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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 20.1910

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Gàbrici, Ettore: Necropoli di età ellenistica: a Teano dei Sidicini
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https://doi.org/10.11588/diglit.9319#0025

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A TEANO DEI SIDIC1NI

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il ventre espanso ed una bocca larga; le coppine a
base piatta acquistano un piede alto e tornito, non
sempre di bell'effetto. Ed accanto a questi, sicura-
mente derivati da originali attici, trovarsi altri vasi
complessi, a forma di largo anello piatto o di ciam-
bella, su cui sono saldati craterini od ollette e che
rispondono al tipo del xéQvog, il quale ebbe in Grecia
un uso, limitato alle cerimonie sacre dei misteri ; per-
ciò non ho adottato questo nome nel descrivere i vasi
cosiffatti. La loro fabbricazione fu abbondantissima
e svariata.

Quanto alla parte decorativa si osserva che, ve-
nuta a mancare la rappresentanza della figura umana,
si accentuano gli ornati a stampo e quelli a color
bianco e giallo misti a graffito. La tecnica degli or-
nati a punzone rivela una dipendenza della ceramica
dalla metallotecnica, propria della ceramica tarda, la
quale conduce gradatamente alla ceramica calena ed
a quella aretina. Tale dipendenza è pure dimostrata
dalle frequenti baccellature sul ventre, dagli alti piedi
delle coppe ben tornite, dalla soverchia lunghezza e
curvatura delle ause di taluni calici, i cui prototipi
giunsero a noi in esemplari d'argento o di bronzo,
dall'orlo sagomato e dalle anse costolate dei grandi
crateri ed altri vasi. Caratteristica specialissima di
questa ceramica tarda è l'alto piede, staccato dallo
ampio cratere della tomba 62 ; la quale associazione
si mantenne invariata fino all'età imperiale, come pro-
vano i numerosi crateri di bronzo pompeiani ('). Un
simile confronto deve stabilirsi per lo olpai od oino-
choai, con due mascherette o figurine a rilievo, l'una
alla base dell'ansa, l'altra sul lato opposto del ventre
(tombe 23, 43, 52, 59, 65, 90, 97 ; cfr. l'analogo vaso
di bronzo della tomba 22 e i vasi pompeiani molto
più somiglianti) (2).

Le terrecotte di questo sepolcreto sono in generale
assai mediocri ; ma talune costituiscono vere ecce-
zioni, perchè ben modellate e di tal grazia e genti-
lezza, da non rimanere inferiori alle belle terrecotte
ellenistiche della Grecia propria. Tali sono a prefe-
renza quelle che rappresentano donne avvolte nello

(') Daremberg et Saglio, s. v., Crater, fig. 2046; Overbeck;
Pompeji3, p. 401, fig. 247.

(2J Nel Museo Nazionale di Napoli, un. d'inv. 69491,09493,
69498,69499,69501.

Monumenti Antichi — Yol. XX.

himation con orecchini e corona di foglie d'edera,
squisitamente dipinte, come ad esempio quelle delle
tombe 44 e 59 (fig. 16). Altre rappresentano una donna
seduta o anche in piedi con bambino poppante (tom-
ba 42), ovvero una donna con lepre sul braccio sini-
stro, ovvero una singolare Artemide con arco, che posa
la mano destra sul capo di una pantera (tombe 26,

Fig. 10.

76) (fig. 17), ovvero una Menade avvicinata da un pa-
nisco fallico (tomba 21), ovvero una donna seduta con
le braccia conserte al seno e abbandonata ad un pro-
fondo sonno (tomba 42). La maschera della tomba 21
è quella stessa che è data come attributo a certe figure,
o è sospesa alle pareti in certe composizioni di soggetto
dionisiaco, sui vasi della Magna Grecia (').

Sono scarsissime le ampolline di pasta vitrea co-
lorata; tre sole ne possiamo annoverare, di cui una
a forma di alabastron, due a forma di oinochoe a

(*) Cfr. vaso di Cuma del Museo di Napoli, n. 85089.

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