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347

LA NECROPOLI NEOLITICA DI MOLFETTA

348

giorno. TI fatto fondamentale che risulta dai raffronti che
ora possiamo fare colla ceramica di Molfetta, della Li-
guria, di Matera e di Capo d'Otranto, è l'esistenza di una
civiltà uniforme nell'età neolitica su tutta la penisola.

Venne già dato il nome di Italici ad un altro
popolo che visse in epoche posteriori, cioè al tempo
delle terremare. L'aver trovato a Molfetta una popo-
lazione neolitica della quale ora conosciamo la vita
intima, le sue industrie, le case e la necropoli cogli
scheletri dolicocefali della razza mediterranea, ci ob-
bliga a dare maggiore importanza ai popoli neolitici
nella formazione della nostra stirpe e a distinguere
gli Italici primitivi da quelli che vissero nel principio
dell'epoca del bronzo.

L'uniformità della coltura da un capo all'altro del-
l'jltalia, appare con tale evidenza, che io credo di aver
fatto cosa utile soffermandomi in qualche raffronto
colla Liguria, e cercherò con apposite illustrazioni di
completarlo in un prossimo volume('). Il rito funebre,
le figure degli animali, i saggi primordiali dell'arte pla-
stica, ma specialmente la ceramica per la forma e la
decorazione dei vasi, le tombe e l'uso dell'ocra di ferro,
collegano strettamente i Liguri alle altre popolazioni
che abitarono contemporaneamente l'Italia nell'età neo-
litica. Le conchiglie (2) studiate dallo Strobel provano
che nelle caverne liguri abitava una gente che aveva
relazioni colla parte orientale del Mediterraneo. La
ceramica neolitica dei Liguri è tanto diversa da quella
delle terremare, che non possiamo accettare l'ipotesi
del Brizio che faceva derivare dagli lbero-Liguri la
popolazione delle terremare. La teoria del Pigorini
sarebbe più consentanea ai fatti.

L'ipotesi di una invasione degli Iberi ba perduto
terreno, dopo le recenti scoperte che misero in luco
nella Spagna documenti contemporanei della civiltà
neolitica quale ora si conosce in Egitto ed a Creta.
Nell'archeologia il passaggio degli Iberi in Italia du-
rante l'età neolitica manca di fondamento.

§ 4.

Le tombe come documento cronologico.

La forma delle tombe, la posizione dei cadaveri
e l'uso dell'ocra di ferro sono caratteri comuni ai

neolitici del continente e delle isole, e la necropoli
di Molfetta ci servì per spiegare il tipo delle tombe
a forno fatte per accogliere un cadavere legato in
modo che formasse un fagotto ovale. Nello stato delle
conoscenze archeologiche d'oggi le tombe sicule e del-
l'Italia meridionale sono meno antiche della necropoli
di Molfetta.

Accennerò di volo i documenti sui quali poggia
tale affermazione, esaminando le tombe neolitiche che
trovò il Quagliati a Taranto. La prima figura A (')
fu fatta con pietre messe di coltello e formanti un
piccolo cassettone quadrato con lato interno di m. 0,64.

Le tombe quadrate o rettangolari compaiono in
un'epoca successiva alle ovali, da me descritte. La
tomba tìg. B è pure quadrilatera, con un lato di
m. 1,90 ed altro di m. 1,70, circoscritta con 15 pietre
che hanno dimensioni di m. 1,03 in lunghezza; tale
tomba si stacca essa pure dal tipo della necropoli di
Molfetta e deve attribuirsi con sicurezza ad un'epoca
posteriore. Ciò è confermato da un'altra tomba vicina
fatta a nicchia, incavata nel terreno vergine, con pa-
reti curve allargantesi verso il fondo, con ingresso di
fianco chiuso da una grande sfaldatura di pietra.

L'esservi due scheletri nella stessa tomba con-
ferma tale mia affermazione, perchè dobbiamo ritenere
come legge che nelle tombe più antiche i neolitici
mettevano un solo cadavere. Di tali tombe ricorderò
quella di Capaci descritta dal prof. Salinas e da lui
portata nel Museo di Palermo. Questa, per la sua
forma con tre cavità compreso il pozzetto, è di epoca
posteriore alle precedenti e fino ad ora non se ne
trovarono altre più antiche nella parte occidentale
della Sicilia (2). Essa è pure a forno, ma è provveduta
di un vestibolo oltre che della cella e del pozzetto
che ricorda le tombe di Creta.

77 materiale neolitico della Sicilia
è meno antico di quello del Continente.

Per quanto i Cretesi fossero eccellenti navigatori,
non veleggiavano in linea retta per andare in Sicilia.
Essi preferivano costeggiare e dalle isole dell'Egeo si

(') Oli Italiani dell'età della pietra.
(') Boll, paletti. Hai, III, 78.

(*) Bull, paletn. ital., XXXII, 1906, p. 23.
(3) Notizie scavi, 1880, p. 356.
 
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