Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Hinweis: Ihre bisherige Sitzung ist abgelaufen. Sie arbeiten in einer neuen Sitzung weiter.
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 19.1908

DOI Artikel:
Taramelli, Antonio: Alghero: nuovi scavi nella necropoli preistorica a grotte artificiali di Anghelu Ruju
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9316#0296

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
523

ALGHERO. NUOVI SCAVI NELLA NECROPOLI PREISTORICA

524

fra i triangoli incisi ha risalto una fascia liscia, a zig-
zag, molto regolare, di bell'effetto; gli ornamenti a
zone incise orizzontali, alternate con fascie o zone di
tratti incrociati obliqui, e quelli analoghi che lasciano
i campi romboidali più grandi e regolari sono fra i
migliori esemplari della ceramica primitiva, insieme
con le imitazioni di decorazione empestica, a zone di
linee raggianti dal fondo, o con le decorazioni a cerchi
concentrici o a segmenti di cerchi o a curve avvilup-
pantisi, rialzate da colore o bianco o rosso aggiunto.
In qualche caso le decorazioni circolari sembrano ot-
tenute da pressione di fune, non raramente a mano
libera, col motivo consueto di fascie incise, o doppio
linee, con taccheggiature che riempiono il tratto in-
termedio. La decorazione a rilievo a zone sovrapposte,
è scarsissima; più frequenti gli ornati a bugnette, o
mamme, o bitorzoletti sull'orlo e sul ventre, che si
alternano con incisioni fatte con l'unghia.

Tutta questa suppellettile, come riconobbe anche il
prof. Colini (') nel riassuntivo studio da lui dedicato alla
prima campagna di Anghelu Ruju, ha una facies eneo-
litica, si riferisce cioè a quella civiltà che si convenne
chiamare, in seguito agli studi del Chierici e del Pigo-
rini, eneolitica, della fine dell'età della pietra e del
diffondersi delle più arcaiche forme dei metalli, civiltà
studiata con tanta larghezza dal prof. Colini. E come
siamo venuti man mano accennando nello studio della
necropoli, per la forma delle tombe per la disposi-
zione del deposito e la suppellettile, si presentano
numerose affinità con una vasta area. Anzitutto si
impone la grande eguaglianza di tutti i caratteri con
le tombe delle grotte di Capo S. Elia e con le poche
grotte naturali ed artificiali conosciute nell'isola. Benché
non manchino i rapporti con gli strati eneolitici della
Liguria e dell'Italia superiore, massime per il rito,
per la suppellettile ornamentale, per talune forme
della ceramica, pure le analogie si fanno più vive e
stringenti con le sepolture della Toscana, specie delle
grotte lucchesi e delle tombe dell'arcipelago toscano ;
con quelle delle Marche, del Lazio, ed in genere con
gli strati eneolitici dell'Italia meridionale, di Mol-
fetta, del Materano, delle grotte salernitane, in modo
da confermare le vedute del prof. Patroni e del Co-

lini ('), il quale vide nella Sardogna, nell'Italia cen-
trale e meridionale ed anche nella Sicilia, una vasta
area nella quale gli strati eneolitici presentano, per
affinità di condizioni d'ambiente, per intercorrenti rap-
porti più continui e frequenti, e fors'anche per ragioni
etniche, analogie più dirette ed evidenti. Ma le
nuove indagini hanno affermato i rapporti strettissimi
con la civiltà rappresentata dai monumenti megalitici,
grotte naturali ed artificiali della Francia meridio-
nale e della penisola iberica, non solo per l'architet-
tura della grotta funeraria, massime della Francia, e
per la presenza di simboli in rilievo, ma per l'ana-
logia di alcuni tipi di utensili litici, come le freccio
a margini seghettati, di ornamenti, come gli anelli
ed i pendagli, delle forme di armi di rame, e spe-
cialmente della forma e decorazione dei fittili ; non
meno stringenti le analogie con la civiltà del primo
periodo dei metalli di Spagna, quale si manifesta nelle
necropoli a tombe ipogeiche, nei tumuli dolmens di
Odimela, nell'Aragona, di Alcalà, col loro vario cor-
redo di ornamenti di con duglie e di pietra, coi bic-
chieri a campana, le tazze e ciotole carenate, coi pro-
dotti metallici.

Anzi per questo riguardo i rapporti con la peni-
sola iberica sembrano assai più copiosi e larghi di
quelli che intercorsero con la Sicilia, ai quali già ac-
cennava l'Orsi (2). avendosene le prove più chiare con
la presenza di perline di argento, e forse anche dei
pugnali a lama triangolare in rame, e delle materie
coloranti, date dai minerali della Spagna per la de-
corazione dell'interno delle celle, non meno che nella
identità delle forme e dei motivi ornamentali di ta-
luno ceramiche, massime di quelle incise e che sem-
brano attestare, nou tanto una ispirazione comune,
quanto un centro unico di fabbricazione. Del resto, la
posizione della Sardegna, con le sue rade e con i suoi
porti naturali aperti verso il bacino occidentale del
Mediterraneo, sembrava designarla come ponte di
passaggio tra le regioni orientali e la penisola occi-
dentale del Mediterraneo, nello stesso modo che ne
determinò, tanti secoli più tardi, e per tempo non breve,
la condizione economica e politica.

(') Ballettino di Paletnologia Italiana, A. XXXI (1905),
p. 193.

(') Bull, cih, A. XXVII, p. 122.

(2) Orsi, Bull. cit.. A. XVIII (1892), p. 83; A. XXIV,
p. 200.
 
Annotationen