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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 19.1908

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Paribeni, Roberto: Il sarcofago dipinto di Haghia Triada
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https://doi.org/10.11588/diglit.9316#0017

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IL SARCOFAGO DIPINTO DI HAGHIA TRIADA

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tomba di Osiride, modello di tutti i morti, così molte
altre tombe sono raffigurate con degli alberi accanto (')•
Similmente alberi e boschetti ornano spesso i sepolcri
tra i popoli classici del Mediterraneo (*). Innanzi all'al-
bero è una specie di podio a gradinata di perfetta
costruzione isodomica evidentemente a mattoni crudi,
quali vediamo riprodotti spesso in monumenti cretesi,
speciamente quando si vogliono rappresentare costru-
zioni di carattere sacro (3). Il podio ha certo relazione
con la tomba, e poteva forse servire per deporvi le
offerte come più volte si vede nei monumenti egizi (4).

Pig. 6. — La tomba di Osiride.

(Da Wilkinsen, Biroh III, p. 319).

Comincia poi su un fondo turchino il corteo degli
offerenti; apre la serie una figura d'uomo colorito al
solito in rosso bruno con capelli neri ricciuti, un cui
ricciolo scende presso l'orecchio grande segnato da
una linea gialla ; l'occhio molto grande è di prospetto,
il torso e le braccia sono nude, e queste sorreggono l'of-
ferta. Intorno al collo è una sottile striscia bianca, una
collana che occorre pensare d'argento, per quanto l'ar-
gento non sia abbondantissimo in Creta e a Micene (5).

(') Rosellini, Mon. del culto, tav. XXVII, v. testo, p. 176,
Mon. civili, tav. CXXVII-CXXXV.

(2) Cfr. gli esempi raccolti da Rohde, Psyche, P, p. 230.

(3) Cfr. per esempio gli edifici sacri figurati in affreschi
di Knossos: Evans, Brìi. Sch. Annual, X, p. 42, fig. 14; l'altare
in un frammento di pisside in steatite della stessa provenienza:
Evans, Tree and Pillar Cult, in Journal Hell. St., 1901, p. 103,
fig. 2. Una comparazione più lontana, ma da non trascurarsi
offrono gli altari etruschi delle pitture di Cerveteri : Martha,
L'art etrusque, tav. IV.

(*) Cfr. le grandi raccolte del Rosellini, del Lepsius, passim.
(5) V. sulla scarsezza dell'argento specialmente in con-

e dietro le spalle si vedono due svolazzi rossastri,
simili a quelli assai meglio conservati delle figure
che seguono. Credo che quegli svolazzi accennino a
una sottile sciarpa, che, passando innanzi al petto,
scenda libera dietro le spalle. La parte che passa
sopra il torso non si vede, perchè rossa come il colore
della pelle nuda.

Il vestito di quest'uomo, identico a quello dei due
che lo seguono, è, come quello del morto, in pelle bianca
con ciuffetti di pelo nero, e consiste in una specie di
grembiule lungo fin quasi al malleolo, tagliato ton-
deggiante sul davanti, e terminato dietro da un'appen-
dice a punta simile quasi a una piccola coda. Il
grembiule è stretto intorno alla vita, esageratamente
sottile come sempre nella moda minoica, e forse è
in qualche modo attaccato alla cintura bianca posta
alquanto più in alto : la cosa non è però chiara, perchè
tra la cintura, e il grembiule appare per un tratto
la pelle nuda (').

La piccola appendice caudiforme non mi pare,
possa essere la vera coda dell'animale da cui è tratta
la pelle. Se così fosse, essendo sempre il ventre la
parte che si apre per iscuoiare un animale, ne ver-
rebbe che il grembiule sarebbe aperto sul davanti :
cosa contraria a quello che è lo scopo precipuo del
vestito, e che sembra opporsi all'aspetto che il grem-
biule stesso ha sulla nostra pittura. Del resto questa
appendice a coda appare anche in altri vestiti minoici
di forme tali, che non permettono di credere a una
vera coda : per esempio nella veste sottoposta alla
corazza in una figura di un sigillo di H. Triada (2),
nei vasi di steatite del palazzo stesso (3), in una pit-
tura vascolare di Tirinto (4), in una gemma (5), ecc.

Non è improbabile però, che la forma di coda
segni un ricordo di età primitive, quando gli uomini

fronto dell'oro: Tsundas-Manatt, Myc. Age,\>. 223; Ridgeway,
Early Age of Greece, p. 11. Una vera singolarità costituiscono
i pugnali d'argento di Kumasa pubblicati dal Mosso in Mem.
dei Lincei, CI. Se. Morali, serie V, voi. XII, p. 490. Anche
in Egitto del resto l'argento fu, almeno per un certo tempo,
più raro e più pregiato dell'oro (Erman, Aegypten, II, p. CU).

(') Tutti questi particolari si osservano meglio nelle due
figure che seguono.

(2; Halbherr, in Mon. Lincei, XIII, p. 41.

(') Halbherr, ibid., p. 19 e in Mem. R. Ist. Lombardo, XXI,
p. 240, fig. 3; Savignoni, in Mon. Lincei, XIII, p. 108.

(4) Schliemann, Tiryns, tav. XIV, p. 110; Helbig, Ilom.
Epos*, p. 196, fig. 51.

(6) Perrot-Chipiez, /list, de VArt, VI, fig. 428, n. 8.
 
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