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59

IL SARCOFAGO DIPINTO DI HAGHIA TRIADA

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Grecia omerica l'auriga, per quanto godesse alto con-
cetto, era pur sempre il secondo della coppia, e non
mai il primo, come pare sia stato considerato presso
altri popoli ('). Chi sia l'altra figura, e che cosa vo-
glia significare l'intera scena, non saprei dire con cer-
tezza. Non credo debbansi in essa ricercare simboli
relativi ai viaggi del morto ; piuttosto, o la biga con
i cavalli è una delle cose offerte alla tomba (2) oppure,
data la rarità e il pregio dei carri e dei cavalli, che
circa a quel tempo cominciavano a introdursi in Creta,
può darsi, che il pittore abbia voluto rappresentare
sull'urna quello che era segno ed esponente evidentis-
simo di ricchezza e di fasto, a ricordo della grandezza
e della potenza del morto, e ad augurio, che gli si rin-
novassero nell'altra vita i piaceri goduti quaggiù (3).

Un senso simbolico ha invece evidentemente la
scena rappresentata nell'altro lato breve del sarcofago.
Sopra un carro simile al precedente sono pure due
figure, di cui regge le redini la esteriore, una donna
vestita in abito talare e con berretto piatto simile
alla precedente. La biga non è tratta però da animali
reali, ma da mostri fantastici, al disopra dei quali
svolazza un uccello. I due mostri si riconoscono per
due grifi: banno zampe alte e corpo lungo e sottile
simile al canino più che al leonino. Alle spalle an-
teriori sono attaccate ampie ali variopinte, aperte e
dirette in alto. La testa degli animali assai piccola
termina col caratteristico becco, ed è sormontata da
un grande pennacchio, quale potevamo attenderci, per
analogia con le figure dei cavalli egizi e asiatici, nei
corsieri dell'altra biga.

Il grifone appartiene al novero di quei mostri en-
trati nel dominio dell'arte minoica dall'oriente piut-
tosto che dal sud. La Caldea dove è nato e rimasto
il tipo dell'aquila leontocefala (4) ha probabilmente

(l) P. es. tra i Britanni Tac. Agricola, 12.

(a) Esempi di questo genere di offerte si hanno in tombe
egizie, cfr. Wilkinson Birch, Manners and Customs, III, tav. 66.
Ci sarebbe però da osservare, che le bighe offerte sono tratte,
non montate.

(3) Bighe tratte da cavalli riccamente bardati si osservano
in sarcofagi d'età posteriore trovati a Cipro, e anche in essi a
queste scene di carri e di cortei, che sembrano tratte dalla vita
reale, si alternano simboli religiosi e figure divine; vedi Perrot
Chipiez, Flist. de Vart, III, p. 607 seg.

(*) Vedine un bello e antichissimo esempio nel vaso d'ar-
gento di Tello : Heuzey e De Sarzec, Decouvertes en Chaldée,

creato anche quello del leone aetocefalo o del grifone
che nell'arte assira si incontra di frequente ('), men-
tre è piuttosto raro in Egitto (2).

Neil' Egeo preellenico il grifone è stato accolto con
un certo favore (:f) : quale determinato valore sacro o
simbolico questo animale fantastico abbia avuto nella
religione di quella civiltà, è difficile dichiarare: è
certo però, che esso rientra nelle pitture che hanno
relazione con la morte e con la trasmigrazione delle
anime. Delle pochissime, che ne conosciamo, la no-
stra, la lamax dipinta di Palaekastro (4) e un'altra
di Milatos (5) presentano il grifone: quasi tutte cioè,
specialmente se si tenga conto, che le larnakes del
sepolcreto di Knossos sono sì mal conservate, da non
mostrare che piccolissima parte delle loro pitture, e
delle altre trovate a Creta la grande maggioranza pre-
senta semplicemente decorazione geometrica o più sem-
plicemente ancora nessuna decorazione.

I due personaggi adunque montati sulla biga non
compiono un viaggio terrestre, ma un viaggio miste-
rioso e soprannaturale: i grifoni, animali, che nessuno
ha mai visti, ma che si aggirano intorno alle scene
di morte, li traggono a lento passo al mondo di là.
Uno dei due viaggiatori è dunque morto, e il pittore
mi sembra abbia dimostrato chiaramente di volerlo
presentare per tale. La più interna delle due ligure
è chiusa infatti e avvolta nel vestito che stringe e

tav. 43 bis; o nella stele del Louvre: Heuzey, in Jl/on. Plot,
I, tav. II; cfr. Maspero, Hist. des peuples de VOrient class.,
p. 541.

(') Cfr. Menant, Glyptique orientale, II, figg. 5, 7, 15;
Perrot Chipiez, Risi, de Vart, II, p. 583 ecc.

(a) Due esemplari non del tutto chiari si hanno di età
predinastica (Capart, Les debuts de l'art, p. 185) altri rari
esempì si trovano nelle rappresentanze di caccie della XVIII-
XX dinastia, dove ad animali reali si mescolano mostri fan-
tastici; Wilkinson Birch, Manners and Customs, I, p. 93; III,
p. 312. Il Perrot (Ilist. de Vart, VI, p. 831) crede, che il
grifone miceneo venga direttamente dall'Egitto, e non dalla
Mesopotamia, dove questo mostro « a toujours sur la nuque
une aréte formée de plumes raides, dressées en l'air »> che
manca nelle rappresentazioni micenee. I nostri grifoni presen-
tano invece anche questa caratteristica.

(3) Vedine esempì in Schliemann, Mycénes, figg. 261, 272;
Evans in Brit. Sch. Ann., VI, p. 40 e in Journ. of Iteli. Stud.,
1901, p. 158, fig. 36; Milani in Stadi e materiali, II, figg. 106
e 107, etc.

(4) Bosanquet in Brit. Sch. Ann., Vili, p. 293; Savignoni
in Mon. Line, XIV, p. 571.

(*) Evans, l'ree and pillar cult in Journ. of. Neil. Stud.
1901, p. 174, fig. 50; Milani, Stud. e mat., II, p. 90, fig. 125.
 
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