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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 19.1908

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Mosso, Angelo: Stazione preistorica di coppa nevigata presso Manfredonia
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https://doi.org/10.11588/diglit.9316#0199

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355

STAZIONE PREISTORICA DI COPPA NEVIGATA

356

fìg. 3, tav. H, si vede uno di questi focolai; la per-
sona che lo tocca colla mano è il sig. Boschi (').

I focolai di Coppa Nevigata non sono più larghi
di un metro quadrato, e credo che quivi, come già
trovai a Cannatello (2), il fuoco lo si accendesse fuori
della capanna; nella fìg. 75, tav. XI, il focolare è se-
gnato dal piccone; esso non sta sul pavimento, ma è
circondato dalla terra nera di un grosso strato che lo
ricopriva. Forse era rialzato e intorno c'era una fossa
che venne poco per volta colmata coi rifiuti delle abi-
tazioni, che si accumularono sopra in epoca posteriore.

Anche nelle palafitto della Svizzera si è trovato
elio il focolare era fuori delle capanne (/')•

Hoernes, nella terramara di Donja Dolina vide la
cucina separata dalla stanza per dormire, la stalla
divisa dalla tettoja; e così risulta che quanto più si
allargano le nostre conoscenze, altrettanto il tenoro
di vita delle popolazioni primitive appare più elevato.

Fra gli utensili che servivano probabilmente alla
cucina, ricordo il frammento di un piatto oblungo
con bordi leggermente sollevati in modo da fare come
una paletta od un cucchiaio, col diametro di 10 cm.
e spesso 13 mm., cotto a rosso nella parte superiore
e nero-bruno in quella inferiore. Altri due simili esi-
stono nel Museo di Roma (nn. 78471-72). Credo ser-
vissero a portato i carboni ardenti da una capanna
all'altra per accendere il fuoco. Palette simili, in
forma di cucchiajo, larghe da 12 a 10 cm., coi bordi
leggermente sollevati, eccetto che nella parte anteriore,
si trovarono in Francia (*) nel terreno neolitico. Anche
Schliemann (5) ne trovò nella 2a città trojana. Gli
scavi di Creta misero in luce palette fìttili con dentro
i carboni dell'età minoica.

Sul fondo di un vaso trovai uno strato nero car-
bonizzato; guardandolo col microscopio ò tutto scre-
polato e sembra una poltiglia bruciata (°). Non si

(*) Il sig Achille Boschi, che aveva fatto la collezione,
da lui ceduta al Museo di Roma, volle gentilmente assistere
per qualche giorno ai miei scavi, e lo fotografai davanti a
quosta sezione del terreno, lieto di esprimergli la mia grati-
tudine per le informazioni datemi sulle osservazioni da lui fatte
nel 1905.

(,J) Monumenti antichi,

(3) R. Munro, Les stations lacustres. 1908, p. 245.

(4) Déchelette, Manuel d'Archeologie p. 555.

(5) Ilios, p. 505.

(6) Ho fatto l'analisi di questa materia bruciata ed ho tro-
vato che contiene cloro (in forma di cloruri), potassio, sodio,
azoto legato in forma organica, e carbonati.

è potuto decidere se fosse il resto di un alimento
vegetale od animale, e può ritenersi come l'avanzo
di una vivanda che venne probabilmente carbonizzata
nel piatto da un incendio : è utile notare che alla su-
perfìcie esterna del vaso non vedesi traccia di fumo onde
non può credersi che tale vaso siasi messo al fuoco.
La cucina è uno dei problemi più oscuri per le epoche
preistoriche: non sappiamo se per fare il pane adope-
rassero il metodo attuale degli Abissini, che stendono
la poltiglia su pietre roventi per ottenere croste cotte
un po' arrostite, o se mettessero le focacce sulle ceneri
e sui carboni.

Certo, per quanto sia stato diligente ed esteso il
mio esame, non trovai tracce di fuliggine alla super-
fìcie esterna dei vasi, ed avendo raccolto nn grande
numero di ossa bruciate di uccelli e mammiferi, credo
vivessero specialmente di carne arrostita e cotta allo
spiedo.

A circa un metro della superficie trovai due bic-
chieri, uno dei quali intatto colla forma di un cono
tronco ; alto m. 0,08, col diametro superiore di m. 0,085
l'inferiore m. 0,035 di terra giallognola non lustra :
esso è identico ai bicchieri di tetra che trovaronsi nei
palazzi minoici, in grande numero a Knossos e Phaestos
in Creta e per economia tralascio di presentare il di-
segno essendo facile immaginarne la forma coi sem-
plici dati numerici.

§ 3.
Caselle.

Nella fìg. 75, tav. XI, dove fu messo il piccone vi è
la terra cotta del focolare, vicino trovammo una cavità
fatta con argilla, di forma ovale; frammezzo stavano
i pezzi di rivestimento ammucchiati, simili alla fìg. 74.
Questa costruzione di argilla cotta poggia sul pavi-
mento della capanna; il diametro trasverso è di un
metro e il diametro più lungo è di m. 1,42. Dentro
eranvi altri pezzi di rivestimento, come la fìg. 74,
dello steccato messo intorno alla capanna. Levati
questi frammenti, tolta la terra nera mista a carboni,
venne in luce una cavità ovale col fondo piano, e
liscia intorno, quale vedesi nella fìg. 75. Il bordo è
spesso da 15 a 20 cm., pure di argilla e più cotto
all'esterno che non all'interno. Il fondo è 25 cm. più
alto del pavimento.
 
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