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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 19.1908

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Paribeni, Roberto: Il sarcofago dipinto di Haghia Triada
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https://doi.org/10.11588/diglit.9316#0028

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IL SARCOFAGO DIPINTO DI HAGHIA TRIADA

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popolazioni diverse di luogo e di tempo si sono accor-
date a darglielo.

Appresso all'altare con i corni di consecrazione,
su una base di muratura dipinta a rettangoli bianchi
e rossi, si eleva un'asta a forma di guglia di color
roseo che sorregge la doppia ascia d'oro e l'uccello
nero, come nell' altra faccia del sarcofago. Viene
appresso un podio simile per forma e per decora-
zione all'altare dei corni, ma più basso, destinato a
ricevere le offerte. Difatti avanti ad esso è una figura
di donna, che, avendo deposto un vaso a foggia di ba-
cinella, che potrebbe anche essere un cestino, vi tiene
sopra le mani. Vicino, non si sa come sorretta, è una
elegante ampolla con stretto collo, lungo becco obliquo,
graziosa ausa incurvata, ventre tondeggiante, proba-
bilmente poco alta (il fondo manca per caduta di una
lunga striscia di intonaco). La forma del vaso somiglia
più che altro a quella di una oinochoe ad alto collo ;
non sembra molto antica, nè molto rappresentata nel
materiale cretese. Ricordo il collo di un vaso submi-
ceneo di H. Triada('), e una oinochoe d'argento della
tomba IV dell'acropoli di Micene (2).

Più singolare ancora è il suo colore, fondo bianco
con fascia rossa al collo e linee curve gialle e nere
sul ventre.

Sopra il podio, all'altezza del capo della figura
di donna offerente, è un cesto a due manichi di forma
tronco-conica, contenente oggetti sferici di vario colore,
frutta probabilmente. Anche per questo particolare
troviamo dei riscontri assolutamente perfetti nelle
scene egizie di offerte alla tomba. Come mostra la
fig. 12, il vaso o cesto della stessa forma cogli stessi
oggetti globosi è ugualmente sospeso, non si sa bene
a che cosa, avanti la figura dell'offerente. A Tirinto
tra le terrecotte votive fu pur trovato un oggetto a
forma di piatto con delle pallottole sopra (4).

La figura di donna è vestita e acconciata come
l'altra sacerdotessa del lato opposto del sarcofago,
farsetto bianco con mezze maniche, orlato con fascie
gialle, grembiule di pelle bianca con ciuffetti di pelo

(') Mon. Lincei, XIV, p. 689, fig. 6.

(") Schliemann, Mycènes, p. 325, fig. 353.

(3) In talune iscrizioni egizie il contenuto del vaso è dato
come uva: Scliiaparelli, II libro dei funerali in Mem. Lincei,
ci. se. mor., serie IV, voi. 7, ». 1890, pp. 289, 294.

(*) Schliemann, Tiryns, ediz. ingl. 1886, p. 143.

rosso, ago crinale d'oro all'occipite, e trecce nere che
scendono per le spalle.

Dietro la sacerdotessa, su una specie di banco o
tavolo con robusti piedi torniti, campaniformi in alto('),
è disteso un bue. I quattro suoi piedi sono legati in
un fascio con lacci di color rosso, che si incrociano
poi sul dorso. L'animale abbandona la testa dai grandi
occhi spauriti nello spasimo di morte, mentre dalla
gola di lui esce a fiotti il sangue, raccogliendosi in
una situla deposta in terra. È un bue a grandi corna,

Fio. 12. — Offerte alla tomba.
(Da Rosellini, Mon. del Culto, tav. LX).

della specie continuamente rappresentata nei monu-
menti minoici, e che non esiste ora più nell'isola e
nel continente greco.

Il modo di abbattere il toro, legandogli in fascio i
quattro piedi, è identico a quello in uso in Egitto.
Il sacrifizio del toro comincia a entrare nella decora-
zione delle tombe egizie alla fine della IV dinastia,
e diventa sempre più comune nelle successive (2).
Anzi ci sono anche degli amuleti in figura di bue
abbattuto e con le quattro zampe legate, amuleti che,

(') La stessa forma è data ai piedi di una tavola di offerta
in un sigillo del palazzo di H. Triada: Halbherr, Mon. Lincei,
XIII, p. 42, fig. 36.

(a) Ainelineau, Sepulture et funerailles dans V ancienne
Eijypte, in Annales du Musée Guimet, XXIX, pp. 396-398;
cfr. molti esempì raccolti da Wilkinson Birch, Manners and
Customs, II, p. 458; Erman, Aegypten, II, p. 435, nota; inoltre
Rosellini, Lepsius, in quasi tutte le scene funebri.
 
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