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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 19.1908

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Taramelli, Antonio: Il nuraghe palmavera presso alghero
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https://doi.org/10.11588/diglit.9316#0161

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281

II. NURAGHE PALMAVE RA PRESSO ALGHERO

282

es. di Pantalica e di Cassibile e di Rivettazzo; vasi
dalla bella superfìcie lucente, che l'Orsi ritenne otte-
nuta con spatolatura e con applicazione di qualche
resina, mescolata alla ingubbiatura e sovrapposta ad
essa; parmi giusta però l'osservazione fatta dal Colini,
che la cottura, prima, e forse poi il tempo, avrebbero
fatto volatilizzare e svanire questa vernice ; gli esem-
plari di Palmavera lasciano vedere chiaramente una
vetrificazione ottenuta con la cottura e preparata dalla
ingubbiatura con accurato lavoro di spatola, evidente
sotto la scialbatura che copre la faccia del vaso. Il
confronto di questi belli esemplari di Palmavera con
altri frammenti di Anghelu Ruju, mostrano che si
tratta di un perfezionamento di una tecnica eneolitica,
confermando le vedute del chiaro prof. Colini, che
nei bei vasi di Pantalica vede una continuazione della
tecnica del primo periodo siculo. Gioverà ricordare
che anche nei dolmens della Francia, come nelle ne-
cropoli dell'età del bronzo della Spagna, si colleglli
alla elegante fattura del vaso, anche la lucidatura
vitrea delle pareti (').

La cella A ci offerse anche i frammenti di una
brocchetta, di forma molto simile ad un askos, dalle
pareti molto esili e di buonissima cottura (tav. VI, 6).
che ha un profilo molto irregolare, e presenta una
stringente analogia, non soltanto colle brocchette del
nuraghe Piscu di Suelli, dateci dallo Spano (2), ma
con gli askos irregolari dati dalle necropoli del III pe-
riodo siculo di Finocchito, presso Noto (3) : conviene
però notare che la forma di brocchetta ad askos si
trova anche nella ceramica cretese fra i tipi arcaici
ielì'early minoan pottery, specialmente abbondanti

(') L' Orsi nella bella ceramica del tipo di Pantalica vede
la influenza di modelli metallici orientali (Pantalica e Cassi-
bile, Mon. antichi dei Lincei, voi. IX, p. 77: cfr. a Rivetazzo,
nel Bull, cit., XXIX, p. 36). Il prof. Colini, nel suo studio
sull'età del bronzo in Sicilia (Bull, cit., XXXI (1905, p. 35),
insiste per connettere questa tecnica con quella del primo pe-
riodo siculo e con quella della ceramica eneolitica: del resto
ricordiamo come questa specie di vernice, questa glacure car-
minée, venne trovata in alcuni vasi dei dolmens (Martin, Explo-
ration archéologique dans le Morbihan, Rev. Archeol. 1898, II,
p. 201), ed è quella che dà un cachet d'élégance indeniable
ai più bei tipi ceramici di El Algar (Siret. op. cit., p. 130).

(") Spano, Bull. Archeol. Sardo, 1862, tav., fig. 6-8;
Pinza, op. cit., tav. XVIII, 16.

(•) Orsi, Notizie scavi, 1897, p. 72, fig. 3: sulla forma di
queste brochette degli strati siculi del III periodo vedi Colini,
Bull. cit. A. XXIX, p. 91, flgg. 17, 19, 22, ed. A. XXX,
p. 288, fig. 90.

nel palazzo di Palaikastro di Sitia ('), e questa pre-
senza di forme così evolute ed eleganti nella ceramica
premicenea della grande isola mediterranea, può avere
il suo valore cronologico, anche per riguardo ai tipi
ceramici degli strati preistorici siculi e sardi.

Nell'angolo della celletta o nicchia a, della cella A,
si ebbe la bella lampadina in terracotta, a forma
triangolare, piatta, con ansa linguiforme spezzata,
composta di terra fine, ben spatolata alla superficie
e colle traccio evidenti nella estremità, o beccuccio
della combustione del lucignolo (tav. VI, 4). Questo
tipo di lampada, a cucchiaio, si trova nella collezione

Fio. 17.

Gouin, provenienti da scavi fatti in regione Inter-
rojas, presso Abini, ed ha i suoi stretti confronti con
le lucerne fittili delle tombe dell'Orihuela, e special-
mente con quelle di El Algar, nella Spagna (2).

Molto interessanti sono i frammenti di altre lam-
pade in terracotta, coperte da ingubbiatura lucente,
quasi sempre nera, talora rosso-cupa, e che accennano
tutti ad una forma elegante, appiattita, dalle pareti
ricurve, imitanti la navicella o barchetta, evidente nei
frammenti meno incompleti, dati nella fig. 18,6,7,9
e io. Esse hanno forma perfettamente simile a quella
delle barchette in bronzo del Museo di Cagliari, già

(') Tipi di brocchette askiformi, simili alle nostre, abbiamo
specialmente a Palaikastro; cfr. Dawkins, in Annual of the
Brit. School in Athen. A. XI, p. 197, fig. 1, a. e; cfr. anche
A. IX, p. 119, fig. 74; p. 323, figg. 21,22; Bosanquet, Exca-
vations at Palaicastro, ivi, anno VIII, p. 293, fig. 7.

(3) Fourgus, op. cit., p. 167, fig. 9 : Siret (El argar),
op. cit., p. 125, tav. 17, 4, 5.
 
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