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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 19.1908

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Paribeni, Roberto: Il sarcofago dipinto di Haghia Triada
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https://doi.org/10.11588/diglit.9316#0020

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IL SARCOFAGO DIPINTO DI HAGHIA TRIADA

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si trova forse possibile quello che a prima giunta non
appare tale. Naturalmente queste barche così piccole
servivano per il diporto o per la pesca di una sola
persona : e il viaggio della morte si deve pure com-
piere da soli. In ogni modo se proprio non un oggetto
reale, certo un simulacro di grandi dimensioni è qui
offerto al morto.

Per quel che riguarda la sua forma, la prora alta
e slanciata, la forte curvatura della carena e la poca
larghezza, come tornano spesso nelle rappresentazioni
della navi egizie ('), così si incontrano anche nelle
rappresentazioni di navi preistoriche egee (2).

Seguono nel sarcofago due figure molto simili di gio-
vani uomini vestiti, come quello che precede, di grem-
biule di pelle a coda, e con la sciarpa che svolazza
dietro le spalle. Al primo manca il capo. Nelle braccia
sorreggono due animali, il primo a mantello bianco con
macchie nere, il secondo a mantello bianco gialliccio
con macchie di color giallo più scuro che vorrà si-
gnificare il biondo. Al primo animale manca comple-
tamente, al secondo in gran parte, il capo. Tuttavia
dal colore del pelame, dalle gambe corte e grosse,
dal piede fesso, dalla lunga coda cilindrica terminata
a flocco, si riconoscono abbastanza sicuramente due
vitelli.

Anche questo genere di offerte si trova ripetuto
molte volte nei rilievi funebri egizi in forma si-
mile, sebbene ordinariamente con maggior rispetto alla
possibilità delle forze umane. Infatti capre, antilopi,
oche, sono portate sulle braccia; i vitelli, rappresen-
tati in età tenera, spesso con la lingua di fuori in
atto di leccarsi il muso, son portati sulle spalle (3),
in quel modo che più tardi useranno, a portare i
loro animali, i kriophori e i moschophori greci e
il pastor bonus cristiano. Inoltre con molto senso
di verità i portatori sono sempre presentati in atto
di tenere strette nelle mani le zampe o le ali degli
animali, perchè questi non si agitino e non tentino
di fuggire. Non così invece i nostri offerenti : essi so-
stengono i pesanti animali, solo tenendo la palma
della destra aperta sotto il loro ventre; la sinistra,

(') Erman, Aerjypten, II, p. 432, 637 seg.; Rosellini, Moti.
Civ., tavv. CIV-CX. Uno dei nomi egizi di barca è ìw = lunga.

(*) Evans in Brit. School Annual, XI, p. 13 ; Dussaud in
Rev. de VÉcol. d'Anthrop. de Paris, 1906, p. 127.

(3) Cfr. le grandi raccolte del Rosellini, dui Lepsius passim.

come appare chiaramente dalla seconda figura meglio
visibile, è sollevata e aperta in quell'atto apotropaico
e venerabondo ad un tempo, che, comune a molte arti
religiose, vediamo adoperato anche nella Creta mi-
noica (').

Inoltre gli animali non sono rappresentati con le
gambe e la coda penzoloni, come natura vorrebbe;
ma, ritto il capo e la coda, con le gambe tese nel-
l'attitudine del galoppo. La genesi di questa man-
canza contro la naturalezza apparirà chiara a chi
confronti le due figure qui apposte (figg. 7-8). La prima

Fig. 7. — Uno dei torelli di tav. I.

è uno dei nostri torelli tolto dalle braccia del por-
tatore, l'altra è il toro slanciato a furioso galoppo con
la coda ritta e la testa gettata all'indietro dell'affresco
di Tirinto. Evidentemente il pittore non ha saputo
staccarsi da quel tipo di toro galoppante, che segna
veramente una delle più belle conquiste dell'arte mi-
noica, e che, come motivo favorito, ci è ripetuto già
da molti monumenti di pittura, di rilievo e di glit-
tica (2).

Il secondo portatore reca al polso destro un brac-
cialetto segnato con color bianco. I braccialetti sono

(■) Evans in Brit. School Annual, Vili, p. 99, fig. 56.
Cfr. il pendaglio d'oro di H. Triada, Mon. Lincei, XIV, p. 738.

(a) Per le pitture v. Schliemann, Tiryna ed. ingl. 1886,
p. 296, tav. XIII; Evans, The palace of Knossos in Brit.
School Annual, VI, p. 12: VII, p. 9-1. Per i rilievi: Evans,
1. e, VI, p. 51 ; cfr. un' osservazione di Mosso in Escursioni
nel Mediterraneo, p. 185; Perrot-Chipiez, Hist. de VArt., VI,
p. 786; Rendic. Lincei, XII, p. 331. Per la glittica: Milani in
Studi e Materiali, II, p. 31 ; Hogarth in Journ. fieli. St.,XXU,
p. 76, sigilli mi. 96-98; Halbherr in Mon. Lincei, XIII, p. 38,
sigillo n. 23; Mosso, Escursioni nel Mediterraneo, p. 180.
 
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