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IL SARCOFAGO DIPINTO DI HAGHIA TRIADA

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fatti soprannaturali. Dato questo stato episodico e completamente le braccia. Il personaggio dunque non
frammentario della rappresentazione, non vi sarebbe deve agire: egli è là ritto, immobile; sono gli altri
la necessità di cominciare la descrizione da un lato che vengono a lui, e gli apportano doni. Se si tien
piuttosto che da un altro. Ma d' altra parte, riferen- conto della destinazione funebre dell' oggetto decorato,
dosi tutte le scene alla religione dei morti, sarà bene mi sembra non si possa assolutamente esitare a rico-
prender le mosse da quel gruppo di figure che meglio noscere in quella figura una rappresentazione del
delle altre ci dimostrano questo contenuto e questa morto stesso ('). E in tal caso la costruzione che sorge
finalità del monumento. dietro a lui, non può essere che la tomba.

La rappresentazione del morto ritto avanti alla
propria tomba e presente alle sue proprie onoranze,
Le scene della tavola I. è comunissima nei rilievi e nelle pitture sepolcrali

egizie (2). Un esempio ne dà la nostra fig. 3. Come
A destra, su un fondo bianco, una figura umana è il nostro, il morto egizio è ravvolto in lunghe vesti (3)
ritta, volgendo le spalle a un edificio; vicino ad essa è o chiuso già nelle fasce della mummificazione; le sue

Fig. 3. — Pompa funebre egizia.

(Da Erman, Aegypten lì, p. 336).

un albero e una piccola costruzione a foggia di gra-
dinata. Il personaggio ha le carni dipinte in quel
bel rosso bruno che, secondo le convenzioni pittoriche
egizie, così largamente seguite nell'antichità, è ado-
perato per indicare gli uomini, mentre il color bianco
serve a designare le donne. I capelli, neri e crespi,
sono tagliati corti ('), tranne un lungo ricciolo che
scende sulla fronte ; l'occhio, grande, ellittico, è pre-
sentato di prospetto, l'orecchio è segnato con una
linea bianca, il mento e le labbra sono affatto spoglie
di peli. Il corpo è avvolto in un vestito di colore
bianco cosparso di ricciolini di color rosso, e fornito
di ampio bordo giallo segnato da linee rosse.

Tale vestito, stretto aderente al corpo, almeno
nella parte superiore del tronco, racchiude e nasconde

(') Non mi pare, che la linea nera che continua sotto la
nuca, possa essere interpretata come una ciocca di capelli pen-
denti sulle spalle. Si tratta più probabilmente della linea che
segna lungo tutta la parte posteriore il contorno del "corpo.
Nella figura di tibicine della tav. II, vediamo chiaramente, come
il pittore si regolava, quando voleva raffigurare un uomo dai
lunghi capelli.

braccia, come nel nostro, sono immobili e nascoste,
sebbene qualche volta sporgano dalle fasce le mani
che sorreggono degli attributi.

Ma il morto egizio si poteva ben concepire in
piedi; stretto nelle fasce, chiuso nella cassa antro-
poide, cosparso di natro e di aromi che impedivano
la corruzione e la caduta delle parti molli, egli po-
teva realmente esser deposto ritto. Anzi nelle formole
rituali funebri il sacerdote invita gli assistenti a riz-
zare in piedi il sarcofago (4).

(l) Vedi anche appresso p. 61, nota 1.

(") Rosellini, Mon. del culto, tavv. XXXII-XXXV; Mon. civ.
tavv. CXXVII, CXXIX; Lepsius, Denkmàler, III, tav. 35; IV
tavola, 107 etc; Wilkinson, Manners and Customs, III, p. 428
segg. ; De Griineisen, Intorno all'uso egizio di raffigurare i
defunti avanti il loro sepolcro in Arch. Soc. Rom. di St.
Fair., XXIX, p. 229. Quest'uso può forse intendersi come un
simbolo bene augurante a quello che tra gli egizi è il supremo
desiderio del morto, che il suo doppio possa entrare e uscire
liberamente dalla propria tomba. Sulle testimonianze epigra-
fiche di questo augurio, cfr. Erman, Aegyptische Religion,
p. 107. Pierret, Livre des morts. p. 6, 13, etc.

(3) Erman, Aegypten, I, p. 284.

(') Cfr. Virey, Tombeau de Rekhmara, in Mém. de la
Miss. Arch. Frane, au Caire, V, p. 78.
 
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