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379

STAZIONE PREISTORICA DI COPPA NEVIGATA

380

In uno erasi cominciato a fave il buco da una parte cati, egli crede che servissero come giuochi o fossero

e dall'altra e si sospese prima che fosse fluita l'a- pezzi di ceramica per contare: ne parlerò in ultimo,

pertura. L'usanza di appendersi al collo pezzi di ceramica

Schliemann, descrivendo la prima città della col- talora assai grossi, si estende dall'Egitto a tutti i

lina di Hissarlik, dice: « Nella prima città, come paesi del Mediterraneo. Il prof. Paribeni mi diede

nelle quattro città preistoriche che lo succedono, si i pezzi tìg. 101 A, tav. XIII e 101B che trovò sugli

trovano in grande numero dei piccoli dischi di terra- scheletri in corrispondenza dello sterno dentro le tombe

cotta da 37 mm. a 75 min. di diametro con un'aper- in Egitto ad El-Hammamiye. Sono staccati da vasi

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■ m

afe

no. 100 c.

tura nel centro; siccome sono leggermente convessi da
un lato e dall'altro leggermente concavi, ed i bordi
sono grossolanamente arrotondati, non si può dubitare
che siano stati tagliati da un pezzo di ceramica rotto.
Questi dischi servivano evidentemente per filare colla
conocchia, e dovevano servire altresì per il lavoro di
tessitura per tendere il filo ».

Ne trovò identici il De Morgan in Egitto tagliati
in modo uguale da frammenti di vasi ('). Egli cre-
dette fossero fusaiuoli, ma sembrami siano troppo pic-
coli per tale uso e siccome egli notò che cessarono di
esistere quando comparvero i metalli, so avessero
servito a filare non si comprende perchè dovessero
scomparire. A Eliopoli, nel terreno neolitico, il pro-
fessor Schiaparelli trovò parecchi di questi dischi, che
vodonsi nel Museo di Torino. Quelli che non sono bu-

rossi che hanno il collo nero, sono sottili 5 mm. e di
buona ceramica con fori. Oppure, essendosi mescolato
il carbone all'argilla le due superficie sono rosse e
internamente la pasta ha un colore di ardesia. Esa-
minando i bordi dei fori generalmente biconici e più
stretti nel mezzo appaiono tracce di logorìo per la
sospensione.

Dischi simili trovaronsi nelle palafitte in Malia
od all'estero, ricordo fra l'altre quelle del lago di
Costanza. Ne vennero in luce anche nell'Ungheria (').

Riconosciuto che tali dischi si portavano al collo
e che non sono pesi per le reti (perchè non sono logori
alla periferia) dobbiamo ammettere fossero amuleti.

Come dissi nel precedente capitolo questi diselli
si collegano al culto della ceramica sacra e vedemmo

(') De Morgan, Rechcrches sur les orif/ines de VEgypte
voi. II, 1896, p. 164.

(') Sampel, Antiquités prehistoriques de la Hongrie. Ta-
vola XIII.
 
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