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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 20.1910

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Taramelli, Antonio: Il Nuraghe Lugherras: presso Paulilatino
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https://doi.org/10.11588/diglit.9319#0110
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199; IL NURAGHE LDGHERRAS

9) Lucerna monolicne con decorazione, taccheg-
giata lungo l'orlo; ha il bollo:

LVT.

che per ora è isolato.

10) Lucerna monolicne grande, decorata all'orlo
da un cerchio di tacche: il bollo è scritto in lettere
corsive e dice :

NOMI ■

11) Lampada monolicne con giro di perline at-
torno al foro centrale.

12) lampada monolicne ansata, con vasetto bi-
conico, decorato da impressioni a baccellature.

Sopra talune lampadine del primo tipo sono in-
cisi vari segni quasi sempre indecifrabili: in un solo
caso, sulla pasta fresca del vaso si può leggere la
sigla :

"E ( TE)

incisavi.

Nel gran cumulo non mancavano anche vasi di
tipo vario, talune patere a vernice nera, di fabbrica
campana; balsamarii e fiale di ceramica locale a forma
por lo più allungata; si ebbe anche qualche ampollina
di vetro, sia trasparente che colorato.

Su un frammento di patera si ebbe anche il
bollo:

LICINI

noto da una patera di Libarna, in Liguria, (C. I. L.
X, 8056, n. 190). Sopra una tazzetta line, di imitazione
aretina, nella forma a piede si ebbe il bollo:

CORJSEL1

già noto in Sardegna (Spano, lìgi., n. 70, tav. 9 G. I. L.
8056, n. 103.

Su di un altro frammento di scodella noto il
bollo:

SIM

nuovo fra quelli dell'isola.

Abbiamo adunque un grande acervo di materiale
di rifiuto di un modesto tempietto campestre, dove il
culto si iniziò ad una divinità di carattere agrario, una

PRESSO PAUULATINO 200

espressione di Astarte-Afrodite in età punica e che
si mantenne per tutta l'epoca romana, perdurando la
forma degli oggetti votivi con un carattere conserva-
tivo veramente esemplare. L'inizio del culto in età
punica è attestato, oltre che dalle monete e dai vari
oggetti di carattere decisamente arcaico, anche da
lettere puniche incise sulla pasta fresca di qualche
vaso, lampada o timiaterio. La inscrizione più lunga si
trova sopra un timiaterio assai consunto del tipo B,.
risulta da varie lettere tracciate sulla pasta, con uno
stecco, dalle quali però non è possibile trarre un si-
gnificato (fig. 19).

Fig. 19. — Inscrizione punica incisa su un timiiiterio
di tipo B.

Ci viene qui offerto un esempio, che non è senza
confronti in ogni culto ed in ogni epoca, della con-
tinuità di forme di oggetti votivi, che ripetono con
una venerazione rispettosa e monotona i tipi tradi-
zionali, ai quali si informarono all'origine del culto,
nello stesso modo con cui si ripetevano le formule della
preghiera ed il rituale con una persistenza che ha le
sue origini non solo nel rispetto religioso, quanto anche
nello scarso senso artistico della popolazione e dei
coroplasti locali, i quali non seppero che riprodurre
le immagini antiche della divinità venerata. Ciò del
resto avviene anche in modesti santuari campestri, o
frequentati da popolo minuto, nel rito cristiano, nei
quali vediamo ripetuti negli ex volo, come pure negli
oggetti di culto, le forme semplici ed ingenue consa-
crate dal rito e dalla tradizione.

CAPITOLO IL
Lo strato primitivo. Il nuraghe.

Non meno interessanti che gli elementi punici e
romani raccolti nell'esplorazione del deposito, furono
quelli riferiti all'età preistorica, raccolti in quella
parte dell'edificio che si potè scoprire ed esplorare
e che fu la più notevole, essendo l'altra ridotta ad
uno stato di macerie in grande sfacelo e profonda-
mente sconvolta.
 
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