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433

LE PIETRE FUNERARIE FELSINEE

434

Di essa biga restano la ruota e le zampe dei ca-
valli salienti. La ruota ha una spranga, ove è il mozzo,
nella quale s'incastrano due spranghe piegate a semi-
cerchio. Inferiormente, sotto le gambe dei cavalli,
esce dalla cornice una foglia di edera.

Alt., m. 1,00; largh. massima, m. 0,90.

Zannoni, Certosa, tav. XV, 21, p. 66 e seg. — Atti e
Memorie, 1885, pag. 206 (Brizio).

La stele appartiene al sepolcro n. 14, il cui ma-
teriale è edito alla tav. XV dell'opera di Zannoni.
Ceramica:

1. Oinochoe di argilla bruna.

2. Cotile a vernice nera.

3. Vaso di argilla bruna, con anse verticali.

4. Quattro piattellini di argilla rossiccia.

5. Un piattellino di argilla bruna.
Argento:

1. Due fìbule.

2. Un anello.

N. 159. Stele ovoidale, assai frammentata.

Sullo spessore di questa stele è un ramo di edera
con foglie orizzontalmente e simmetricamente disposte.

11 lato A (fig. 64) ha una cornice a spirali ad onda
dirette verso l'alto.

Quattro erano le zone figurate ; ma, di esse, la in-
feriore nulla ha più conservato che il resto di un'ala:
la superiore è totalmente scomparsa.

Nella zona seconda, a partire dal basso, abbiamo
varie figure che si susseguono in questo ordine da si-
nistra verso destra. Prima è un giovane con corta tu-
nica, cappello a tesa, bastone ricurvo nella destra
alzata; poi è una donna che cammina dinnanzi al
giovine, ma a lui volge la faccia; un abito a lunghe
maniche è da lei indossato. Segue un secondo giovane
con corta tunica e bastone ricurvo. Queste tre figure
sono dirette verso destra; le rimanenti due sono in
direzione contraria. Vè una figura, forse femminile,
che alza la mano destra con un fiore e che pare seduta
su di un trono a spalliera; ed infine v'è una donna che
alza nella mano destra un fiore.

La terza zona esibisce quattro cavalli alati che
lentamente trascinano un carro ; il muso delle quattro
bestie è scomparso. 11 carro doveva essere a due ruote,

ciascuna delle quali ad otto raggi ; il timone del carro
doveva essere lunghissimo, data la grande distanza tra
la ruota rimasta e gli animali. È indistinto ciò che
era sopra il carro.

Il lato B aveva tre zone figurate, recinte da una
cornice a spirali ad onda dirette verso l'alto.

Nella zona più bassa sono rimaste le parti supe-
riori di due personaggi diretti verso sinistra: di un
uomo appoggiato ad un bastone ricurvo sul pomello
e con un viticcio terminante a foglia di edera sulla
spalla sinistra, e di una donna ammantata, con un vi-
ticcio pure terminante a foglia con due piccole vo-
lute laterali, sulla spalla sinistra.

La zona media di questo lato della stele aveva
il gruppo di una belva alata che assalta un uomo.
Della belva, probabilmente un leone, manca la testa;
dell'uomo, diretto in fuga verso destra e nudo, restano
le natiche e parte delle gambe; presso la gamba si-
nistra dell'uomo è la parte superiore di un delfino.

La terza zona in alto è tutta scomparsa.

Alt., m. 2,00; largh. massima, m. 1,41; spessore,
m. 0,20.

Bull. d. Inslit., 1872, p. 22 (Brizio). — Dennis, voi. II,
p. 522. — Zannoni, tav. XVI, 2, 3, p. 68. — Brunn,
Abhandlungen, ecc., XVIII, I, p. 154 — Aiti
e Memorie, 1885, p. 201 (Brizio).

Proviene questa stele del sepolcro n. 16. Esso se-
polcro conteneva: Ceramica: due piattelli di argilla
rossiccia, due penderuole di argilla bruna. — Bronzo:
due fibule. — Alabastro: traccie di balsamario.—
Osso: cilindro e dischetto. — Vetro: penderuola
verdognola-chiara.

N. 160. Stele ovoidale, assai frammentata.

Uno solo dei lati di questa stele è scolpito (fig. 76).
Si ha una cornice con spirali ad onda dirette verso l'alto,
con in cima una palmetta conservata a metà ed uscente
da una doppia voluta.

Tre sono le zone scolpite e chiuse da grossi li-
stelli adorni.

Nella zona inferiore si ha a sinistra l'avanzo di
un guerriero irrompente verso destra con grande passo.
Il guerriero è nudo ed imberbe: nella destra tiene
imbracciato uno scudo lungo e convesso visto obliqua-
 
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