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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 19.1908

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Orsi, Paolo: Nuove antichità di Gela
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https://doi.org/10.11588/diglit.9316#0054

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NUOVE ANTICHITÀ DI GELA

È trascorso poco più di un anno dalla pubblica-
zione del mio ponderoso volume su: Gela. Scavi
1900-1905 (Monum. Antichi dei Lincei, voi. XVII),
e già nuove scoperte incalzano e si aggiungono alle
precedenti. Un suolo generoso, che si crede e si dice
sempre esaurito, nuove e gradite rivelazioni quasi quo-
tidianamente prepara allo studioso.

Per la topografìa, così deticente, della città, per
l'architettura e la coroplastica sono di grande signi-
ficato le scoperte in contrada Molino a Vento delle
fondazioni quasi complete di un tempio arcaicissimo ('),
con numerose terrecotte architettoniche, frantumate
più che frammentate bensì, ma raccolte in tal copia,
da confermare ai Gelesi antichi la fama d'industri
fabbricanti di placche architettoniche figurate. Ma
non basta. Il frontone orientale del santuario era de-
corato di una composizione figurale fittile di grandi
dimensioni, di cui la campagna di quest'anno (1907-
1908) ci ha restituito taluni frammenti, così mutili
ma pur così belli nella loro smagliante policromia,
da far diminuire il rimpianto per lo stato ruinoso in
cui ci sono pervenuti, forse per colpa degli antichi
stessi, che raserò al suolo il tempio, per ricostruirlo
un centinaio di metri più ad oriente. Gli acroteri del

(') Cenno preliminare in Notizie 1897, p. 38 e segg.
Monumenti Antichi — Vol. XIX.

tempio erano adorni di Gorgoneia cosi colossali, di cui
non si aveva sin qui esempio, ed anche di codesti,
accanto a frammenti minori, si ricuperò un avanzo
veramente insigne. Per tali fatti l'arcaica arte sice-
liota ci si disvela, sia pure in modo incompleto, sotto
un aspetto al tutto nuovo.

Ma come per lo passato le offese maggiori ai mo-
numenti e soprattutto alle necropoli di Gela vennero
dagli scavatori di frodo, peste e rovina d'ogni antica
città, così adesso, malgrado le recenti disposizioni di
legge, malgrado le persecuzioni della polizia ed i pro-
cessi, sempre riusciti in vano per benevolenza di ma-
gistrati e per blandizie del codice, la incorreggibile
genia dei TVfifiagvxoi, cacciata dalla città, dove più
facile è la vigilanza, si è buttata nelle deserte e de-
solate campagne di oriente, sfidando malaria e disagi,
e saccheggiando alla lesta quanto più poteva. Ciò che
io pubblico in questo articolo non è che una parte,
nè so se la migliore, di ciò che una banda seppe
scoprire nell'ultimo triènnio. Materiale acquistato di
seconda mano dal Museo ed a lauto prezzo, senza che
si potesse appurare, tranne per qualche pezzo, il pre-
ciso luogo di origine, gelosamente tenuto secreto. In
tesi generale si può però ritenere come sicura la pro-
venienza dalle contrade ad oriente della città, dove
esistevano villaggi e fattorie ancora non affatto ten-

G*
 
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