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1!)

IL SARCOFAGO DIPINTO DI HAGHIA TRIADA

20

mente vesti usate in un tempo anteriore, in quel buon
tempo antico che tutte le religioni additano come mi-
gliore del presente ('). Anche il nostro personaggio
dunque è avvolto in pelli.

Le condizioni climatiche dell' isola di Creta non
ci avrebbero consentito, anche se le tombe fossero
rimaste intatte, di poter verificare l'esistenza o meno
di quest' uso tra gli uomini minoici; ma 1' Egitto ha
reso ai recenti esploratori molti cadaveri rannicchiati
e ravvolti in pelli (2). Sono cadaveri di quegli uomini
che il Flinders Petrie chiamò new race, e che tutto
fa ritenere gente di origine libica, forse perciò affine
ai minoici di Creta (3). Tra gli uomini di Omero
non è più questo l'uso: nei giorni che precedono la
cremazione, il cadavere è avvolto in tela (4).

Una circostanza notevole e non facilmente spie-
gabile è che il morto è rappresentato più piccolo
degli uomini che lo onorano, mentre in tutte le arti
primitive è largamente usato l'ingenuo espediente di
dare una statura maggiore alle figure più importanti
e più degne d'onore (5). Tale convenzione non sembra
del tutto estranea all' arte minoica, anche se non
spinta all'esagerazione: per esempio in un bicchiere
di steatite a figure rilevate di H. Triada la figura

(') Mi dispenso dal portare esempi per le religioni attual-
mente viventi: circa le antiche, v. quello che ha notato l'Erman
per la egizia {Aegypten, II, p. 402: spesso i sacerdoti egizi
indossano una pelle di leopardo). Anche presso i più primitivi
dei popoli attuali, chi compie o partecipa a cerimonie religiose
e funebri è sempre per qualche cosa distinto (tratto, vestito,
maschere, pitture, sonagli) dall'abituale costume; in genere su
questi concetti ; cfr. Monseur, La proscription religieuse de
Vusage recent in Rev. de Vhist. des religions, 1906, p. 299.

(*) De Morgan, Origines de VEgypte, II, p. 134. Anche
Anubis il dio imbalsamatore aveva dapprima protetto i morti, co-
prendoli con una pelle: Lefebure in Proceedings of Bibl. Arch.
Soc, 1893, p. 438 ; Kcinach A. J., VÉgypte préhist., p. 12.

(3) Cfr. su tali questioni Flinders Petrie, Methods and
Aims in Archaeology, p. 163; De Morgan, Origines de VEgypte
II, p. 127; Mackenzie in Brit. School Annual, XII, p. 233;
Capart, Les debuti de l'art en Égypte, p. 276; Halbherr, in
Mon. Lincei, XIII, p. 74 e in Mem. Ist. lombardo, XXI, p. 251;
Savignoni, in Mori. Lincei, XIII, p. 122; Lagrange, Créte
ancienne, p. 136.

(') 2 352; SI 588; p 97, cfr. Helbig, L'epopèe Hom , p. 211.

(5) Non cito esempi dell'arte egizia ed assira, dove tale
convenzione ò comunissima; ma ricordo, che non mancano esempi
anche nell' arte greca posteriore : cfr. per esempio le scene
funebri dei vasi del Dipylon: Perrot-Chipiez, Hist. de V art,
VII, pp. 59, 172, figg. 6, 56 etc; il rilievo sepolcrale arcaico
di Sparta: Furtwilngler, Collection Sabouroff, I, tav. 1; altri
esempi in Rouse, Greek votive offerings, p. 6, ecc.

dell' ava?; è più alta di quella del soldato che sta
innanzi a lui ('). Sicché più difficile mi sembra poter
trovare la ragione di questa singolarità. Si sarà forse
voluto alludere all'età molto giovanile del defunto ?
La mancanza di mustacchi e di barba è argomento
di nessun valore, perchè tutti gli uomini del sarco-
fago son rasi.

La costruzione che sorge dietro al morto è indub-
biamente la sua tomba. Quello che ne appare è una
nobile porta riccamente decorata. Un alto e sottile
stipite colorato in giallo con tratti neri sorregge una
modinatura sporgente, costituita probabilmente da una
gola rovescia segnata con trattini color rosso, e da
larga fascia probabilmente di legno, ornata da doppie
spirali ricorrenti, sopra la quale, alquanto indietro
forse, è il muro nudo a mattoni crudi. Sotto la gola
rovescia si vedono altre due fasce di colore diverso,
ornate pure di spirali, e una delle imposte, bianca,
segnata verticalmente con doppie spirali rosse.

Le forme architettoniche e le decorazioni sono
nettamente minoiche. A mostrarci che non si tratta
della porta decorata di una camera scavata nella rupe,
ma di un vero edificio sepolcrale, quale noi suppo-
nemmo (2), basta, credo, il doppio filare di mattoni
parallelepipedi che formano il supremo fastigio della
costruzione.

Accanto alla figura del morto e alla tomba è un
albero che è assai difficile riconoscere anche all' in-
grosso. Si può dire soltanto, che in altre rappresen-
tazioni minoiche di alberi sacri o connessi con luoghi
religiosi la forma è questa stessa di un tronco esile
con grossi ciuffi tondeggianti di foglie (3).

Anche quest'uso di piantare alberi accanto ai se-
polcri è largamente diffuso. In Egitto la tomba stessa
di Osiride era ombreggiata da un albero sacro; ne
raccolse memoria Plutarco (4) ed è rappresentata in
una tomba di Hau della XIT dinastia riprodotta nella
nostra figura 6. Siili' albero è il sacro uccello Bennu
con la scritta « anima di Osiride » (5). E come la

(') Rend. Lincei, XII, p. 324.
(3) Cfr. p. 16.

(3) Cfr. specialmente le gemme con scene religiose, Fritze,
Mykenische Goldringe, in Strena Ilelbigiana, p. 73; Milani,
in Studii e Materiali, II, p. 11, figg. 116 e 117.

(4) Flutarch., De Iside, 20.

(5) Wilkinson Bircli, Manners and Customs, III, 349 ;
Erman, Aegypten, II, 368.
 
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