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rappresentazione sotto il manico (fig. 9). 11 piede del
vaso non è sagomato a tondino, ma sgusciato. Mentre
la decorazione delle spalle ricorda ancora lo stile nero,
la forma del vaso e la decorazione laterale alludono
ad una fase piuttosto progredita dello stile rosso se-
vero ('). Ma ciò che costituisce il pregio di gran lunga
maggiore del vaso si è la firma nuova dell'artista, e
la rappresentanza sul corpo, tutto nero sino alla stroz-
zatura del piede, conterminata in alto da una linea
spezzata con punti angolari, ed in basso da una linea
rossa e da due pavonazze. Debbo premettere che delle
tre figure componenti la scena, appena la prima a
sinistra è in stato di conservazione se non ottima,
buona, riconoscendosi oltre che il contorno della figura
i particolari interni ; invece di quelle di centro e di
destra è rimasto poco più della silhouette con qual-
che traccia della chioma e del panneggio. In ogni
modo quanto più si è potuto ritrarre venne colla mag-
gior fedeltà riprodotto nella tav. Ili, e su di essa il
lettore accompagnerà l'esame del nostro vaso.

Da sinistra incede con passo deciso ed energico
un efebo nudo, il torace inclinato in avanti; la chioma
a calotta in massa nera unita, scendente sul collo ed
incorniciata da una zazzera di lunghi riccioli diluiti,
è decorata di una tenia pavonazza, con tre grandi fo-
glie o fiori sulla fronte ; col braccio destro arretratto
brandisce il giovane una nodosa clava abbassata,
quasi la tenesse pronta all'offesa, mentre la sinistra
protesa regge una grandiosa kotyle, che viene presen-
tata al personaggio di centro; poggiato sulla spalla
ed al gomito scende il mantello avvolto a sciarpa per
non impacciare i movimenti. La figura, esattamente
risparmiata sul fondo denso e brillante, è disegnata di
profilo nella testa, nelle braccia e nelle gambe, ma
di prospetto nel torace. La testa grossa e voluminosa
col collo taurino ha l'occhio a mandorla di fronte
colla pupilla rossa; nel torace sono dati in parte in
nero, in parte a tinta diluita, molti particolari, come
i grandi pettorali, la linea alba, le aponevrosi ecc., e
così i muscoli delle gambe. La clamide a falde se-
ghettate ed a coda di rondine è di sapore arcaico,

(') Furtwaengler, Bcrliner Vasensammlung. p. G75 ; Birch-
Walters, History of ancient pottery. I. pp 412, 415; Gardner,
Greek vases in the Ashmolean Museum, p. 31.

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come p. es. in Amasis ed Exekias ('), e colla con-
formazione dell'occhio è ancora uno dei più decisi re-
sidui dell'arcaismo. Di graffiti però assenza com-
pleta.

Ho insistito su questi particolari in quanto essi
sfuggono completamente nelle altre figure. Al centro
una ampia e maestosa figura barbuta, avvolta in ab-
bondante chitone talare ed himation, incede a passo
breve, se pur non è ferma; la testa alquanto arrove-
sciata, lo sguardo in alto, suonando la lira imdxoQÓoc,
è assorta in estasi musicale e poetica, nè possiam
dire, se la musica accompagni il canto; la lunga
chioma cinta di nastro a puntini, desinente in due
lunghissimi nastri, scende lungo il collo. I fittissimi
tratti che indicano le pieghe del panneggio sono con-
dotti a colore denso.

A tutta prima quel tanto che s'intravvede della
figura sotto le profonde erosioni, che la hanno quasi
totalmente distrutta, richiama assai da vicino uno dei
tipi di Dioniso propri alla pittura nera ed alla rosso
severa ; se non che al rython è sostituita la lira.

Più oscura ancora la figura di destra; un efebo
gemello al primo, ma in diverso atteggiamento incede
con vivacità a destra, sempre col torace di prospetto,
e col capo voltato di tutto profilo sinistro; la clamide
avvolta a sciarpa attorno le spalle è impugnata ad
uno dei lembi della sinistra, mentre il braccio destro
sollevato ad angolo, regge orizzontalmente dietro il
capo un lungo bastone, col quale non è ben chiaro
se voglia menare un colpo alla figura di centro.

Questa la descrizione oggettiva delle figure, quale
risulta da accurato e ripetuto esame; se non che, per
esse soltanto, il vaso non avrebbe maggior pregio di
quello che possa avere un buon soggetto dionisiaco
qualunque, dovuto ad una mano non volgare; ed il
soggetto stesso, pur ritenendosi del ciclo dionisiaco,
avrebbe un carattere generico e quasi volgare. Qui
invece intervengono delle iscrizioni tracciate a lette-
rine pavonazze, a definire il carattere della scena e
del personaggio centrale. Lungo il braccio sinistro
della prima figura :

H OflAIS

(') Hauser, Oester. Jahreshefte, 1907, p. 5; Karo, Journal
fieli, studies, 1899, p. 140.

NDOVE ANTICHITÀ DI GELA
 
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