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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 20.1910

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Gàbrici, Ettore: Necropoli di età ellenistica: a Teano dei Sidicini
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https://doi.org/10.11588/diglit.9319#0027

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A TEANO DEI SIDICINI

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privato della vita. Essi dovevano servire allo abbi-
gliamento della donna, per abbellire e spartire la
chioma, prima o dopo d'essere stata sparsa di unguenti
contenuti nello alabastron o in vasettini consimili.

Assai caratteristiche ed interessanti nei riguardi
dell'arte e della religione sono le laminette d'argento
sbalzate della tomba 67, che rivestivano un'arca di
legno. Tre sono i pezzi, che si poterono raccogliere
in istato meno frammentario. Il principale (fig. 18)
offre l'immagine superiore di una figura femminile di
fronte con corazza a squame e mantello trattenuto sul

mina d'argento. Vi è di sopra un grifo sbalzato, che
solleva la gamba destra e poggia la sinistra sulla testa
di uu animale, poco chiaro nel disegno e nell'originale,
ma che col confronto di altri monumenti si può de-
finire per ariete. Sotto al ventre del grifo e fra le
gambe posteriori sono sbalzate due piante acquatiche
o palmette; nella parte più bassa della lamina sta
un fregio a tortiglione fra due linee parimenti sbal-
zate.

Un'altra laminetta (fig. 20) reca la rappresentanza
di una Stinge alata, vista di profilo, dietro a cui è

Fig. 18.

Fig. 19.

Fig. 20.

petto da un bottone a rosetta. Il capo è coperto da una
galea frigia, ornata di penne laterali. Al collo ha un
monile con bulla, e un'altra grossa bulla sospesa ad un
laccio scende sul petto. La destra è sollevata ed ap-
poggiata all'asta. Il rilievo semicircolare dietro la
spalla sinistra sarà forse il giro superiore dello scudo,
se non si vuol considerare come un'ala ; io lo intepreto
per uno scudo, che si addice perfettamente a questa
figura di Minerva. Più in su è sovrapposta alla prima
una laminetta tondeggiante d'argento con fiore cen-
trale sbalzato, divisa in sezioni da tagli disposti a
raggi.

Un altro frammento (fig. 19) ci dà la parte infe-
riore di una figura femminile, le cui punte dei piedi
posano sui due unici petali di un grosso fiore sboc-
ciato. Diversi fiorellini sulle parti liscie di questo
frammento sono i buchi, pei quali passavano le bul-
lette che tenevano inchiodata la lamina al legno sot-
tostante. A questa lamina n'è addossata un'altra sopra
uno dei lati e saldata mediante ritenute di sottile la-

sovrapposta e fermata con ritenute una laminetta ton-
deggiante, divisa a mo' di fiore a larghi petali per
mezzo di tagli disposti a raggi, con fiore sbalzato nel
centro. Un forellino sull'ala della Sfinge serviva per
il passaggio di una delle bullette, inchiodate al legno
sottostante.

Nessuno dubiterà dello stile prettamente locale di
questo lavoro a sbalzo e delle molteplici attinenze
che esso ha con l'arte ionica ed etnisca, sia per gli
elementi decorativi, sia dal lato del contenuto. Nella
divinità del primo frammento si riconosce una Minerva
con galea frigia, come vediamo su specchi etruschi (')
e sulla posteriore monetazione romana. Il monile, che
reca al collo, è frequente nelle rappresentanze di di-
vinità femminili etnische. Ben poco resta della figura,
che poggia sui due petali, e che può definirsi per
una Venere. Il grifo, la Sfinge, l'ornato a tortiglione,

(*) Gerhard, Etru.sk. Spiegel, tav. XXXVI e XXXVII.
 
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