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ALGHERO. NUOVI SCAVI NELLA NECROPOLI PREISTORICA

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frugata ab antico, ma tuttavia abbastanza rimase della
suppellettile se non della sua primitiva disposizione.
Un ampio prodromos di m. 7,40 di lunghezza, largo
circa m. 2,00, che può confrontarsi coi più grandiosi
della necropoli sicula di Valsavoia (') e con quelli
delle tombe principesche di Cnossos (2), precede la
fronte del sepolcro. Dal corridoio, per un'ampia porta,
ornata da rincassi regolari e chiusa in origine da am-
pio lastrone, si passa all'anticella a, di m. 2,20 X 1,80
ed alta m. 1,20; da questa, per un'ampia porta di
m. 0,95, pure ornata da rincassi, si passa alla maggior
cella, di m. 2,88 X 3,47, ad un dipresso rettangolare,
sui due fianchi della quale si aprono quattro grandi
nicchioni, c-f, ad ampia bocca tondeggiante, di pianta
circolare e delle dimensioni ad un dipresso uguali di
m. 2,00 di lunghezza e m. 2,20 di profondità.

Dalle varie celle si ebbero 17 piccozze da scavatore,
alcune a pane di burro, robuste, a due punte, altre
invece più appiattite, a scheggiature regolari; altre
infine a mazzuolo elittico ed a scheggioni informi. In
tutte le celle si ebbero numerosi seppellimenti, tutti
però sconvolti. L'anticella, con piano inclinato verso la
cella, ne doveva contenere almeno quattro, a giudicare
dai crani, moltissimi la cella maggiore. Questa dette
anche una quantità grande di stoviglia frammentaria,
di classe grossolana, dove figuravano grossi vasi a fondo
piatto e pareti tondeggianti, e muniti di piedi ; alcuni
avevano i piedi a lunga lingua acuminatissima, ma
nessuno ci pervenne intero. Alcuni grossi recipienti,
dalle pareti d'impasto compatto e di avanzata cottura,
avevano la grossa ansa a ponte ; non frequente è l'ansa
a grosso canale ricurvo, incavato nello spessore del
vaso, già nota per la Sardegna dalle grotte del capo
S. Elia (3), Si ebbero anche resti di bacini a pareti
verticali e labbro a taglio netto sporgente all'esterno
dell'orlo.

Della classe di ceramica fina si ebbero numerosi
resti di ollette sferoidali, biconiche; talune ad ansette
a ponticello, moltissime a bugna forata, per sospen-
sione, con iugubbiatura lucentissima e colorazione di-
versa, taluna bruna, altre grigio-chiare, altra infine

(') Orsi, Bull, di Paletti, ltal, A. XXVIII, sep. VII, fig. B,
d. 107.

(a) A. J. Evans, The prehistoric tombs of Cnossos, p 135,
tav. XCIII, fig. 121.

(3) Pinza, op. cit., p. 23. fig. 11.

leggermente rosata. Alcune ciotolette, con bella sagoma
carenata, ricordano le ciotole della grotta salernitana
di Zacchito (') e della terramara tarantina di Scoglio
del Tonno (2); altre invece a parete svasata, con
ansa a piccolo forello od occhio rotondo per sospen-
derla a mezzo di una funicella, è di tipo già dato
nell'Italia meridionale e che si presenta anche in Si-
cilia, nella grotta della Chiusilla d'Isnello (3), quanto
in grotte eneolitiche francesi, come in quella di Bou-
nias, di periodo eneolitico {*). Di altre piccole ollette
si potè desumere la sagoma elegante, a carena taglien-
tissima, con fondo tondeggiante e bocca espansa, in
gran parte di egregia fattura e ben lucidate, che ri-
cordano i più bei esemplari siculi di Castelluccio (:'),
ma specialmente quelli delle grotte portoghesi di Al-
cobaca (6). Di queste ciotole molte erano a sospen-
sione e presentavano uno o due fori verticali accoppiati,
attraversanti le pareti del vaso alla carena (fig. 72, i).
Fra le ciotolette a pareti verticali ed a labbro spor-
gente, si hanno frequenti esempi di piccole prese ma-
miliari, sporgenti dall'orlo, di tipo già dato dalle ca-
verne sarde di Serbariu (7).

Rare sono le decorazioni incise, non mancano però
del tutto. Una brocchetta con ansa a ponticello era
ornata ad incisioni profonde ad una serie di triango-
letti riempiti da zone, tracciati con mano fugace e
decisa già dati da altre tombe della necropoli, che
dimostrano una grande abitudine a questo motivo de-
corativo.

Dall'anticella si ebbero varie scheggie e robusti
coltellini d'ossidiana, che possono anche ritenersi stru-
menti atti per aprire valve di molluschi, come cardium
e mylilus, trovati numerosi nella cella. Ivi si rinvenne
un grosso dente canino, forse di orso (8).

(') Patroni. Archivio per V antropologia, XXX, 1903, p. 295,
fig. 9.

(») Q. Quagliati, Not. scavi, 1902, p. 585, fig. 5.

(:)) Giuffrida Ruggieri, Materiali paletnol. d'una caverna
naturale ad lsnello (Cefalo), in Atti Soc. rom. d'antropol.,
voi. VIII, fase. II, 12; cfr. Colini, Bull, cit., A. XXX, pp. 100,
173, 175. tav. B.

(4) Cazalis de Pondouce, Allées couvertes de la Provence,
p. 23, tav. IV, 5.

(5) Orsi, Bull, cit., A. XVIII, tav. II, 3.

(6) Portugalia, I, p. 474, figg. 1881 e 182.
(') Pinza, op. cit., p. 34, fig. 18.

(8) L'orso è attualmente scomparso dall'isola di Sardegna;
ma è molto facile che esso abbia abitato le foreste dell'isola
e fosse un residuo di fauna quaternaria.
 
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