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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 19.1908

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Mosso, Angelo: Stazione preistorica di coppa nevigata presso Manfredonia
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https://doi.org/10.11588/diglit.9316#0203

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363

STAZIONE PREISTORICA DI COPPA NEVIGATA

364

Come lo figure 2 e 3 della tavola II era tutto
intorno la sezione che feci nel centro della stazione ;
partendo dalla superficie, sotto uno strato sottile di
humus comincia la terra nera; e gli strati di argilla
gialla, di carbone e ceneri si alternano con gli strati
di ciottoli.

La parte abitata in varie epoche non doveva es-
sere piana ed orizzontale, giudicando dal fatto che
nessuno strato si prolunga molto al medesimo li-
vello.

Come esempio dello stratificazioni successive cito
alcune misure fatte nella trincea F G nel lato di
levante. Quivi quattro stratificazioni di terra gialla
vedevansi nelle seguenti profondità dalla superficie.

1. m. 1,05.

2. m. 1,90.

3. m. 2,70.

4. m. 3,20.

Strati di terra gialla ne contai solo quattro, so-
vrapposti e intramezzati da altri di carbone e cenere
o di selciati. Se fosse vero che la terra gialla venne
sparsa quando rifacevasi un gruppo di abitazioni, avremo
quattro serie successive di costruzioni che si sovrap-
posero e questo darebbe una durata considerevole a
tali abitazioni.

Non tutte le capanne furono (e già lo dissi) di-
strutte dal fuoco. È probabile che, allora come adesso,
venissero demolite capanne per farne altre maggiori
o più comode, o che fossero abbandonate per vec-
chiaia.

La terra che serviva per il rivestimento delle ca-
panne era di due qualità, bianca o nera, cioè natu-
rale o mescolata con polvere di carbone.

Nelle stratificazioni si trovarono molte pietre grosse
di calcare che il padrone attuale del fondo, portò alla
periferia della stazione per fare un muro a secco. Guar-
dando il piano del terreno vergine nelle varie foto-
grafie a piedi delle sezioni si vedono queste pietre ;
probabilmente servivano alcune per sedersi, altre per
mettere sul tetto e tener ferma la paglia, perchè il
vento non la portasse via come vediamo nei chalets
svizzeri.

CAPITOLO XI.
Oggetti di carattere religioso.

§ 1-

Notizie preliminari sui vasetti votivi.

Piccoli vasi, tanto minuscoli che non potevano
servire a nulla di pratico, trovansi già nel terreno
neolitico dell'Egitto e di Creta, e conservaronsi a tra-
verso l'età del rame e del bronzo sino a quella del
ferro in tutta Europa ('). Vasetti uguali pubblicò lo
Scliliemann negli scavi di Hissarlik, e specialmente
dalla quarta città ne venne fuori un grande numero (*).
Egli credette fossero giocattoli, ma vedremo essere una
opinione insostenibile, perchè tali vasi si trovarono nelle
stipi sacre, insieme con altri oggetti pel culto, e nelle
tombe e sempre accumulati in grande numero. Ora,
solo un intento sacro può spingere a far tali rac-
colte

Tra le forme più antiche di vasetti di pietra che
non potevano servire a nulla di pratico perchè alti
pochi centimetri, ricordo quelli di Haghia Triada pub-
blicati dal Paribeni (*). Tale usanza si conservò nella
civiltà ellenica, e l'Orsi ne trovò in grande numero
nelle tombe di Camarina (5) tanto per citare un
esempio, e le stipi votive ne sono piene.

Per lo studio della civiltà preistorica che fioriva
uniforme sulle due sponde dell'Adriatico è utile ri-
cordare che alcuni vasetti di Coppa Nevigata sono
identici per la forma e le proporzioni a quelli della
stazione neolitica di Eutmir nella Bosnia (6), e delle
terremare nella valle del Po per l'epoca del bronzo.
Anclie a Phaestos estrassi dal terreno neolitico va-
setti come questi, ed uno identico per forma e
grandezza a quello delle terremare (7).

(') Gabrici, Monumenti antichi, XVI, p. 189.
(•) Ilios, p. 091.

(3) Patroni, Caverna naturale con avanzi preistorici in
provincia di Salerno. Monumenti amichi, IX. Trovò da duo
a trecento tazzine ed orcioletti.

(4) Monumenti antichi, XIV.
(*) Ibid., IX, p. 2GÙ.

(•) Die neolithische Station von Butmir, II Theil, 1898,
pagg. 12, 15, 17, 21, 30.

(7) Pigorini, Stoviglie votive italiche dell'età del bronzo
e della prima età del ferro. Rendiconti R. Accad. Lincei
Scienze morali, 189G p. 450, fìg. 1.
 
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