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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 20.1910

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Taramelli, Antonio: Il Nuraghe Lugherras: presso Paulilatino
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https://doi.org/10.11588/diglit.9319#0105

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189 IL NURAGHE LUGKERR

Louvre ('), ed il frammento di statuetta della stessa
divinità, data da Amrith(2), e si conserva anche in ter-
racotte figurate di provenienza cipriotta. e che, come
rettamente indicava l'Henzey, riproduce una moda
greca e precisamente ionica, che influì sulla moda e
sulla plastica fenicia, cipriotta e punica.

Il numero rilevante di figurine di questo tipo ri-
trovate nella favissa del nuraghe, alcune delle quali
assai scorrette e di cattiva conservazione, ma con evi-
dente espressione delle orecchie sporgenti dal cala-
thos, dà a pensare che si avesse qui una riprodu-
zione di qualche statua della divinità molto venerata
e conosciuta nell'antica Tharros.

Tipo H (fig. 14, 1). — Raccolto nella nicchia
destra della cella nnragica era un gruppo di terra-
cotte di tipo alquanto differente. Tutto il capo della
dea si erge sul collo della base larga e poco alta, il
volto giovanile e ben disegnato, con un residuo di
ingenuità arcaica nell'occhio ampio ed aperto; i ca-
pelli a due ciocche, divisi sulla fronte scendono a co-
prire le orecchie, ornate da lunghi pendenti. 11 cala-
thos, basso ed ampio, è, più che negli altri tipi,
schiacciato, è ridotto alla pura funzione di reggitore
delle brade per il profumo.

Alcuni pochi timiaterii invece di presentare il
corpo cilindrico, hanno invece sezione rettangolare, il
calathos si aderge con quattro corna agli angoli, la
protome femminile è ridotta ad un mascheroncino
sopra una delle faccio; in qualche caso sulla protome
cilindrica si aderge un calathos rettangolare, ma sì
gli uni che gli altri sono poco copiosi e sono stati
trovati esclusivamente negli strati superficiali recen-
ziorì.

Tutti questi varii tipi, sia quelli che hanno un
carattere più arcaico, come la terracotta data a
fig. 10, 2, ed i varii esemplari del tipo G ad H, sia
quelli con carattere più recente si possono accostare
a prodotti coroplastici ellenici. Non mancano analogie,
massime per il motivo dei capelli divisi sulla fronte,
con alcune protomi in terracotta della Beozia, con-
servate nell'Albertinum di Dresda, date dal Win-

(') La statuetta del Louvre, Perrot, Ilist. le l'Art, III,
p 200, fig. 142.

(a) Renan, in Rev. Arch., XI, p. 321, fig. 37; Perrot,
p. 432, fig. 306; Heuzey, op. cit„ p. 7, tav. 11,4.

S PRESSO PADLILATINO 190

ter (x) ; qualche più stringente raffronto si può avere
con i tipi delle terracotte siceliote che il Winter in-
sieme raggruppa e che furono già resi noti dalle il-
lustrazioni fattene dal Kekulé e dall'Orsi (2), mas-
sime per il tipo del modio e per la moda dell'accon-
ciatura dei capelli, ma però le analogie non sono
assolutamente stringenti ed in genere io propendo a
notare un deciso carattere locale, assai monotono, di
scarsa vivacità e finezza, inspirato ad esemplari più
o meno strettamente connessi ai modelli della cera-
mica siceliota, senza escludere per taluno dei tipi la
reminiscenza di esemplari elaboratisi forse in Cipro,
meglio che a Cartagine, sotto la influenza della co-
roplastica ionica o rodia.

Anche in confronto con le similari terracotte tro-
vate nella necropoli dei Kabs, ed in quelle di S. Mo-
nica di Cartagine, esplorata dal Delattre (3), noi ve-
diamo, accanto ad analogie della forma del vaso, del-
l'acconciatura dei capelli divisi sulla fronte, notevoli
differenze sia nel tipo della divinità, che nei cornetti na-
scenti che sbucano di sotto ai capelli nei timiaterii car-
taginesi e che invece non troviamo nè in quelli greci
nò in quelli sardi. D'altra parte nei timiaterii pu-
nici mancano quelli con le sporgenze ai lati del capo
sotto al calathos e scarseggiano anche quelli con
fronte decorata da diadema a rosette ; cosicché credo
si possa ritenere che i profumieri di Lugherras siano
una produzione locale, una manifestazione punica-
sarda, derivata da motivi diffusi in Cartagine, sotto
l'influenza dominante dell'arte greca, di cui non è
svanito il carattere fondamentale, sotto le deforma-
zioni e gli adattamenti locali. Forse questi varii tipi
di timiaterii si formarono nell'importante centro di
Tharros, dove si rinvennero abbastanza copiosi nelle
tombe della necropoli e di là si diffusero nell'interno
del paese in modo mollo abbondante (■•).

(1) Winter, Typen der figurlichen Terracolten, I, p. 242,
n. 8. Altri esemplari provengono da Atene, nel Polytechnion.

(a) Ivi, p. 252; Orsi, Monumenti antichi, editi dall'Acca-
demia dei Lincei, VII, tav. V, fig. 35. Tipi di terracotte col
calathos si trovarono a centinaia a Megara Hyblaea, a Gela,
come anche nell'Italia meridionale a Locri (Mannella).

(") Delattre, La nécropole punique de Sl. Monique à Car-
thage, Rapport janv.-juin 1900, p. 6, fig. ivi; La nécropole
des Rabs Prètres et Prétresses de Carthage (Troisième année
des fouilles), p. 9, figg. 7-8.

(4) Nelle collezioni del Museo di Cagliari e Sassari, come
nelle varie raccolte di antichità sarde sono assai copiosi tali
 
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