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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 19.1908

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Mosso, Angelo: Ceramica neolitica di Phaestos e vasi dell'epoca minoica primitiva
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https://doi.org/10.11588/diglit.9316#0116

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195

CERAMICA NEOLITICA DI PHAESTOS

196

Gli scavi fatti nel terreno neolitico di Cnossos
e Phaestos serviranno di guida per i disegni della
ceramica neolitica a quanti si occupano di questi
studi. Le linee parallele dentate, a zig-zag, i trian-
goli striati, le impressioni fatte nell'argilla coll'unghia,
i meandri punteggiati, la decorazione dei bicchieri a
campana, la ceramica granita piena di materia bianca,
e quasi tutti i disegni che trovansi nei vasi dal prin-
cipio dell'età del bronzo risalendo verso il neolitico,
vennero in luce a Creta nell'epoca piìi remota che
ora si conosca. T. E Peet, il quale scrisse sulla ci-
viltà egea primitiva (') in Italia, è pure di questo
parere, e tino a prova contraria dobbiamo ammettere
che i vasi ora descritti sono anteriori a quelli del
bacino occidentale del Mediterraneo. In una memoria
sopra una tomba preistorica a Sant'Angelo di Muxaro
presso Girgenti (-) dimostrai come i disegni neoli-
tici di Creta furono ancora in uso in Sicilia nel
tempo che di poco precedeva l'invasione ellenica.

§ 3.

Cronologia dell'epoca neolitica in Creta.

Veniamo ora al grave problema di fare qualche
congettura sull'età che possiamo attribuire ai depo-
siti neolitici di Creta. Nel primo pozzo A che abbiamo
descritto nel vano 28, erano più di tre metri di ter-
reno neolitico; nell'altro pozzo B all'angolo SE del piaz-
zale, trovammo circa cinque metri del medesimo ter-
reno prima di giungere sulla roccia vergine. A Cnossos
l'Evans ne ebbe m. 6,43. Tanto sono spessi i detriti
umani lasciati dalla gente che visse sulla collina di
Phaestos e di Cnossos. La posizione elevata e il de-
clivio delle colline non ha permesso che le alluvioni
accumulassero questo materiale, anzi dobbiamo sup-
porre fosse più alto, ed una parte venne esportata
colle pioggie, prima che si fabbricassero i palazzi. La
terra nera che scavammo sotto le ruine dei due pa-
lazzi sovrapposti, venne portata dagli uomini ed è
composta dai residui dei pasti, dalle ceneri e dai car-
boni dei focolari, dalla distruzione delle capanne, dai
fondi stessi delle capanne, da quanto viene gettato
via intorno alle abitazioni, insieme alle immondizie

(') Op cit., p. 415.

(a) Memoria R. Accad. scienze di Torino, 1908.

come scarico di materie inutili. In Sicilia, a Canna-
tello presso Girgenti, ho trovato depositi simili che
avevano lo spessore di quattro metri ('), e fatta l'ana-
lisi chimica risultò che era una terra ricca di fosfati
e di materie organiche, come quella delle terremare
che ebbe un'origine identica.

Si tratta di arguire quanto di questa terra nera
coi rifiuti ed i cocci delle stoviglie possa accumularsi
in un secolo, sopra il suolo dove abita una popolazione
neolitica. Nello stato attuale non abbiamo alcun dato
sicuro per stabilire la misura del tempo col quale
crescono di spessore tali depositi. Il primo tentativo
ragionevole venne fatto da Arturo Evans a Cnossos (2).

Sopra lo strato ultimo del neolitico, Evans trovò
dei vasi di tipo egiziano della prima dinastìa, imitati
dagli artisti di Cnossos. Si ebbe così un punto fisso
nelle stratificazioni del terreno studiato a Cnossos.
Sopra questi vasi stanno m. 5,33 di terreno, prima
di arrivare alla superficie della collina a traverso le
rovine dei palazzi di Cnossos. A tale spessore l'Evans
accettando il consiglio del Lepsius per la cronologia
egiziana, attribuisce l'età di 5800 anni, ciò che sa-
rebbe un aumento delle rovine di circa un metro
ogni mille anni. Evans applica la stessa velocità di
incremento al terreno neolitico che avendo lo spessore
di m. 6,43 darebbe la cifra di sei millenii.

A primo aspetto il calcolo dell' Evans sembra mo-
derato per la cronologia del neolitico, perchè attri-
buisce la stessa velocità di accumulo dei detriti, al-
l'epoca in cui gli uomini neolitici vivevano sotto le
capanne, e l'età in cui furono fatti e distrutti i grandi
palazzi, portando da lontano grande quantità di ma-
teriale per costruire i muri. Negli scavi di Phae-
stos ho dovuto mio malgrado persuadermi che un
decimetro di spessore è troppo poco per un secolo.
Mi convinsi appena trovai il fondo di una capanna,
fatto di terra omogenea battuta, spessa più di un de-
cimetro che certo fu accumulata in pochi giorni.

Specialmente l'esame delle ossa e il modo come
trovansi disposte nel terreno in stato di ottima con-
servazione ci suggeriscono l'idea che i detriti intorno

(') A. Mosso, Villaggi preistorici di Calciare e Canna-
tello, in Monumenti antichi, XVIII, p. 100, 1908.

(') A. Evans, The Palaces of Knossos, in Annual of the
british School at Athens, n. X, 1903; 1904, p. 19.
 
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