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ALGHERO. NUOVI SCAVI NELLA NECROPOLI PREISTORICA

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riot, studiata dal Du Bave ('). Assai importante la
decorazione dell'anticella, che aveva una specie di
zoccolo sporgente, alto una ventina di centimetri, tutto
attorno, e scolpiti in rilievo, limitato da graffito, nelle
due pareti laterali e più evidente in quella di destra
(tìg. 70) due grandi segni semilunari, con uno dei
corni più rialzato, di m. 1,20 di larghezza comples-
siva, nettamente e decisamente eseguiti, con un ri-
lievo più accentuato nel centro e meno alle due estre-
mità. Questi segni hanno evidentemente un carattere
intenzionale ed una significazione connessa con l'uso
sepolcrale della cameretta, al pari di quella delle
tonane XIX e XXbis, e quanto al loro siguilicato io
credo di interpretarlo rettamente per una figura di
nave, o di barca primitiva, con la prora alzata ed
atta perciò ad affrontare il mare, riproduzione non
troppo infedele delle barche usate dalle famiglie che
qui accolsero i propri defunti. La presenza di questo
segno ci attesta che anche presso questa famiglia eneo-
litica di Anglielu Ruju è già penetrato il concetto di
un viaggio del defunto, attraverso ad un fiume od al
mare, concetto abbastanza generale anche fra i po-
poli primitivi e che appare già diffuso in età prei-
storica, tanto nelle necropoli del Mediterraneo orien-
tale, specie dell' Egitto, all'inizio del periodo dei me-
talli, come anche nei dolmens dell'occidente e fra le
incisioni rupestri del nord dell'Europa, come riassunse
di recente l'Hoernes (2). Questo segno è una manife-
stazione notevole di concezioni e di principi relativi
alla vita d'oltretomba in questo popolo di Sardegna,
che con tanta cura veniva preparando la sua dimora
funeraria, ed ha tanto maggiore interesse la sua com-
parsa in questa tomba eneolitica, in quanto che essa si
deve porre in relazione con quel fenomeno che possiamo
sorprendere più tardi, in età del bronzo, in piena
evoluzione della civiltà sarda dei nuraghi, e cioè con la
presenza delle numerose barchette di bronzo, di ca-
rattere votivo, già riconosciute quale prodotto locale
ed espressione di concetti propri delle varie famiglie
sarde (3).

(') Du Bayo, Archéol. préhistorique, p. 140, fig. 15.

(*) Hoernes, Ueber prehistoriscke schiffsbilder in Urgesch.
d. bild. Kunst., p. 383 o segg; c specialmente per la diffu-
sione del tipo, p. 392.

(3) Pais, La Sardegna prima del dominio romano, tav. VI,
1-3; Pinza, op. cit., p. 194, figg. 102-105, tav. XVI, 17 ; Hoernes,

Dall'auticella si passava ad una molto vasta ca-
mera b, di m. 4,50 X 2,85 con la volta e parte delle
pareti franate; meno distrutta la prossima cella di
destra, e, anch'essa abbastanza grande e con vòlta in
gran parte rovinata. Il lato destro della cella era
però conservato e presentava un altro esempio di
letto funebre distinto e separato da un basso para-
petto dal resto della cameretta, simile a quello che
abbiamo nella tomba sicula rinvenuta dall'Orsi a
Rivettazzo (').

L'anticella a quando fu ripulita dal materiale della
vòlta franata e dal terriccio si riconobbe sterile. Anche
la grande cella b, sotto alla congerie di sassi che la
occupava, non dette che pochi resti di inumati e qual-

Fig. 71. — Vasetto fittile della tomba XXX (lampada?).

che residuo di ceramica e fra questi i consueti sco-
delloni a tripode, di vasi grandi e rozzi, con altri più
piccoli e di più accurata fattura,' come un vasetto a
sezione di cilindra, con incavo quasi rettangolare poco
profondo ad un dipresso della forma di un portasapone
(fig. 71), di tipo nuovo nella necropoli e nell'isola, che
io propendo a ritenere una lampada. Un frammento di
brocca con lunga ansa a ponte richiama tipi ovvi in Si-
cilia nel secondo periodo, senza però raggiungere quel-
l'ampio sviluppo e quella sicurezza delle belle brocche di
Castelluccio e di Matrensa (2) ; ricordo anche una por-
zione di vaso con ansa a ponte rilevato da cordoni,
con due leggieri risalti o cornetti dove questa si im-

ivi sopra, p. 381. La presenza di questo segno, che già attesta
la credenza di un passaggio dello spirito del defunto attraverso
al mare, è un elemento non trascurabile per riconoscere la con-
tinuità etnica e psicologica della stirpe sarda, dall'età eneoli-
tica in poi, e con altri dati concorre a provare che le conce-
zioni fondamentali relative al mondo ultrasensibile ed al culto
funerario, erano già svolte e formate, come tutti i principi
embrionali delle varie arti e delle varie industrie.

(') Orsi, Ball, cit,, A. XXIX, tav. II, 11, 12.

(2) Orsi, Castelluccio, in Bull, cit., A. XVIII, tav. II, 36;
IV, 3; V, 21 ; Milocca o Matrensa, ivi, A. XXIX, p. 146, tav. II, 0.
 
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