata della parete nella
parte interna. Altri manici appartengono a grandi
olle simili a quelle descritte dal prof. Rizzo : ne rap-
presento un pezzo nella fig. 46 A lungo 8 centimetri.

Un manico quadro, che non capii come fosse at-
taccato, è quello della fig. 46 B. Potrebbe anche
essere un pieduccio. ù lungo 95 mm. nella parte
superiore e spesso 35 mm. Patto con terra nera ben
cotta. Le tre sporgenze sono rotte, e con esse attacca-
vasi ad una ceramica di cui non conosciamo la forma.

Nella figura 47 vedesi il luogo dove trovai questo
pezzo di ceramica insieme col manico del vaso rap-
presentato colla fig. 45 A. Tale fotografia la presi nei
primi giorni, e rappresenta il terreno dello scavo dove
aprii la grande trincea della fig. 10, tav. VI. In alto,
dove si vedono alcuni punti neri, sono gli operai che
lavorano presso la capanna quadrata. Nella fig. 47,
dove feci la prima buca trovai una tibia umana cui
Monumenti Antichi — Vol. XVIII.

zione di altri vasi arcaici che trovammo nella grande
trincea.

Risulta da questa ceramica di Cannatello, che
tralascio per brevità di analizzare ulteriormente, che
qui, come a Caldare e in molti luoghi della Sicilia, si
sono sovrapposte le tracce delle popolazioni le quali
vissero nel 1° e 2° periodo, secondo la classificazione
dell'Orsi. È lo stesso popolo che procedendo nella
evoluzione modifica la sua industria, e come abbiamo
veduto cambiare la forma delle tombe, così trasfor-
masi nella lunghezza dei secoli la sua ceramica e
modificasi la struttura delle sue abitazioni. La cera-
mica dei due periodi siculi fu così ampiamente de-
scritta dall'Orsi, e le differenze, riepilogate in un
recente scritto, sono così chiaramente esposte ('), che
poco o nulla vi aggiunsero i miei scavi. Fra la cera-
mica di Stentiuello e Matrensa e questa di Caldare
e Cannatello vi è un salto che non sappiamo come
debba colmarsi. Porse nell'età neolitica Stentiuello e

(!) Orsi, Bullettino paletn. ital., XXIII, p. 73.

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