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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 19.1908

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Taramelli, Antonio: Alghero: nuovi scavi nella necropoli preistorica a grotte artificiali di Anghelu Ruju
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https://doi.org/10.11588/diglit.9316#0297

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525

Ma non meno interessanti sono i rapporti che ci
è dato di scorgere tra la nostra necropoli e la civiltà
dell'Egeo, massime di Creta minoica e premicenea,
specialmente per la struttura delle tombe a camera,
scavate nella roccia, con lungo corridoio, anticella e
cella per lo più rettangolari, come per la forma di
taluni fìttili, quali le pissidi, le ciotolette ad ansa
rivolta in alto, i tripodi, le decorazioni a zone liscie
a zig-zag, limitate da triangoli incisi, sovrattutto in-
teressanti le statuette in marmo di tipo asessuale e
quelle femminili ed i segni o simboli incisi sulle pa-
reti e sui pilastri, attestanti, meglio che relazioni
esteriori e commerciali rapporti, profonde ed intime
affinità di coltura e di pensiero. Ed anzi i richiami
già fatti dall'Evans (') alla forma delle tombe di
Hawara, in Egitto, alcune analogie nella suppellettile
metallica, come dei vasi litici e fìttili e loro decora-
zione geometrica, che congiungono la civiltà cretese
più antica con l'Egitto preistorico, come anche i rap-
porti che già traspariscono con i pochi elementi co-
nosciuti dell'Africa settentrionale, sembrano giustificare
le idee anche recentemente accennate dal Maeltenzie (2),
che nella civiltà egea sia da vedere un movimento di
razze preariane del sud, che attinse perciò, prima che
le spiaggie del continente europeo, le isole mediter-
ranee e specialmente quelle meridionali, formando in
esse centri di sviluppo etnico e di cultura radiante.

Da questo movimento di razze dal mezzogiorno
anche la Sardegna sarebbe stata raggiunta in questa
remota epoca eneolitica, alla quale risalirebbero i germi
delle forme dei riti, dei caratteri della sua civiltà pri-
mitiva, che conservarono le affinità fondamentali con
quelle dei remoti periodi della civiltà cretese, mentre
differiscono sempre maggiormente gli stadi successivi
che nell'isola di Minos attinsero una complessità ed
un'altezza cui non toccò mai la Sardegna.

Questo primo raggio di luce che le campagne di
Anghelu Ruju hanno portato sulla civiltà eneolitica
della Sardegna, ci permette un paragone con la sorella

(') Evans, The prehistoric Tombs of Knossos, p. 169,
fig. 147.

(3) Mackenzie, The middle minoan pottery of Cnossos
[Journ. of Ilell. Stud., XXVI (1906), p. 264 « ... conclusione
froin actual excavations raake it over more apparent that the
racial movement wliich resulted in Aegeo-Micenean civilisation
was pre-Arian one from the South, und that consequently, the
islands became early centres of racial development ».

Monumenti Antichi — Vol. XIX.

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isola di Sicilia, per la quale, l'attività mirabile di
P. Orsi ha potuto raccogliere molteplici ed ordinate
fila della storia primitiva. Più stringenti sono i rap-
porti col materiale delle grotte naturali di Villafrati,
di Moarda, della Chiusilla di Isnello, e con le grotti-
celle di Capaci nella parte occidentale e settentrio-
nale dell'isola; anche con le necropoli della Sicilia
orientale, che l'Orsi ha chiamato del primo periodo,
si possono scorgere non lievi somiglianze e per il tipo
delle tombe a grotticella, e per la suppellettile. La
necropoli di Castelluccio, e più ancora quella di Me-
lilli ('), hanno una notevole impronta litica, preva-
lendovi i coltelli, le accette di pietra, i pendagli di
valve ed alcune forme fondamentali dei vasi grezzi, a
superficie acroma, le idrie biconiche, le tazze a carena,
le ollette a corpo cuoriforme, che si connettono a quelle
della necropoli sarda, ma se ne differenziano però per
una maggiore libertà ed ardimento nella fattura e
nell'impostamento delle anse, come anche per un
maggior progresso delle forme dei bronzi, alquanto più
vari e copiosi. Anche la necropoli interna di Monte-
racello, che pure in varie sue tombe ha dato sino
a quindici coltelli di selce e presenta una serie di
tazze semicircolari e coniche monoansate e di tazze a
carena, con accettine forate e spiratine di rame, ha
pugnaletti più svolti, a lama con rilievo mediano, eon
codolo a costola e chiodetti per il manico ed in ge-
nere le accette siciliane in metallo, anche più an-
tiche hanno forme meno arcaiche e rudimentali di
quelle date dalla nostra tomba XXX (2). Più strin-
genti le analogie con gli arcaici sepolcreti di S. Cono,
presso Catania, del predio Iozza, di Gela, per i quali
l'Orsi ha adottato la dizione più larga di Protosiculi,
volendo accennare ad una contemporaneità con lo strato
di Stentinello e ad una priorità in confronto alle
necropoli del primo periodo (:t). Per contro, tutte
queste necropoli del primo periodo siculo presentano
grotticelle assai più piccole, con disposizioni sem-
plici; e per trovare i raffronti alla grandiosa e
varia struttura delle tombe della nostra necropoli,
coi loro ampi padiglioni, con l'armonica distribu-

(') Orsi, Bull, cit., A. XVII, p. 75; A. XVIU, tav. Ili,
11-14, 21, 23; tav. IV, 4, 11.

(a) Orsi, Bull, cit., A. XXIV, p. 162.

(3) Orsi, Sepolcri protosiculi di Gela, in Bull. cit. A. XXXIV
(1908), p. 105.

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A GROTTE ARTIFICIALI DI ANOHELU RUJU
 
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