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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 20.1910

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Taramelli, Antonio: Il Nuraghe Lugherras: presso Paulilatino
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https://doi.org/10.11588/diglit.9319#0123

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IL NURAGHE LUGHERRAS PRESSO PAULir,\TINO

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sioni e di difficile fattura erano tenuti con cura e
non venivano gettati ai primi guasti.

La forma del vaso sferoidale a collo diritto è già
conosciuta in Sardegna; essa comincia ad apparire, in
embrione, in un esemplare, con decorazione a punti,
proveniente da una grotticella sepolcrale di S. Bar-
tolomeo (') ed è una forma che ha larghissimi raf-
fronti nell'orizzonte eneolitico italiano e del Mediter-
raneo. Per le larghe comparazioni fatte dal dott. Co-
lini, a proposito di analoghi vasi offerti dalle tombe

è soprattutto interessante notare come questa forma
di ollette, che qui appare come vaso di uso per attin-
gere acqua dal pozzo e per conservarla, si trovi ri-
prodotta in piccoli vasetti, di evidente carattere vo-
tivo, che vennero raccolti nel nuraghe Sianeddu, di
Cabras, e conservati nella collezione Pischedda, di
Oristano, come anche nel Museo di Cagliari. Dal che
si vede che questa serie di vasetti che per le loro
scarse proporzioni non potevano avere uso e carattere
pratico, riprodussero i vasi dell'uso comune e di cui

Fig 28. - Brocca con ansa forata da canaletto ed olletta a superficie brunita e decorata ad impressioni.

eneolitiche del Viterbese (*), noi possiamo vedere come
il tipo si presenti e nel sepolcreto di Remedello, nelle
grotte liguri della Pollerà, nelle tombe di Camigliano
Senese, a Cala Giovanni dell'isola Pianosa e quello
che è interessante negli strati eneolitici della Spagna,
a Cueva los Toyos, a El Garcel ed a Cueva del Te-
soro, di Malaga. Ma sono molto strette e significanti le
analogie con le ollette trovate nelle tombe di Praesos,
in Creta, massime per la forma dell'attacco del collo sul
corpo del vaso (:!). Anche le belle anfore sicule delle
tombe di Pautalica (4), che elevano il colletto diritto sul
ventre sferoidale allungato, si approssimano ai similari
prodotti dell'orizzonte sardo e confermano l'origine
eneolitica dei principali tipi della ceramica sarda. Ma

(') Not. scavi, anno 1904, pag. 35, fig. 6.
(«J Colini, Bollettino di Paletnol. hai, A. XXIX, pag. 181.
(3) Bosanquet, E'< cavations at Praesos, in Ann. lirit. Sch.
at Athen, a. Vili, pag. 250, fig. 21.

(*) Orsi, Pantalica, in Mon. aut., IX, tav. IX, 6, pag. 22.

il nuraghe Lugherras ci ha offerto gli esemplari mi-
gliori

Ricordiamo anche che verso il fondo del pozzo
vennero in luce i frammenti di tazzine carenate,
liscie nella superficie nera lucente, dalle pareti esili,
quasi un bucchero, muniti di piccole anse poco spor-
genti, a tacca, quali si incontrano nella ceramica di
Anghelu Ruju, e nelle piccole olle della sepoltura
dei giganti di Bulvaris (2), regione Sas Luzzanas; è
appunto fra queste belle tazzine carenate che noi tro-
viamo i più diretti raffronti con la ceramica della
più bella età del bronzo della penisola iberica, specie

(') Vedi le riproduzioni in Pinza, op. cit., passim: i va-
setti a corpo sferoidale e dritto, tav. XVIII, 2, 17; a ventre
sferoidale e collo svasato, tav. XVIII, 2 ; a ventre allungato,
tav XVIII, 9, e figg. 116, 117; un esemplare della collezione
Gouin è dato a fig. 120.

(') Monumenti Antichi, XIX, pagg. 503 509, figg. 68,72.
Pinza, op. cit., fig. 144.
 
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