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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 19.1908

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Mosso, Angelo: Ceramica neolitica di Phaestos e vasi dell'epoca minoica primitiva
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https://doi.org/10.11588/diglit.9316#0091

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E VASI DELL'EPOCA MINOICA PRIMITIVA

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rossa grossolana ben cotta, con manico laterale e bordo
diritto, col raggio di 20 centimetri. Una bacinella si-
mile con bordo colorato in rosso della medesima terra
grossolana rossastra ha il diametro di 24 centimetri ».
Per dare un'imagine più esatta dello scavo, riproduco
alcune fotografie: e per evitare di ripetere sempre
le proporzioni, ricordo che le figure sono fatte in
misura poco minore del vero.

Fig. 2.

Un vaso di terra gialla in forma di bicchiere,
(fig. 2); conservasi solo la base che ha il diametro di
55 mm., spesso 6 mm. ; è fatto al tornio con decora-
zione di grosse foglie d'iride color bruno. È un mo-
tivo che lo si trova uguale nelle epoche minoiche
successive, come decorazione non solo delle stoviglie,
ma anche negli affreschi sui muri. Il pezzo messo
sopra non vi corrisponde esattamente: lo riprodussi
solo per mostrare come terminano queste grosse linee
brune. A sinistra, in basso, si vede come se ne stacchi
un'altra simile alquanto obliqua dal fondo del vaso.

I colori sono invertiti in altro frammento del me-
desimo strato, ed è cosa nota, della quale parleremo
in seguito, cioè il fondo lo si dipinse in nero e le

Monumenti Antichi — Vol. XIX.

foglie d'iride sono bianche, accoppiate e divergenti
come nel vaso predetto. È questa la prima figura nella
tavola I a colori.

Un altro pezzo di terra gialla (fig. 2, tav. I)
spesso mm. 4, fu decorato con linee grosse gialle più
scure del fondo, segnate con un grosso pennello in
direzione verticale scendendo dal bordo del vaso verso
il fondo alla superficie esterna. Quanto alle dimen-
sioni, tutte le figure della tavola I sono in grandezza
poco minore del vero.

La fig. 3, tav. I è il frammento del collo di un
vaso con linee larghe mm. 10, color castagno, su
fondo giallo-chiaro. Di dentro questo vaso era deco-
rato con grosse linee che si intrecciano pure ad an-
golo retto, ma sono di color rosso.

Alla profondità di m. 1,65 si raccoglie un vertebra
di balenottera alta m. 0,18, col diametro di m. 0,22
e la circonferenza di m. 0,78 (fig. 3).

Anche nelle caverne neolitiche della Liguria si
trovarono vertebre di balenotteri: ricorderò come
esempio quella trovata dal Sac. N. Morelli (') nella
caverna delle Arene candide. Il sacerdote Perrando
trovò ossa di balenotteri nella caverna della Matta,
situata nel Pinalese, ed il sig. E. Rivière nella grotta
dei Balzi rossi. Si può arguire da questi esempì l'abi-
tudine delle popolazioni neolitiche di portare a casa
qualche pezzo dello scheletro delle balene che veni-
vano gettate sulle spiagge dalle onde del mare.

§ 3.

Il fondo di una capanna.

Una divisione importante negli strati di questo
scavo è quella di un fondo di capanna che trovammo
a m. 1,80 dal pavimento. È uno strato di argilla
rossa che ha lo spessore di oltre 10 centim. e che si
estende per tutta la superficie del pozzo di m. 2,10 X
4,20. •

Fatta l'analisi di questa terra molto fine e dura
nel mio Laboratorio, trovai che essa risulta di car-
bonato di calce ed argilla. Quando scopersi questo
strato credevo fosse un deposito di argilla lavata per
fare la ceramica ; là presenza in grande copia del car-

(') N. Morelli, Resti organici rinvenuti nella caverna
delle Arene candide. Genova, 1891, p 46.

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