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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 19.1908

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Taramelli, Antonio: Il nuraghe palmavera presso alghero
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https://doi.org/10.11588/diglit.9316#0167

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IL NURAGHE PALMAVERA PRESSO ALGHERO

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linee la troviamo, con carattere meno elegante, in
molte ciotolette del II periodo siculo, nella ceramica
presidila di Stentinello Matrensa, ed è un motivo ca-
ratteristico, per la Sicilia, della più bella ceramica
dell'età del bronzo (').

Per questi belli esemplari, a vernice nera, e spe-
cialmente per i frammenti di belle brocchette o an-
fore decorate da fascie regolari di solchi paralleli ac-
coppiati, noi potremmo cercare una figliazione dalla
ceramica eneolitica incisa da zone e fascie, che ap-
parve anche nelle grotticelle artificiali di Anghelu
Itnjti; perciò anche supponendo che la nicchia o ripo-
stiglio H sia rimasto aperto sino all'ultimo momento
della vita della famiglia nuragica, non credo si possa
pensare nè alla provenienza, nè all'inspirazione diretta
da esemplari provenienti dalla Campania ed apparte-
nenti ad una classe di ceramica d'uso, ivi fabbricata
in età molto antica, V1I-VI sec. a. C, e decorata
appunto a vernice nera, a fascie parallele ed a cer-
chielli concentrici (2).

Questa decorazione a cerchielli impressi profonda-
mente, sia con due o tre cerchi e punto centrale, sia
con una molteplice serie di cerchiolini finissimi, molto
regolari, eseguiti con un criterio decorativo progredito e
che rappresenta, sinora almeno, il più alto gradino della
tecnica e della ornamentazione dei ceramisti nuragici,
si rinvenuo in molti esemplari di questa cella, specie
nei frammenti di manici, nelle piccole anse a robu-
sto nastro, pertinenti a brocchette, in terracotta nera,
decorati da una vernice nerissima (tav. VI, 3, 5, 7, 8).
Ma anche sulle anse di brocche usuali, in terracotta
senza vernice, ma pure assai compatta e bene indurita
dall'azione del fuoco, abbiamo elementi decorativi che
vanno dai semplici fori eseguiti a stecco, attraverso

(') Orsi, Bull. cit. A. XXIX. p. 119, tav. XI, 9; cfr. Co-
lini, A. Ili, p. 290, p. 89.

(-) Mi richiamo all'esemplare rinvenuto nella tomba a cre-
mazione della necropoli di Cuma, accanto alla tomba a cupola,
studiata dal prof. Pellegrini (Monumenti ant. dell'1 Accad. dei
Lincei, Voi. XIII, p. 201), che la riteneva di stile geometrico,
con elementi che la ricongiungono allo stile cipriotto, mentre
invece il Karo, Bull, di Palet. ital. A. XXX (1904), p. 11, la
riuniva con un gruppo di anfore vinarie, trovate nella necro-
poli del Fusco, di Siracusa, e nelle tombe di Cere, già rag-
gruppate dal Pottier, Vases antiques du Louvre, D, 33, 34,
35, 39, tav. 30, in una classe dai caratteri ionici o italo-io-
nici, affini alle cos'i dette anfore tirrene, di fabbricazione cu-
maua, del VII secolo.

a tutto il corpo dell'ansa e disposti con simmetria,
allineati o oblinati, per salire a cerchielli impressi
con ima specie di sigillo metallico, o a linee traver-
sali parallele; sono molto interessanti gli ornati a
spinapesce, eseguiti con molta regolarità, massime
sulle anse delle grosse brocche e delle idrie, come
anche su le anse larghe di alcuni ciotoloni, richia-
mando un motivo decorativo che si ritrova in altri
monumenti preistorici, notevolissime fra questi le in-
cisioni del padiglione del sepolcro siculo di Cava
Lazzaro, presso Modica, recentemente illustrato dal
prof. Orsi (').

Nel recinto, presso la porta principale, fu ritro-
vato anche un piccolo pugnaletto in bronzo (fìg. 15, 1)
a lama piatta a foglia di salice, con due fori paral-
leli alla sommità del codolo, a taglio netto, forma
molto arcaica, che è rappresantata anche nel riposti-
glio di Abini ed è frequente nelle grotte eneoli-
tiche della Francia meridionale, come ne dà l'esem-
pio la classica grotta della Sartanette, illustrata dal
Cazalis de Fondouce (3).

Ad un pettine in bronzo, dai denti corti, o piut-
tosto forcina da cappelli, vorrei attribuire il fram-
mento di oggetti di bronzo, con traccia dell'inizio dei
denti e dell'anello di presa (fìg. 15, 7;.39); la scar-
sezza del frammento non consente d'indugiarvi a lungo;
ricordo soltanto che nel ripostiglio dei bronzi di For-
mi Nioi, presso Valenza ('), in territorio di Nuragus,
si ebbe un oggetto consimile, molto consunto e coi
denti ripiegati, che del resto ha analogia di forma
con i cosidetti pettini in bronzo rinvenuti in terra-
mare dell'Emilia e nelle stazioni lacustri.

Sparsi nel terriccio del cortiletto si ebbero alcune
fusaiole in terracotta, rotonde ed appiattito con largo
foro mediano; altre invece biconiche, con foro più sot-
tile, quest'ultime più frequenti nella necropoli eneo-
litica di Anghelu Ruju, quelle piatte invece di tipo
più consueto nei nuraghi.

I frammenti di piccoli vasi appartengono ai tipi
di tazze carenate, con elegante sagoma e finissimo
iugubbio, già vedute nella cella A; a bacini ampi, a

O Ausonia, A. 1 (1907), p. 7, (ig. 2.

(3) Pinza, o]>. cit., p. 151.

CJ) Cazalis de Fondouce, Les derniers temps de la piovre
polio ecc., p. 37, tav. Ili, 10.

(4) Pinza, op. cit., tav. XVII, 25.
 
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