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IL SARCOFAGO DIPINTO DI HAGHIA TRIADA

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vicina alla figura della guidatrice del carro con i minoica. Il pittore del nostro sarcofago non era certo
grifoni (fig. 20). il migliore, che trattasse allora in Creta l'arte dei

Le vesti che le figure indossano, sono semplici e colori, o per lo meno non è stato questo il suo la-
serie: le une, dei personaggi che partecipano più diret- voro più accurato e più felice; manca lo studio amo-
tamente alle sacre cerimonie, di pelli, così come il rito roso dei particolari, la diligente e armoniosa uguaglianza
prescriveva, le altre, dei personaggi secondari, appaiono del tratto. Le sue negligenze nelle parti ornamentali
esser tutte di un modello, sì per gli uomini che per furono già da noi rilevate, così pure possiamo notare,
le donne, lunghe fino ai piedi o fino ai ginocchi (nella come vicino a figure graziose e ben disegnate quali,
figura dell'auleta) e di un solo colore tranne delle la portatrice di secchie o il citaredo, si trovano altre
bande ornamentali. Mancano affatto gli sfarzosi e fa- riuscite male, come per esempio il portatore della
stosi vestiti a molti colori o ricchi di pieghe e di barca con la testa troppo grande e la statura troppo
volani, o sapientemente procaci, come i farsetti delle piccola.

dee coi serpenti di Knossos. Se noi possedessimo un Evidentemente una lunga elaborazione artistica

deve aver preceduto questa pittura, che pure è tra le
antichissime scoperte nel Mediterraneo. Nella sfarzosa
decorazione dei palazzi e delle suppellettili gran nu-
mero di pitture aveva eseguito già l'arte minoica,
quando un dignitario di corte o un parente dell'ava?
di H. Triada fu composto nella nostra /a^va? tra i
lamentevoli treni dei suoi. E da lungo tempo una
tradizione artistica aveva fissato certe norme e certi
tipi, cui erano educati anche artisti di non grande le-
vatura, che per lunga pratica sapevano condurre il
pennello celeremente e alla brava. E la prova indu-
bitabile di questa asserzione si ha nella ripetizione
di questa identica scena sulla decorazione di una
parete di H. Triada stessa (fig. 21-23) (')•

E questo ci spiega, perchè il nostro pittore non
maggior numero di documenti sulla storia del costume ci dà affatto l'impressione di un primitivo ; nessuna
minoico e sulla durata delle mode diverse (') potremmo ingenuità, nessun tratto che riveli il tentativo di un
forse asserire con più sicurezza quello che ora ci si principiante: è un'arte adulta la sua. che sa quel
presenta come un'ipotesi probabile, cioè che tutte clie vuole, un'arte non solo non incipiente, ma nep-
queste vesti così serie o così primitive siano ri- Pure giovane, sarei per dire, un'arte smaliziata che
chieste dalla lugubre circostanza, in cui le vediamo nella rappresentazione di una solenne e mesta ceri-
indossate. _

Poche considerazioni ora sul valore artistico del
nostro sarcofago. Dobbiamo senza dubbio riconoscere W Da una fossa di sa™io aPerta sul Peudio del colle tra

la nostra tomba e il palazzo si ebbero alcuni frammenti di un
di non aver innanzi a noi un capolavoro; ma ad un intonaco assai spesso e che alle ineguaglianze della superficie
tempo nessun altro monumento potrebbe meglio atte- posteriore dimostrava di aver ricoperto le pietre di un muro.

, • t t . -,, . ■ , ... Nei frammenti riprodotti a fi". 21-23 sono rappresentati ancora

starci la gloriosa altezza cui era giunta la pittura .. ., . . • ■.. ■ , ,. . .„.

° ° r il citaredo e il tibicine. L ufficio di portare le secchie è attri-

__ buito questa volta a un uomo e non a una donna. Si hanno

poi dei frammenti con dipinti di più piccole dimensioni, nel

per figure di egizii, e non solo per il barbaro della nostra più grande dei quali è una figura muliebre seguita da due

fig. 10 cfr. ad es. Amelineau, Sepulture et funerailles in An- cervidi; nel più piccolo è ancora traccia di un portatore odi

nales du Musée Guimet, XXIX, tav. 42. una portatrice di secchio con la bigola. Il prof. Halbherr mi

(') Sulla notevole varietà e molteplicità delle foggie di ha permesso gentilmente di dare qui in nero i frammenti che

vestiario dell'età minoica cfr. Hall, Oldest Civilisation, p. 278; saranno poi in un volume di prossima pubblicazione su Haghia

Burows, Discoveries iti Crete, p. 32. Triada riprodotti a colori dal disegno originale dello Stefani.

Fiq. 20. — La guidatrice del carro di tav. III.
 
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