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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 19.1908

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Ghislanzoni, Ettore: Il rilievo gladiatorio di Chieti
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https://doi.org/10.11588/diglit.9316#0312

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553

II, RILIEVO GLADIATORIO DI CH1ETI

554

La lastra B (tav. I B), come ho già detto sopra,
è frammentata a destra, mentre a sinistra è intera.

Per più ragioni dobbiamo ritenere clie la sua lun-
gbezza fosse pari a quella delle lastre A e C. Av-
verto innanzi tutto che lo studio da me fatto sulla
forma del monumento decorato da questi rilievi (della
quale dirò appresso), mi ha condotto a dare al fregio
formato dalle lastre con rappresentanze di gladiatori
combattenti, una lunghezza di poco superiore ai quat-
tro metri e mezzo, cioè pari alla lunghezza di tre
lastre che siano appunto lunghe quanto le lastre
A e B. Anche la lastra B quindi doveva misurare
m. 1,55. Aggiungasi che tanto nella lastra A quanto
in quella C sono ritratte otto figure: in A, come
abbiamo veduto, quattro coppie di combattenti ; in C,
come vedremo, sei gladiatori e due uomini inermi. Il
numero dei combattenti deve essere pari, chè altri-
menti non si combinerebbero le coppie; anche la la-
stra B doveva avere, come le altre, un numero pari di
figure. E qui occorre ricordare che insieme con le
lastre figurate che ora esaminiamo, tornò in luce un
altro frammento, in cui erano ritratte, certo non intere,
« due figure atteggiate a lotta gladiatoria »('): fram-
mento purtroppo oggi perduto. Siccome panni ragione-
vole supporre, questo frammento apparteneva alla la-
stra C, e però avremmo di essa sette gladiatori. Ma, per
quanto abbiamo osservato poco prima, i combattenti
dovevano essere di numero pari : quindi, un altro gla-
diatore ancora doveva esserci; e nella parte mancante
della lastra B e precisamente nello spazio compreso
tra il gladiatore 0 e l'estremità della lastra quando
era intera, se le diamo la lunghezza che hanno le
lastre A e B e se teniamo conto dello spazio occu-
pato da ciascun gladiatore, potevano appunto essere
scolpiti tre gladiatori. Questo mi è parso utile di no-
tare fin da ora.

La lastra B non presenta nella superficie quello
stato di conservazione in generale assai buono che
presentano le altre due, giacché essa ha subito l'a-
zione corroditrice delle acque; ma ciò non impedirà

(') Notizie degli scavi, 1887, p. 297. Questo frammento
misurava m. 0,33 X 0,23 X 0,13; e certo la misura m. 0,33
indicava lo spessore della pietra, il quale corrisponde allo
spessore che avevano le lastre con figure gladiatorie prima che ve-
nissero assottigliate perchè fossero più facilmente trasportabili.

di riconoscere l'armatura e l'atteggiamento dei gla-
diatori.

La prima figura a destra - 9 - presso la grande
frattura, ci si presenta di fronte : poggia sulla gamba
sinistra, nella quale scorgo tracce della bassa ocrea
caratteristica dei gladiatori sanniti. E che egli appar-
tenga a questo genere di gladiatori ci assicura il
grande scudo che tiene aderente al ventre. Alla su-
perfìcie esterna dello scudo aderisce la mano destra,
che stringe la spada ora frammentata.

Del braccio destro manca la maggior parte, dal-
l'omero alla mano; del braccio sinistro pure manca
la parte che va dalla spalla al margine dello scudo che
imbraccia. Che cosa faccia o attenda questo gladiatore,
il quale guarda innanzi a sè, non è facile riconoscere;
manca il suo avversario, certamente scolpito accanto
a lui nella parte perduta della lastra.

Presso il sannita ora descritto è un altro gladiatore
- 10 - della stessa armatura. Volge, non di pieno
prospetto, il dorso allo spettatore ; pianta sulla gamba
destra ; la sinistra, che porta avanti piegata, è difesa
dalla bassa ocrea; il capo, che vediamo di profilo de-
stro, è coperto dalla galea, la quale ha larga tesa e
un vistoso cimiero piumato. Imbraccia il grande scudo,
frammentato in alto; l'estremità inferiore di esso com-
pare sotto la coscia destra (nella fotografìa non si
scorge). Mi pare che egli sia in posizione di attesa.

Suo competitore è il trace - 11 - che con la gamba
sinistra piegata e la destra tesa, si presenta allo spet-
tatore di pieno prospetto. Il suo braccio sinistro è pie-
gato e imbraccia la panna quadrata, il destro fasica
o il pugnale, mancante nel rilievo. L'elmo è fra i
piedi, e il capo scoperto mostra la bella e ricca
chioma inanellata.

Il suo atteggiamento non ci è molto chiaro, ma
è assai simile a quello di gladiatori ritratti in altri
monumenti del genere. Nel rilievo di Venafro, che io
qui riproduco per la prima volta (tav. V, 1) ('), il se-
condo ed il quarto gladiatore (da destra) della zona

(') Questo rilievo si trova ancora nella vigna Cimorelli,
poco lungi da Venafro. Ringrazio qui il eh. dott. Lucenteforte,
sindaco di quella città, per avermi fornito la fotografia del
monumento, che merita di essere riprodotto, perchè ha singolare
importanza, come vedremo tra poco. Vivi sentimenti di grazia
esprimo pure al prof. A. Di Siro, che tanto si è interessato
per farmi ottenere la lotografìa e per darmi utili chiarimenti.
 
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