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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 19.1908

DOI Artikel:
Taramelli, Antonio: Alghero: nuovi scavi nella necropoli preistorica a grotte artificiali di Anghelu Ruju
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https://doi.org/10.11588/diglit.9316#0304

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539 ALGHERO. NUOVI SCAVI NELLA NECROPOLI PREISTORICA A GROTTE ARTIFICIALI DI ANGHELU RUJU 540

remotissima e da incoraggiare più larghe e profonde
ricerche.

Le visite fatte a questi scavi da storici del valore
di Ettore Pais, da insigni archeologi come il prof. Mi-
lani ed il prof. P. Orsi, mi fanno sperare che oramai
sulle questioni delle origini sarde sarà portata quella
più larga disamina, quel dibattito di idee che non
potrà mancare di produrre effetti del più grande van-
taggio. Già il prof. G. A. Colini, nel suo riassunto
sulle scoperte di Anghelu Ruju, edito nel Bollettino
di Paletnologia Italiana, a. 1905, p. 193, ed il
prof. G. Patroni,ne\Y Archivio Storico Sardo, a. 1906,
p. 92, hanno preso in esame la scoperta di Anghelu
Ruju, ed il prof. P. Orsi ne trasse materia di conforto
per le sue nuove ed interessanti scoperte del predio
Jozza e Gela, le quali avvicinano notevolmente i due
orizzonti protosardi e protosiculi.

Le scoperte isolane furono recentemente prese in
esame dal prof. Pais, in un lavoro sulla Civiltà dei
nuraghi e sullo sviluppo sociologico della Sardegna,
edito nei rendiconti dell'Accademia dei Lincei, seduta
17 gennaio, 21 febbraio 1909. Data la vastissima col-
tura del prof. Pais e la sua conoscenza della storia del
natio loco, il suo scritto, per quanto debba ritenersi
piuttosto un programma che non un lavoro esauriente,
ha però un grande peso, nè io posso limitarne l'esame
in una breve Nota, dove non sarebbe dato di riassu-
mere con sufficiente larghezza le idee del chiaro stu-
dioso, massime dove queste conducono a nuovi ed im-
portanti risultati.

Solo mi sia dato rilevare quei punti in cui le idee
espresse dal prof. Pais sono troppo distanti da quelle
da me esposte e che, per quanto da lui vivamente
combattute, hanno ancora per me tutto il loro valore.
Come la necropoli di Anghelu Ruju addusse molti
elementi a dimostrare i rapporti con la civiltà egea
e la premicenea, così lo studio più serio dei monumenti
megalitici sardi mostra ad ogni giorno nuovi ele-
menti di comunanza con l'architettura preellenica,
della Grecia, delle isole Egee, di Creta, e con quella
protoegizia; i rapporti con l'ambiente miceneo non si
limitano quindi ai soli pani di rame, nsXt'xsic, di Serra
Iliii, e non escludono le relazioni con l'Africa setten-
trionale, che io pure ho avuto presenti, illustrando lo

stato delle tombe dei Ciganti di Cremiualana del Sulcis,
con incisioni di tipo simile a quelle dei monumenti
megalitici e delle roccie dell'Algeria meridionale.

Per restringersi alla valutazione cronologica della
necropoli di Anghelu Ruju, io non credo che possa
sostenersi di fronte alla stratigrafia archeologica, e
sopra tutto di fronte allo studio dei fenomeni etnogra-
fici e sociologici, l'idea espressa dal prof. Pais, che
la necropoli di Anghelu Ruju possa essere un esempio
di persistenza della civiltà eneolitica in Sardegna sino
all'epoca in cui altrove erano già svolte e sviluppate
civiltà dell'epoca storica. Come si spiega che nessuno
oggetto di quelle civiltà più progredite è entrato nelle
numerose tombe esplorate ad Anghelu Ruju, che dopo
tutto è situato ad un'ora dal mare, in località pros-
sima ad uno dei più sicuri e vasti golfi e porti na-
turali dell'isola? Nè regge il confronto con i moderni
costumi medioevali di alcuni villaggi della Sardegna,
perchè in tutti i riposti angoli dell' isola, dove ab-
biamo una civiltà psicologicamente e formalmente ar-
retrata di molti secoli, non mancano elementi sostan-
ziali e formali che diano immediatamente il chiaro
segno dell'anno di grazia in cui si vive. Quanto poi
alla valutazione dei materiali antropologici della ne-
cropoli di Anghelu Ruju, un esame superficiale di-
stingue i pochi cranii dei morti di campagna, sepolti
in età seriore negli ipogei di Anghelu Ruju, dagli
scheletri antichi; l'indagine accurata fatta dal pro-
fessor Sergi e dal prof. G. Salvi, sta a garantire il
valore dei documenti da me raccolti e gelosamente
conservati dal Museo di anatomia di Sassari, dando
una smentita a le meschine insinuazioni di coloro che
vollero pronunciarsi in merito agli scavi di Anghelu
Ruju, senza darsi la pena di sfidare i pochi chilo-
metri di strada che separano Sassari da Anghelu Ruju,
e preferirono lanciare il discredito con ingiuste accuse,
di cui non è lecito ad uno studioso del valore del
Pais di tenere alcun conto. Certo che l'ultima parola
sulla civiltà eneolitica della Sardegna è bene lontana
dall'essere pronunciata, e sono io il primo a dire a
me stesso la necessità di nuovi sforzi e di nuovi sa-
crifici per esplorare altre necropoli di varie regioni
dell'isola.

A. T.
 
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