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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 19.1908

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Mosso, Angelo: Ceramica neolitica di Phaestos e vasi dell'epoca minoica primitiva
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https://doi.org/10.11588/diglit.9316#0101

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165

E vasi dell'epoca minoica primitiva

166

Cnossos, aveva lo spessore di m. 6,43, questo scavato
dalla Missione archeologica italiana nel cortile del
palazzo primitivo di Phaestos, misura cinque metri.
È importante che anche qui come a Cnossos manchi
nello strato più profondo sopra il terreno vergine, la
ceramica granita e punteggiata ('). A differenza degli
scavi di Cnossos (ed aspettando ulteriori pubblica-
zioni in questo riguardo) sembra che a Phaestos sia
più abbondante la ceramica colorata neolitica, perchè
essa si impose alla nostra osservazione, mentre poco
se ne parla negli scritti dell'Evans e del Mackenzie.
A Phaestos il neolitico decorato con graffiti è meno
abbondante e i disegni sono più semplici.

CAPITOLO II:

Forme dei vasi neolitici di Phaestos
e loro decorazione.

§ l

Forme dei vasi neolitici di Phaestos.

Descritti i due pozzi più profondi fatti l'anno 1906
nei palazzi di Phaestos, credo si possano tralasciare
le particolarità dei numerosi pozzi di saggio che ven-
nero scavati col dott. Pernier sulle linee mediane del-
l'edificio da nord a sud e da est ad ovest.

Su tali pozzi, in numero di 28, venne già stam-
pata la relazione dal dott. Luigi Pernier (2). Nella
parte superiore della collina, la parola di pozzo è
impropria perchè il terreno vergine trovasi distante
solo venti o trenta centimetri dal pavimento del
cortile.

Sopra una distanza di circa m. 84 da est ad ovest,
sulla linea mediana dove facemmo i pozzi migliori,
vi è un dislivello di m. 7,50. All'estremità S. 0. di
questa linea venne fatto il pozzo di cinque metri e
mezzo prima di trovare il terreno vergine nel cortile
del palazzo più antico.

Studierò la forma dei vasi per quanto lo permet-
tano i frammenti, dei quali pochissimi erano interi o

(•) Dlineali Mackenzie, The Pottery of Knossos, in The
Journal of Hellenic Studies, voi. XXIII, 1903, p. 158.

(') Rendiconti R. Accademia dei Lincei, voi. XVI, giugno
1907.

fu possibile completarli. I vasi neolitici più antichi
sono di forma globosa od hanno il fondo leggermente
schiacciato, sono semplici scodelle o piatti poco di-
versi nel profilo dalla nostra terraglia comune. Dirò
subito che in tutte le ricerche da me fatte sulla
ceramica neolitica, non mi capitò mai di trovare i
cocci di una pentola, o di un vaso qualunque, annerito
dal fumo del quale fossi certo che era stato al fuoco

Fig. 19.

per cuocervi dentro qualcosa. Sembra da tale mancanza
che la cucina non si facesse mettendo questi vasi cor-

Fig. 20.

pacciuti o piatti come i tegami sul fuoco. Erano vasi
decorativi o fatti per tenervi dentro cose asciutte, o
liquidi, non per metterli al fuoco, perchè non trovai
all'esterno traccie di fuliggine.

Frammenti simili a quello rappresentato di profilo
nella fig. 19, se ne trovano di varie grandezze fatti con
terra rossa o nera, lustri alla superficie. In generale
hanno il diametro di 10 a 12 centimetri sull'orlo.

Il collo forma qualche volta un semplice orlo od un
leggero bordo dritto, alto più di un centimetro, come la
fig. 20 che ha nell'apertura il diametro di circa 10 cm.
 
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