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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 20.1910

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Ducati, Pericle: Le pietre funerarie felsinee
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https://doi.org/10.11588/diglit.9319#0262

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LE PIETRE FUNERARIE FELSINEE

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mani già dell'epoca dell'impero. Questi cippi, a noi
ridonati per la maggior parte dal letto del Reno, ove
furono usati nei tenebrosi secoli dell'evo di mezzo
per un muro repellente alla furia torrentizia delle
acque, esibiscono in parte una sagoma, nella quale
pare che riviva il ricordo delle antiche stele. Cippi

§. 4. / leoni.

Gli scavi felsinei hanno dato due figure di leoni :
una proviene dal giardino (n. 4), l'altra dal predio
De Luca (n. 128) ; quella è meno stilizzata di questa.
Si aggiunga il frammento, n. 201.

Fig. 10. - Stele nn. 43 e 85.

di tale genere sono per lo più quelli costituiti di
arenaria, non di calcare o di marmo, e maggiormente
privi di ornamento: sono di forma lateralmente a linee
verticali, e più o meno leggermente centiuati in
alto. Pare qui che si sia fatto ritorno alle primi-
tive forme di stele che gli Etruschi arrecarono discen-
dendo nella valle del Reno (').

(') Si veda per esempio in Not. scavi, 1896, p. 150, n. 2
(P. Marcius Merula); p. 152, n. 9 (P. Volusius Iucundus);
p. 153, n. 15 (C. Vibius Ghitaero e AI. Heidius Ililarus);
p. 157, n. 30 {M. Heius Damophilus). Ibid. 1898, p. 470, n. 5
(L. Annius Rufio); p. 473, n. 8 (C. Licinius ecc.); p. 474, n. 10
(L. Acilius ecc.).

Del leone del Giardino (Hg. 11), si è conservata la
testa, staccata. La belva, pure in riposo, stava vigile, e
tale vigilanza essa dimostrava nel digrignare i denti.
Similmente espressa doveva essere la testa del leone
De Luca (fig. 12). 11 leone del Giardino ha poi un carat-
tere proprio di alcuni monumenti jonici : cioè la giubba
che si prolunga sino alla coda (') ; particolare questo

(') Affli esempi già allegati dal Karo (De arte vascularia
antiquissima, pp. 9, 12, 19, 38) si può aggiungere quello di
un leone nel fregio inferiore di una biga di Monteleone, ora al
Museo Metropolitano di Nuova-York (testo alle tav. 586/7 di
Brunn e Bruckmann, Denkmàler).
 
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