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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 19.1908

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Mosso, Angelo: Stazione preistorica di coppa nevigata presso Manfredonia
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https://doi.org/10.11588/diglit.9316#0182

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PRESSO MANFREDONIA

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esso alcuni grandi vasi, dei quali, raccogliendo i
frammenti, ho potuto ricostruirne tre. Alla periferia
vi erano alcuni pezzi argillosi di intonaco con le im-
pronte dei pali, simili alla fig. 74, tav. XI, ma non
fu possibile stabilire le dimensioni della capanna,
perchè una parte di essa erasi già esportata dallo
sterro precedente e posso dire solo che era più grande
delle capanne comuni.

La fotografia 3, tav. Ili, rappresenta il fondo di
questa capanna, ed in posto il frammento di un grande
vaso. Qui potei esaminare parecchie cose che ci fanno
conoscere la vita intima di questa gente. Come vedesi
nella fotografia, accanto al grande vaso trovai due ca-
vità larghe 45-50 cm. e poco profonde, di terra indurita
e liscia, alte circa 30 cm. dal fondo della capanna. Sono
due sedili; e paragonandone la forma con quelli che
si trovarono a Cnossos, possiamo dire che uno serviva
ad una donna e l'altro ad un uomo (l): perchè quello
a destra ha sul bordo una leggera elevazione nel
mezzo e due cavità laterali dove si adagiavano le
coscie. L'altro sedile invece ha una semplice cavità
elissoidea, fatta per sedere comodamente. Nel mio
libro sugli scavi di Creta (2) ho riprodotto la figura
di un sedile identico che era nella stanza dove lavo-
ravano le donne. Come già trovai a Cannatello una
capanna quadrata nel centro di una piazza circolare
selciata, dove è probabile tenesse i suoi ricevimenti il
capo del villaggio, così è forse questa un'altra capanna
di un capo; e i sedili coperti di pelli, servivano per i
ricevimenti festosi del capo e della sua moglie. Mi
spiace che la pioggia, la quale interruppe gli scavi
in quella settimana, mi impedisse di prendere col
gesso la forma di questi due sedili per conservare
meglio un documento il quale attesta la monogamia
presso il popolo di Coppa Nevigata ; e mi rimase
solo la prima fotografia che feci nel momento della
scoperta.

Un vaso emisferico di terra color bigio, (fig. 14,
tav. V) : ha il diam. di m. 0,25 ed è alto m. 0,16 senza
piede, col fondo largo m. 0,095: orlo tondeggiante,
di terra fine ben cotta: il manico a 6 cm. dal bordo,
ha una apertura leggermente ovale con un centimetro
e mezzo nel lato maggiore, ed è formato da un cilindro

(') Evans, The Palace of Knossos (Annual of the Bri-
tish School al Athens, n. X, 1903-1904, p. 33).

(2) A. Mosso, Escursioni nel Mediterraneo, p. 115, fig. 61.

Monumenti Antichi — Vol. XIX.

ricurvo, attaccato con cura. La superficie del vaso è
bene liscia, manca un manico e nell'interno da questa
parte all'altezza di 9 cm. vedesi una macchia di os-
sido di rame.

Il vaso maggiore stava sul pavimento a m. 0,65,
sebbene rotto in molti frammenti fu i-istaurato com-
pleto nella fig. 15, tav. V. Esso è alto m. 0,44; dia-
metro della base m. 0,105; diametro della bocca
ni. 0,30. Per due terzi il vaso ha una forma conica,
inferiormente; poi si restringe con leggera curva e si
chiude nell'orlo con un bordo diritto di circa uu cen-
timetro.

Il bordo non è tondo, ma svasato internamente, con
con una linea inclinata che forma un angolo acuto.
Ha la forma dei grandi vasi che si trovarono a
Cnossos e ne ha pure le dimensioni. Presso il bordo
vi sono quattro manichi, due applicati contro il vaso,
sono fatti a ferro di cavallo : come due bordi appiattiti
di terra cotta, con sei incavazioni da un lato e otto
dall'altro. Due altri manichi opposti mancano e da
quanto ne rimane sembra avessero una forma diversa.

Fa impressione vedere vasi tanto grandi che hanno
una base tanto piccola. Certo il loro equilibrio do-
veva essere instabile. Ma era un abitudine, ed una
moda comune a Creta, nell'epoca minoica, e stavano
alquanto interrati per tenerli fermi, come si verificò
più tardi per le anfore del vino in Grecia ed in Italia
che si affondavano nella sabbia. L'argilla di color
rosso-bruno fu ben cotta all'interno ed all'esterno; e
fra le due superficie arrossate vedesi uno strato nero.
La superficie non è perfettamente regolare e anche nei
grandi frammenti osservansi delle piccole gibbosità
che provano le difficoltà incontrate dagli stovigliai
nel fabbricare i vasi grossi senza tornio. Dentro, si
vede una macchia di ossido di ferro, che esamino
per mezzo dell'analisi. La macchia è larga parecchi
centimetri quadrati, 3 o 4, proprio sul fondo ed un
po' lateralmente.

Per la sua forma questo vaso non ha nulla di co-
mune colla ceramica che trovasi nell'Italia centrale
o meridionale, nè colle stoviglie delle terremare; pre-
senta invece una rassomiglianza colla ceramica della
stazione neolitica di Butmir ('), dove trovaronsi vasi

(*) Avrò più tardi ripetutamente occasione di far cenno
delle relazioni fra la ceramica di Coppa Nevigata e quella di
Butmir.

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