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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 19.1908

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Ghislanzoni, Ettore: Il rilievo gladiatorio di Chieti
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https://doi.org/10.11588/diglit.9316#0320

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569

IL RILIEVO GLADIATORIO DI CHIETI

570

cruenti duelli. Dice infatti Giovenale (ITI, 34 e segg.) :

quondam Ili cornicines et raunicipalis liarenae
perpetui comites notaeque per oppida buccae,
miniera nunc edunt et verso pollice vnlgns
cum iubet, occidunt populariter ;.....

e in un epigramma di Venafro (') un tibicen Tiare-
narius così vantasi di aver col suono della tibia ec-
citato i gladiatori a combattere valorosamente :

Tibicinis cantu modulans alterna vocando

Martios ancentu stimulans gladiantes in arma vocavi.

In un'iscrizione metrica greca (2) un gladiatore
reziario, di nome Melanippo, nativo di Tarso, dice di
non poter più ora, perchè morto, udendo il suono della
tuba e di altri strumenti da fiato, eccitare il plauso
e l'entusiasmo degli spettatori:

Ti»' Donavi' èv arcuftoig éa<>lQ(i]i us vèxvv, nttnaSmxa,
Ta\Q<sé\tt, (>rjTHÌQLi', ihvreonv tìù'i.ov, MsXdrinnoV
oixén x«Xxe\A]«roi> wavrjv atikmyyog àxo\v(av
iiv\d" àviamu iiiX&v xéitttfov X[ft]Giv àveyeiQfo. y.r)..

Di più in monumenti gladiatorii vediamo questi
istrumenti. Nella zona superiore dell'importante rilievo
marmoreo pompeiano (tav. IV), dopo i due personaggi
con i fasci, i littori, coi quali comincia la pompa,
sono tre tubicini ; ed i conducenti i due cavalli in
fine della pompa stessa sono preceduti da un uomo
tunicato che suona il liuto (:ì). In una nota pittura
pompeiana un gladiatore trace si appresta al combat-
timento suonando il corno (*). lutine nella corniola
della collezione Stolsch, ora ne\YAnliquarium di Ber-
lino (5), qui appresso riprodotta alquanto ingrandita
(fig. 18), vediamo sotto il podio con gli spettatori in
un ovale indicante l'arena, in alto un uomo seduto
con una lunga verga in mano, in basso un trace ed
un oplomaco, che combattono tra un suonatore di corno
in piedi, a destra, e due tibicini seduti sur uno sga-
bello, i quali pure danno fiato nei loro strumenti (°).

(') C. I. L. X, 4915.

(2) Kaibel, Epigr. Graec. 350 = C. I. G. 3705.

(*) Bull. Napolit., Ili, p. 86 segg., IV, tav. I; Boll, dei-
finti, arch. di Roma, 180(ì, p. 89 seg. ; Berichle der siichs
Gestii., 1801, pp. 313-315.

(4) Helbig, Wandgemàlde Campaniens, n. 1515; Overberk-
Mau, Pompeji, fig. 107; Mau, Pompe/i in Leben und Kunst,
1908, p. 218, fig. 107.

(6) Furtwàngler, Beschreibunq der gcschnittene Sleine im
Antiquarium des Jl/useums zu Berlin, n. 7^37; Westdeutsche
Zeit., I, 1882, p. 155.

(6) Qualche volta invece di suonatori di corno, di tuba o

Nel nostro rilievo i quattro cornicini e i quattro
tibicini siedono sopra due sgabelli posti uno a destra,
l'altro a sinistra del palco principale.

Nella figura -1 - che è nel mezzo del rilievo, la
quale abbiamo già detto essere la principale, non ci
sarà diffìcile a riconoscere l'editor muneris, il perso-
naggio cioè che a proprie spese dava lo spettacolo
gladiatorio allora cosi gradito al popolo. Non occor-
rono molte parole per dimostrare che l'editor doveva
occupare il posto più che gli altri in vista.

Grandi spettacoli gladiatorii, coi quali, in origine
si rendevano più solenni i funerali di illustri perso-
naggi ('), dettero ben presto coloro, che miravano so-
prattutto ad acquistare il favore del popolo per pro-
gredire nella carriera degli onori. Per tali spettacoli

Fio. 13. — Gemina de\V Antiquarium di Berlino
(collezione Stolsch) con rappresentanza di spettacolo anfiteatrale.

si spendevano dagli cditores somme favolose. Già alla

di tibia nelle rappresentanze di combattimenti gladiatorii e di
esercizi fatti nelle scuole dove si apprendeva l'arte della gla-
diatura (ludi), vediamo rappresentato l'organo idraulico (hy-
draulus). Questo strumento con il rispettivo sonatore è rap-
presentato in un riquadro ottagonale del musaico della villa
romana scoperta presso Mennig, nel quale mosaico sono altre
rappresentanze di lotte gladiatorie (in quel quadro, presso
Vhydraulus è pure un uomo che avvicina alla bocca il corno)
(Wilmonsky, Die róm. Villa zu Nennig, tav 12; Westdeutsche
Zeit., I, 1882, p. 154), ed in un vetro rinvenuto presso Thors-
lunde ed ora nel Museo di Copenaghen (Memoires de la societé
royale des Antiquaires du Nord, n. s., 1872, p.59 seg. tav. XI, 1),
a in un vaso d'argento trovato a Reims (Revue Archéol., 1851,
p. 419; Catalogne de la collection F. Gréau, 1885, p. 79, n. 373).
Abbiamo inoltre la testimonianza di Petronio (Sai., 36): Non
minus et Trimalchio eiusmodi methodio laetus. Carpe «inquit,
processit statim scissor et ad symphoniam ita gesticulalus la-
ceravit obsonium, ut putares essedarium hydraule can-
tante pugnare". Dalle quali parole si desume che pure le
lotte degli essedarii, sorta di gladiatori che combattevano su
carri (Meier, De glad. rom., p. 43 sg.; Daremberg et Saglio,
Dutionnaire des Antiq., II, 1, p. 817, s. v. Essedarius; Cfr.
anche II n, p. 1588 seg.; Friedlànder, Sittengesehichte, II 6,
p. 534), erano accompagnate dalle note di un organista (hy-
draules), troppo rozze per non offendere le educate orecchie di
Trini alcione.

(') Cfr. Henzen, op., cit., p. 74.
 
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