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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 19.1908

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Orsi, Paolo: Nuove antichità di Gela
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https://doi.org/10.11588/diglit.9316#0064

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105

NOOVE ANTICHITÀ DI GELA

106

Verticale lungo il profilo destro della figura cen-
trale :

ANAKPEON

Verticale lungo il lembo della clamide della figura
di sinistra:

I < AAON

Nel labbro rosso del bocchino corre la seguente
iscrizione a nitide e grandi lettere nere, da leggersi
retrograda da destra a sinistra:

r^ALESEFOIESEl/l

Di questa, siccome firma autografa di artista, ag-
giungo anche il facsimile a tìg. 10.

Astrazion fatta dalla scadente conservazione, avrem-
mo per le mani un vaso non mediocre, dello stile
rosso ancora un po' attaccato al nero, ma nulla più ;
sono le iscrizioni che da sole rendono di gran valore
la figurazione, e per il contenuto, e per la mano cui
è dovuta. Ed è dal soggetto che io voglio incomin-
ciare la nostra analisi, riservando all'ultimo alcune
osservazioni sulla personalità dell'artista, sulle sue
attitudini e sul ciclo nel quale visse e lavorò.

Il nome aggiunto alla figura centrale taglia corto
su ogni questione ; non solo abbiamo la rappresenta-
zione di un poeta, il che poteva arguirsi quando an-
che non vi fosse stata la leggenda, ma abbiamo un
poeta ben definito e determinato. Bare in genere nella
pittura vascolare le rappresentanze di personalità e
di avvenimenti storici, rarissime sono quelle di poeti.
Due geniali articoli scritti a distanza di un venti-
cinque anni l'uno dall'altro, e dovuti a due eminenti
cultori dell'arte e della letteratura greca, ci hanno
notevolmente spianata la via in tale ricerca ; ed alla
distanza di mezzo secolo, e rispettivamente di 22
anni, presso che eguale è rimasto il numero dei vasi
con rappresentanze sicure e ben definite di poeti an-
tichi ('). Ond'è che il nostro assurge ad un pregio

(') 0. Jahn, Ueber Darstellungen griechischer Dichter auf
Vasenbildern (nelle Abhandl. der k. saechs. Gesellschaft der
Wissenschaften, Vili, a. 1861, pp. 699-760, con 8 tavole); Com-
paretti, Saffo nelle antiche rappr. vascolari (In Museo Ita-
liano, voi. II, a. 1886). Fatte dalla lista dello Jahn le debite
eliminazioni, sulla scorta di una sana critica artistica e filolo-
gica, tre soli sono i poeti sin qui rappresentati nei vasi, Alceo,
Anacreonte e Saffo ; ed alle sei rappr. di Saffo date dal Com-
paretti, va aggiunta l'hydria attica sommariamente descritta

singolare, accresciuto, come sopra diceva, dalla firma
di un nuovo artista, che se non fu tra i luminari della
pittura rossa, appartiene però ad un ottimo momento
di essa.

Il nuovo vaso gelese non aggiunge dunque un
nome nuovo alla lista dei poeti sin qui raffigurati, i
quali, come ben notò il Comparetti (op. cit., p. 4) sono
tutti e tre autori « di poesia puramente subbiettiva
e personale », e cioè profondamente diversi dagli epici,
dai lirici e dai tragici, pei quali la pittura vascolare
non ebbe simpatia di sorta. Ma tale assenza, a chi
ben guardi, non ad altro è dovuta che all'indole stessa
di tale genere di pittura. La più prediletta appare
Saffo con 6, rispettivamente 7 rappresentazioni, poi
viene Anacreonte, oggi con 2, ed Alceo con 1.

Ma prima di esaminare più da presso la figura
del poeta; esaminiamo quella dei suoi due compagni.
Non chiaro risulta a tutta prima il carattere ed il
gesto di essi, armati di nodosi bastoni, coi quali sem-
brano minacciare Anacreonte. Ma per poco ci adden-
triamo nel campo della pittura rossa severa, e nella
vita che si agita nelle rappresentanze delle tazze
rosse, esso balza fuori chiaro ed evidente. Sono due
efebi in un episodio, per non dire in una delle forme
consuete della loro vita, discola e spensierata. Già
eccitati dal vino, anzi ebbri, noi li vediamo sovente
sulle tazze rosse; ed in tale situazione essi sono sem-
pre nudi o quasi nudi, armati di randello, opportuno
nelle orgie e nelle risse notturne che ne conseguono
(e non ce ne mancano esempì), colla clamide avvolta
a sciarpa attorno al collo, e prolungata ad kqanzic,
sopra una delle braccia. Nè vi manca la grande e
capace kotyle potoria, qui sorretta da una delle mani
protese, o comechessia altrimenti, in altre scene, por-
tata. I termini di confronto non difettano, sono anzi
piuttosto numerosi, ma io mi tengo pago di quei po-
chissimi, opportunamente scelti, che per ragioni sti-
listiche e cronologiche più immediatamente illustrano
il nostro vaso. Ed ecco perchè io dico, che il nostro
efebo di sinistra è presso che identico ad uno di Eu-
fronio ('), riprodotto nel medaglione di una tazza di

dal Mylonas nel Bull. Corr. ffell. IV, a. 1880, p. 373 e seg.
Tutte le altre rappr. di poeti, citate da ceramografi anche va-
lenti, sono meramente congetturali, e tutto al più d'indole
generica, senza individualizzazione del poeta.

(') Hartwig, Meisterschalen, tav. XI; tav. XLVII.
 
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