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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 20.1910

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Gàbrici, Ettore: Necropoli di età ellenistica: a Teano dei Sidicini
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https://doi.org/10.11588/diglit.9319#0034

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51

NECROPOLI DI ETÀ ELLENISTICA

52

Altri elementi di questa civiltà di Teano ci ri-
chiamano più direttamente all'Etruria meridionale, ed
in primo luogo l'architettura delle tombe. Il tipo di
queste a piccola camera rettangolare, costruita di
lastre di tufo con copertura simile a quella della casa
dei viventi, cioè a due pioventi, fu molto esteso nella
Magna Graecia; ma i loculi disposti sulle pareti, da
due tino a sei nella medesima tomba, costituiscono,
come ho detto, la nota caratteristica delle tombe di
questo sepolcreto, i cui prototipi ci sono stati rivelati
dalle tombe a fossa di Veio, di Civitella S. Paolo e
da quelle a fossa e a pozzetto di Narce.

Gli specchi con manico piatto terminante a testa
di cervo sono per se stessi un genere di monumenti
che si riannoda all'Etruria assai più strettamente che
non alla Campania. Ogni dubbio scompare, quando
si osservi il soggetto della rappresentazione, come
pure lo stile delle ligure e degli ornati sui due specchi
graffiti delle tombe 33 e 79 (*).

All'Etruria ci richiama inoltre la interessante de-
corazione a sbalzo sull'arca della tomba 67 con ele-
menti di arte orientalizzante ed uno stile che si può
dire etrusco. Non si può giudicare diversamente della
figura di Lasa che vediamo sulla hydria maggiore
della tomba 62, coperta in buona parte dalla incro-
stazione calcarea ; figure consimili sono rappresentate
sugli specchi graffiti e nei rilievi funebri delle urne
etnische. Una evidente impronta etnisca hanno le co-
lonnine in rilievo sulle pareti della tomba illustrata
alla tìg. 10, di un ordine ionico singolarissimo, i ri-
lievi del timpano sulle stele funebri, le oreficerie a
filigrana, le incisioni a globulo degli scarabei ecc.

Ma un'altra corrente artistica ci viene additata
dalla quantità considerevole di vasi ad ornamenti
graffiti e dipinti. Anche questi si trovano nella cera-
mica campaua, ma sono da considerarsi come una
eccezioue; la loro produzione fu abbondantissima nelle
fabbriche dell'Apulia, e sono noti presso gli archeo-
logi sotto il titolo di vasi di Egnatia. Gli elementi
decorativi di tali vasi, di color bianco misto a giallo-
chiaro, cominciano nell'Apulia come parte secondaria

(') Per lo specchio della tomba 33 (donne presso un A.ovit}q)
cfr. Mon. ined. IX, tav. 29; Gerhard, Etr. Spiegel tav. CVII,
CVI1I, CLX, CGCXVII. Per quello della tomba 76 (Baccante
con crotali) cfr. Gerhard tav. XCVIII, CCIV, CCCXV.

nei vasi a figure rosse, e finiscono per avere poi la
prevalenza con lo sparire di queste ultime. Nella ce-
ramica di Teano gli ornati bianchi sono adoperati
con grande parsimonia, e può dirsi che si riducano
quasi esclusivamente al ramo graffito con foglie di
edera e bacche ('); laddove sui vasi di Egnatia il re-
pertorio è molto più ricco, estendendosi pure al fascio
di girali, ai grappoli, agli ovuletti, ai viticci, al reti-
colato. La novità della fabbrica di Teano sta appunto
nell'impiego e nella svariata combinazione degli or-
nati dipinti, graffiti ed impressi. Le forme tengono
piuttosto alla ceramica campana, se ne escludi quel
vaso composito, detto kernos, ed il guttus ad uccello,
propri delle fabbriche apule.

Kiassumendo le osservazioni fatte, diremo che
alla civiltà, attestata dalle tombe del sepolcreto Gra-
davola, ebbero parte tre correnti d'influenza, cioè la
campana, la etnisca, l'apula.

I risultati della indagine archeologica stanno in
perfetta armonia con quel che noi sappiamo intorno
alla evoluzione storica del popolo dei Sidicini e alle
condizioni geografiche del paese da loro abitato.

Le pianure che si estendono a sud delle mon-
tagne del Matese, in fondo alle quali scorrono le
acque del Volturno, erano necessariamente attraver-
sato dagli Etruschi, che fin da tempi remotissimi
avevano commercio con la Campania e in ispecial
modo con il loro principale stabilimento di Capua.
La civiltà più antica dei Sidicini non si mantenne
estranea a questa influenza etnisca, come hanno di-
mostrato luminosamente alcune recentissime scoperte
di tombe primitive, da me fatte nell'agro teanese ed
ancora inedite. Tale influenza, esercitata dal commercio
etrusco, durò senza dubbio fino alla discesa dei San-
niti e alla presa di Capua (a. 438) con la quale cessa
veramente ogni diretta ingerenza degli Etruschi nella
Campania. Ma l'azione esercitata per diversi secoli
sulle popolazioni osche di questa regione, dagli Etruschi
dominatori di Capua, fu così efficace e si radicò così
profondamente, che anche dopo l'invasione sannitica
della fine del secolo V, una gran parte della Cam-
pania continuò ad essere etnisca. Nel processo evo-

(') I vasi delle tombe 13 (oinochoe) e 100 (hydria) hanno
qualche cosa di più del ramo graffito.
 
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