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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 20.1910

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Mosso, Angelo: La necropoli neolitica di Molfetta
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https://doi.org/10.11588/diglit.9319#0132

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243

LA NECROPOLI NEOLITICA DI MOLFETTA

244

Risulta quindi che non erano semplici capanne,
ma vere case di legno, bene riparale, col pavimento
di travicelli ed un rivestimento interno di assicelle.
I pali erano scorticati, il che pure mostra il desiderio
di una certa eleganza per la vista esterna. Dalla im-
pronta dei travicelli che giungevano ad un diametro
massimo di m. 0,14, abbiamo un'idea del lavoro che
potevasi fare dai carpentieri con semplici ascie e cunei
di pietra.

È probabile che il tetto fosse quadrato; non tro-
vammo però buche nel pavimento e neppure alla pe-
riferia, questo lascia credere che l'intravatura perife-
rica fosse così poco alta e così bene connessa con
travicelli da formare una capanna solida che soppor-
tava un tetto di paglia o di pelli.

Oltre la palizzata che chiudeva la capanna, si ag-
giunsero altri pali di rinforzo: questo appare nella
fig. 2, dove in mezzo a due pali A B, che hanno il
diametro di m. 0,06, se ne trova un altro più esterno
C, che ha pure il diametro di m. 0,06. Probabilmente
erano contrafforti che servivano per fissare meglio il
tetto. Quanto alla forma del tetto è probabile fosse
a due spioventi come la capanna quadrata di Canna-
tello, ed eravi una piccola tettoia davanti l'entrata,
come si osserva nella capanna del Palatino, della
quale ho pubblicato il disegno (').

§ <3-
La ceramica (2).

Tutta la ceramica che descriverò è fatta senza
uso del tornio: il vaso fig. o ha il diametro di m. 0,15
sull'orlo, e gli manca il fondo. Le pareti sono spesse
circa un centimetro, di argilla fine color tabacco, bene
lustre internamente ed all'esterno dove sul bordo supe-
riore gli ultimi colpi della stecca fecero svanire le
incisioni lunghe circa un centimetro fatte mentre

(') Monumenti antichi, XVIII, tav. VII, fig. 13.

(aj Nella Memoria sulla stazione preistorica di Coppa Ne-
vicata, scrissi un capitolo sulla ceramica neolitica e ne parlai
negli Scavi in due recenti scritti con U. Francesco Santarelli
sulle stazioni neolitiche di Terlizzi (Notizie degli scavi, voi. VII
1910, fase. 1°), e tratterò in seguito più estesamente questo
soggetto descrivendo i vasi che trovai nelle tombe della ne-
cropoli: qui mi limito ad accennare alcuni problemi che si pre-
sentarono fino dal principio alla mia attenzione.

l'argilla era molle. A destra vi è un'apertura conica
per rappezzare il vaso dopo che erasi rotto.

È questa una delle forme più comuni fra te sto-
viglie neolitiche. I vasi cilindrici abbondano, ve ne
sono grandi e piccoli. La fig. 4 è il frammento di
un vaso cilindrico che aveva il diametro di m. 0.24

Fig. 3.

leggermente svasato sul bordo interno, bene liscio:
per la cottura disuguale la superficie esterna è bigia

Fig. 4.

e nera l'interna; spessore m. 0.01. Per fare la deco-
razione di linee verticali si adoperò una stecca dan-
dovi un leggero tremolo: intorno all'orlo invece di
linee si fece una serie di punti.

Nella fig. 5 abbiamo la parte superiore di un
grande vaso di forma cilindrica alquanto globosa,
spesso 18 uni. di argilla poco fine color mattone-
 
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