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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 19.1908

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Paribeni, Roberto: Il sarcofago dipinto di Haghia Triada
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https://doi.org/10.11588/diglit.9316#0023

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IL SARCOFAGO DIPINTO DI HAGHIA TRIADA

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calmente sull'orlo, è colorito di turchiniccio con delle
strisce gialle, e dei raggi neri che partono dal fondo.
Non può pensarsi ad altro, se non ad un vaso d'ar-
gento grande con zone all'agemina in oro: il colore
turchino si accosta abbastanza bene allo splendore
metallico dell'argento ('): e quanto all'intarsio inoro,
il mondo preellenico ce ne ha ormai restituiti non
pochi esempì (2). Anche il grande « rhyton » che porta
il coppiere di Knossos è di argento e d'oro (3) e così
pure i vasi offerti dai Keftiu o tributari dell'Egeo
nei rilievi delle tombe di Rekhmara e di Sen Mut (4).

Ci si potrebbe far la difficoltà, che l'argento,
come già dicemmo, è piuttosto raro nel mondo mi-
noico e miceneo, e che finora non si sono mai avuti
travamenti di grandi vasi di tal genere. Ma occorre
non dimenticare, che i palazzi minoici sono caduti
miseramente tra il fuoco o il saccheggio, che le tombe
sono state quasi tutte violate, e che non vi è perciò
da meravigliarsi della scarsezza dei vasi di metallo
prezioso. Se poi l'argento aveva come in Egitto (5)
maggior valore dell'oro, tanto più avidamente doveva
esser ricercato dai saccheggiatori.

Nel grande cratere, una donna, protendendo le
braccia, versa un liquido rosso da un vaso conico
variopinto con due anse impostate sull' orlo, vaso che
meglio d'ogni altra forma richiama quella della si-
tala. Il Ghirardini, nei suoi studi sulla situla italica,
richiamò giustamente come prototipo un bel vaso
metallico multicolore con coperchio sormontato da una
testa di capro, che è rappresentato nella tomba di

(') Così è anche segnato l'argento dei gioielli portati dalla
figura del coppiere di Knossos. Evans in Brit. School Annual,
VI, p. 14.

(*) Pugnali di Micene: Perrot-Chipiez, Hist. de l'Art, VI,
tav. XVII-XIX. Spade di Knossos : Evans, Prehist. tombs,
pp. 56, 62; di Phaestos: Savignoni in Mon. Lincei, XIV, p. 535.
Tali lavori si può ritenere che fossero compiuti nel bacino
stesso dell'Egeo (Ridgewa}r, Early Age, I, p. 275; Tsundas
Manatt, Myc. Age, pp. 219, 231). Non è però a dimenticare,
che maestri d'ogni sorta d'intarsi sono stati, sin da remotis-
sima età, gli Egizi.

(3) Evans in Brit. School Annual, VI, p. 16.

(4) Vedi le riproduzioni a colori in Wilkinson Birch, Man-
ners and customs; Prisse d'Avennes, Ilist. de VArt Égiptien,
Art industriel, 9, 2. Sulla identificazione dei Keftiu con gli
uomini di civiltà minoica proposta dallo Hall (Brit. School
Annual, Vili, p. 157 e X, p. 154) convengono il Burrows,
Discoveries in Crete, p. 93; il Breasted, Ilistory of Egypt,
pp. 261, 338.

(6) Erman, Aegypten, II, p. 611.

Monumenti Antichi — Vol. XIX.

Rekhmara tra i doni dei Keftiu ('). A quella forma è
certamente da riferirsi come parallela la nostra (vedi la
precedente nota 4 a pag. 33).

Anche questo vaso si deve intendere costituito di
metalli diversi, forse argento, oro, rame. I colori dati
sono troppi e troppo vari, ma questo è probabilmente
da spiegarsi come una licenza del pittore, desideroso
di far apparire bella e splendente la suppellettile che
serviva al rito da lui rappresentato. Nè una tale licenza
manca di analogie ; non solo infatti ugualmente capric-
ciosi sono i colori che il pittore della tomba di Rekh-
mara ha dato ai vasi dei Keftiu (2), ma anche il divino
Omero parla di oggetti intarsiati d'oro e d'argento, e
li confronta con cose simili a un fior di giacinto (3).

La donna che versa il liquido, ha un grembiule
di pelle vellosa simile a quello dei già descritti por-
tatori di offerte (pag. 22); il torso però non è nudo
come negli uomini, ma chiuso in un farsetto bianco
a brevi maniche, segnato da larghe fasce turchine
di orlo allo scollo, sulle maniche, alla vita, e obli-
quamente attraverso al torace. Un farsetto simile,
ugualmente orlato e a mezze maniche, aperto però
sul petto, portano le figure femminili di porcellana di
Knossos (4). Dietro la spalla destra si vede un lembo
di quella sciarpa sottile che osservammo già nelle
figure degli offerenti (pag. 22).

I capelli neri scendono dietro le spalle, divisi in
più treccioline : un piccolo tratto colorito in giallo
dietro la nuca forse vuol significare la testa d'uno
spillone d'oro. Parecchie figure di donne minoiche,
specialmente se rappresentate in relazione al culto,
portano i capelli così acconciati (5).

(') Mon. Lincei, II, p. 53.
C) V. p. 33, nota 4.
(«) £-229-285.

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Té%i'ì]v nccvxoirjv, %a(>lEVZct Si SQya reXsisi,

ù>g uga Tù> xatéxsvE %viqiv xecpakrj re xal &fxoig.

(*) Evans in Brit. School Annual, IX, p. 75, figg. 54 e 57.

(5) Cfr. le statuine in porcellana di Knossos citate nella
nota precedente ; le figurine di adoratrici in terracotta trovate
nel palazzo di Haghia Triada {Mon. Lincei, XIV, p. 739); la
figurina di donna presso un santuario in un affresco di Knossos:
Evans, Journ. ffell. Stud. 1901, tav. V.

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