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307

STAZIONE PREISTORICA DI COPPA NEVIGATA

308

nella tav. I, erasi tolta la tovra della parte segnata
in bianco (A 15 C D E F G H) (').

Erasi fatto un taglio in questa collinetta, lungo
m. 100 circa e largo in. GO. La collina è alta m. 9,70
dal livello del maro, e scende con dolce pendio tino a
livello della palude. Dal lato nord si attacca ad una
piccola collina alta m. 17, lunga circa in. 200 che
corre lungo il lato settentrionale.

Nella fig. 1, tav. II, vedesi una parte di questa
collina fotografata dal lato settentrionale, ed il lieve
pendio della stazione appare evidente nella parte de-
stra della figura. I cumuli delle pietre bianche a sini-
stra sono i saggi fatti dal prof. Quagliati. La fig. 2 della
tav. II mostra lo stato della trincea nel punto E della
tavola I, quale lo trovai nella cavità interna, verso set-
tentrione, dopo i lavori di sterro, fatti dal Gonio Ci-
vile. Lo strato di Inimus è sottilissimo, e scarsa
molto la vegetazione alla superficie. Si deve ammet-
tere che invece di crescere per l'accumularsi delle
erbe, sia invece diminuita l'altezza della collina per
l'erosione delle intemperie, e ne darò in seguito la
prova.

Il terreno vergine sul quale venne fondata la
stazione, è leggermente inclinato verso sud, come ve-
desi nella tav. I, dove nell'entrata fu sognato m. 3,50
sul livello del mare, mentre nel centro è m. 5. La
parte tratteggiata segna quanto rimane ancora di
intatto in questa collina. La parto I L M, punteg-
giata, è il tratto dove io feci gli scavi.

La freccia NS indica l'orientazione dei punti car-
dinali nord e sud.

Nella fig. 3 della tav. II, si vedono più da vi-
cino le stratificazioni come erano noi punto D, tav. I.
L'azione della pioggia durante quattro anni, fa risal-
tare la compattezza dei vari strati. Solo nel lato si-
nistro levai un mucchio di terra accumulatosi per
l'azione delle intemperie ed apparo uno strato omo-
geneo e profondo di terra nera, grassa, che giungo
fino sul terreno neolitico ; parlerò di queste stratifica-
zioni in un capitolo speciale.

La superficie bianca nell'interno dello scavo (tav. I,
A B C D E F G H) era tutta piena di grosse pie-

(') Il disegno della tav. I nella scala 1:1000 fu eseguito
dall'ufficio del Genio Civile di Foggia, e sono grato all'inge-
gnere Gamberale per l'aiuto che volle danni in questa pub-
blicazione.

tre calcaree che non vennero esportato nei lavori di
sterro, parte delle quali si vedono sul terreno nella
fig. 2 della tav. II e nella fig. 1 della tav. III.

Alcuni operai che lavoravano con me, avevano
preso parte alla costruzione degli argini, e mi rac-
contarono corno erasi fatto il trasporto, quando si levò
tutta la terra, segnata in bianco nella collina, dentro
la tav. I. Si erano mosse le rotaie in ferro, e coi
carretti, essendo il terreno in leggero declivio, si tras-
portava la terra nera piena di cocci per fare l'ar-
ginatura nella palude. Seppi che staccavansi grandi
massi di terra che rovesciavansi in basso e venivano
frettolosamente caricati sui carri della piccola ferrovia.

La collina ha una forma leggermente elittica, e
scende, come dissi, con dolce pendio verso la palude;
il mare trovasi alla distanza di cinque chilometri, e
vi sta frammezzo, nella palude, il lago Salso, dove
il torrente Candelaro, coi depositi del suo delta, pro-
dusse la palude, che infetta colla malaria il paese
circostante.

Il primo febbraio cominciai gli scavi col sig. Sta-
vros Gialerachis, sovrastante della nostra Missione
archeologica in Creta, il quale da quattro anni mi
presta l'opera sua negli scavi che feci a Creta ed
in Italia. Ero partito coll'idea di studiare una terra-
mara, e subito volsi la mia attenzione alla parto della
collina già tagliata, facendo i primi saggi sulla linea
N-A-H all'entrata dello scavo. Quivi cercai nel ter-
reno vergine e nei fianchi le traccie della fossa e
dell'argine, e non le trovai.

Era mio desiderio eseguire un taglio sulla linea
B-N (tav. I), per cercare l'argine ed il fosso; ma il
proprietario non permise che si facessero altre trin-
cee, oltre quelle che erano già state eseguite dal
prof. Quagliati. Dovevo limitarmi ad un trasporto di
terra nella parte centrale, che il fattore del sig. Frat-
tarolo considerava come un miglioramento del po-
dere, e perciò mi volsi a studiare il vertice della col-
lina, esplorandone gli strati dall'alto verso il basso.

La parte punteggiata I L M, segna come dissi,
lo scavo che ho fatto : ed ora descriverò quanto venne
in luce. Cercai il terreno vergine sulla linea DEF
(tav. I) e lo trovai alla profondità di circa m. 3,60
dalla superficie. La fig. 2, tav. 11, mostra la prima
trincea colla quale si iniziarono i lavori nel centro
della stazione.
 
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