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323

LA NECROPOLI NEOLITICA DI MOLFETTA

324

l'indentro. Dall'orlo scendono triangoli colla base in
alto e linee parallele al lato sinistro. Gli spazi liberi
hanno quattro linee parallele al lato destro. Sotto
questa fascia venne fatta verso il fondo una decora-
zione di linee incise a zig-zag col solito mezzo di una
canna tagliata per metà e resa tagliente, la quale si
infiggeva nella pasta e dopo fatta un' incisione solle-
vavasi leggermente per fare un'altra incisione ad an-
golo onde ne riusciva una linea a zig-zag. Tale doppia
decorazione con linee colorate ed altre incise la
trovai in altri due frammenti dei quali per brevità
non do la figura.

Una grande coppa carenata colle pareti spesse
7 mm. e il diametro di circa m. 0,16 fu decorata
internamente con linee larghe 8 mm. di color giallo-
bruno tracciate in direzione leggermente obliqua, ester-
namente colla stessa tinta giallo-bruna si fecero linee
oblique della stessa grossezza piegate ad angolo retto
e sotto la sporgenza carenata del vaso si eseguì colla
stecca una linea a zig-zag ; per brevità non riproduco
la figura.

Una coppa di terra gialla del diametro di circa
m. 0,18, presenta un angolo ottuso nella parte su-
periore formando una fascia inclinata larga due cen-
timetri; è una forma neolitica. Le pareti spesse
m. 0,007 vanno assottigliandosi verso l'orlo che è ro-
tondo. All'esterno vi sono quattro linee piegate ad
angolo retto, parallele larghe m. 0,004 di un color
giallo-bruno. La superficie interna bene liscia non fu
decorata (fig. 8, tav. V).

Una grande coppa globosa di terra gialla col dia-
metro di m. 0,20, fig. 9, fu decorata alla superficie
esterna con linee piegate ad angolo ottuso larghe
circa m. 0,008 di un color giallo lucente. Alla su-
perficie interna vi è la traccia di una fascia dello stesso
colore che scende dall'orlo verso il fondo del vaso,
molto sbiadita; spess. m. 0,005. Ammettendo che siano
importati i due vasi fig. 1 e 2, tav. IV, che trovammo
dentro le tombe, dobbiamo ritenere indigeni questi
ultimi frammenti colorati in giallo-bruno.

Ne diede la prova il Mayer 172 dove parlando di
ceramica simile trovata al Pulo scrisse: « Le macchie
di tinta gialla colore aranciato aderenti al margine
della frattura sarebbero la prova che i vasi si rup-
pero in un ambiente dove si lavorava con questa
tinta gialla ».

Del resto sono disegni troppo semplici e molti
frammenti che raccolsi erano senza decorazione, ma
uguali per la forma e la qualità dell'argilla.

Tornerò in seguito su questo argomento mostrando
quanto siansi allargate rapidamente le nostre cono-
scenze su questo grave problema

§ 2.

Ceramica decorata con linee e fascie rosse.

Descrivo in questo paragrafo la ceramica di Mol-
fetta con linee e fascie rosse perchè forma un gruppo
omogeneo di carattere arcaico, e pei raffronti mi ri-
ferisco alla tavola colorata che pubblicai nella Memo-
ria Ceramica neolitica di Phaestos (2). Cornea Creta,
il maggior numero dei frammenti sono colorati in rosso
od in bruno, tale concordanza nei colori e l'uniformità
nei disegni non può essere cosa accidentale. Alcuni vasi
sono ricoperti da uno stato uniforme di rosso : e que-
sti dividonsi in due categorie. Ho già parlato dei vasi
rossi lisci splendenti : altri hanno una tinta rossa non
bene fissata, e confricando questi cocci, si stacca il
color rosso. Questo particolare mi convince che tale
ceramica avesse un uso votivo o sacro, oppure erano
vasi semplicemente decorativi, perchè non possiamo
supporre si adoperassero come stoviglie per la cucina
vasi che si stingevano facilmente nel maneggiarli
e lavarli.

Altri vasi grandi come un bicchiere ordinario di
terra chiara; sono dentro, così compeuetrati dalla tinta
rossa, che viene il dubbio fossero pentolini nei quali
tenevasi il color rosso per dipingere la ceramica, o per
colorirsi la pelle, come sappiamo usavasi a quei tempi.

(') Un vaso colorato dell'età neolitica venne in luce nelle
caverne liguri. Non siamo però sicuri che il vaso bicromo
della Caverna Pollerà sia effettivamente neolitico, perchè nella
caverna trovaronsi oggetti di rame. L'olla dipinta della l'ol-
iera è di forma sferoidale dal collo breve e verticale (Issel,
Liguria preistorica, pag. 114,1908; Bull, paletnol. ital. XIX,
1893, n. 1 a G); il fregio dipinto sulla tinta rossastra del fit-
tile consiste in due striscio nere intorno al collo parallele
all'orlo, e in tre striscie nere che scendono verticalmente pas-
sando sul manico tuboloso (Issel, Notizie paletnologicke su la
collezione di G. B Rossi. Bull.paletn. ital, XIX, 1893, pag. 1).
Altri cocci dipinti che forse appartengono al neolitico ligure
furono segnalati dal P. Amerano, l'uno nella grotta Pollerà,
l'altro nella caverna dell'Acqua.

(3) Monumenti antichi, XIX, 1908.
 
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