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PRESSO MANFREDONIA

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Tali vasetti che trovaronsi pure sul Viminale ave-
vano fatto credere a Stefano De Rossi che esista una
relazione colle terremare, ina l'origino loro più an-
tica nell'Egeo modifica questa ipotesi.

L'idea che tali vasetti potessero servire come
simboli di offerte, e fossero fatti per rappresentare
una ceramica con dimensioni maggiori, come sono le
tavole di libazione, è la prima che si affaccia. 11 va-
setto sarebbe come l'imagine e il ricordo di un of-
ferta, di un sacrificio, o di una libazione. Potrebbe
però essersi trasformato tale simbolo in vero oggetto
di culto. A tale conclusione ci conducono le notizie
raccolte dal De Rossi ('). I fratelli Arvali pregavano
davanti alle olle antiche e poscia le gettavano pel
clivo. La tazza che aveva servito a Numa pei sacri-
fici era nera; ed i Romani la conservavano religiosa-
mente. Nel luco della Dea Diana alla Magliana ram-
menta il De Rossi che si trovarono diciotto vasi, più
o meno infranti, tutti spettanti agli incunaboli dell'arte
ceramica. I frammenti di questi vasi, come appare
dalla figura che ne pubblicò il De Rossi, sono real-
mente neolitici.

L'aver trovato presso le lastre marmoree sulle
quali furono incisi gli atti degli Arvali, i frammenti
dei vasi che i Romani conservavano come reliquie dei
loro maggiori, è un fatto importante perchè serve a
spiegarci il culto della ceramica sacra, le tazze ed i
vasi con teste di animali e gli amuleti fatti con pezzi
di vasi, dei quali parlerò in seguito,

§ 2.

Descrizione dei vasetti votivi.

L'abbondanza dei vasetti votivi, è (come dissi)
una caratteristica della religione neolitica; dall'età
del rame a quella del bronzo la vediamo diffusa in
tutto il bacino del Mediterraneo, oltre le Alpi nelle
palafitte, e nelle nostre terremare. Per brevità mi
limito alla presentazione di alcuni vasetti fra i più
importanti che trovammo a Coppa Nevigata, citando
il numero del Catalogo per quelli della collezione del
Museo preistorico di Roma.

Fig. 81, tav. XII (78375). — Ciotolina di terra
nera riposante su quattro pieducci con ansetta che si

(M Giornale arcadico, tomo CCIII, 1868, p. 134

eleva verticalmente sull'orlo (alt. m. 0,03, diam.
m. 0,06).

I vasi con mammelloni sul fondo che trovatisi
nell'età neolitica li vediamo in questi vasetti rituali.
È un tipo di ceramica molto diffuso alla fine del neo-
litico nelle palafitte nostre, e oltre le Alpi. Questo
ha un' ansetta che elevasi verticalmente sull'orlo.

Fig. 82. (N.78367). — Vasetto minuscolo a foggia
di piccola sitala con corpo a tronco di cono, manico
impostato su due punti opposti dell'orlo e beccuccio
conico laterale. Manca il manico (alt. m. 0,03, diam.
m. 0,05).

Fig. 83. — Vasetto di terra nera biconico, alto
m. 0,040 diametro massimo m. 0,037, ben cotto con
un foro che attraversa le pareti sul quale forse in-
scrivasi un beccuccio.

Vasetti identici trovansi nella stazione neolitica
di Butmir e nelle terremare, quali furono descritti
dal Pigorini nella Memoria sopra ricordata.

Viene tutta una serie di ciotoline minuscole che
rappresento nelle figg. 84, 85, 86 in grandezza na-
turale, alcune sone lisce altre di rozza fattura. La fig. 87
rappresenta un vasetto minuscolo globoso di terra
poco cotta senza ause nè ripiegature all'orlo.

Fig. 88 (N. 78377). — Vasetto globoso di terra rossa
con duo anso a linguetta rialzata, una delle quali
mancante; l'orlo è ornato con piccoli incavi obliqui, e
sotto le anse gira un cordone rilevato a guisa di fet-
tuccia pieghettata (alt. m. 0,045, diam. m. 0,06).

Fig. 89 (N. 78374). — Tazzetta con piccolo pie-
dino, orlo che staccasi con angolo vivo dal fondo, e
ansetta orizzontale forata alla base dell'orlo stesso
(alt. m. 0,045, diam. m. 0,075).

Altri vasi più grandi ai quali pure inclinerei di
attribuire un significato religioso hanno le anse fatte
come la testa di un uccello. La fig. 90, tav. XII è
di terra cotta nera bene liscia riprodotta in gran-
dezza del vero (').

(') In uno scavo che feci alle Conelle presso Acervia nei
l'ondi di capanne insieme col prof. Dall' Osso trovai pure
teste simili di uccelli. Queste notizie possono venire utili per
spiegare una decorazione che trovasi fatta a sbalzo in un vaso
lipo di Villanova il quale motivo credevasi fosse importato dal-
l'Oriente (Bullett. palet. itah, XXVIII, 1902, p. 251 ; XII,
p. 78 e scg.). Qui vediamo che il profilo di tali teste di uc-
celli era già comune presso gli stovigliai in epoche più re-
mote.
 
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