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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 20.1910

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Ducati, Pericle: Le pietre funerarie felsinee
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https://doi.org/10.11588/diglit.9319#0263

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LE PIETRE FUNERARIE FELSINEE

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che noi vediamo conservato in seriori bronzi ate-
sini (.»).

È pertanto in questi due esemplari felsinei il
solito tipo di leone sdraiato ed a testa alta, tipo
tratto dall'arte ellenica arcaica, e che in tutta la
Etruria è posto in relazione con le tombe. Basti a
tal uopo ricordare gli esempì vetusti di leoni din-
nanzi alla grotta Campana a Veio, alla tomba dei ri-
lievi a Cervetri (2). In tal modo, anche in questo par-
ticolare, gli Etruschi di Felsina si palesano del tutto
affini agli Etruschi di Toscana.

Infatti il leone del Giardino doveva sormontare
il tumuletto che racchiudeva il defunto, e così doveva

Fio. 11. — Figura di leone, n. A.

presentare stretta analogia coi tre leoni di nenfro
che facevano la guardia alla Cucumella di Vulci (3).

Questo concetto funerario, che vediamo nei monu-
menti etruschi, è poi il medesimo, come osserva il
Milani (4), che si deve annettere al celebre leone di
Cheronea. È il concetto che si deve allargare per-
tanto alla Grecia e che può risalire ad una fonte
comune, cioè all'Oriente. Ben anteriore, infatti, al

(x) Ghirardini, nei Monumenti dei Lincei, voi. IX, tav. I,
p. 187; si v. ivi alla fig. 60 la kylix di bucchero di Narce col
leone simile assai, nel rendimento della giubba, al nostro esem-
plare. E questa giubba a fiamme è su opere greche ; esempio
la cervice della protome leonina nella lekythos protocorinzia
Macmillan (Journal of Hellenic Studies, 1890, tav. I). Per la
giubba a fiamme su opere etrusche cito i leoni del cippo di
Settimello.

(») Dennis, I, pp. 33, 250. — Martha, pp. 216 e segg.

(") Canina, Etruria marittima, tav. CX. — NoSl desVergers,
L'Etrurie et les Etrusques, Atlas, tav. XX.

(*) Museo topografico, pp. 83 e segg.; si veda ivi il seriore
leone di nenfro di Toscanella.

leone di Oheronea ed ai sette leoni del Mausoleo di
Alicarnasso ('), e col medesimo uso funerario, debbono
essere menzionati altri esemplari, come la leonessa
arcaica di Corfù (2), il leone di terracotta di Praesos (3).

Ma devesi notare che, mentre in Etruria è ste-
reotipato il tipo arcaico della belva sdraiata, con la

Fig. 12. - Pietre mi. 128, 129, 150, 153, 154, 155.

testa alta semiaperta, tale tipo meno frequentemente
si ritrova in Grecia. Oltre al suddetto esemplare di

(') Smith, British Museum - Catalogue of sculptures, II,
p. 130.

(") Collignon, Histoire de la scalpture grecque, I, p. 104.

(8j Annual of the British School at Athens, Vili, tav. XIII,
2, tav. XIV. — Deonna, Les statues de terre cuile en Grece,
1906, pp. 55 e segg. Numerose figure di leoni sono raccolte in
S. Reinach, Répertoire de la sculpture, t. II, voi. II, pp. 710-
722; t. III, pp. 208-212, 1, 2; in grande parte sono di ori-
gine ellenica, ed avevano scopo funerario. Si v. inoltre la
lekythos ateniese edita da Collignon in Strena Helbigiana, pp.
41-43, ove un leone sormonta una stele funebre. Da ultimo
rimando a Collignon, Les statues funéraires dans Vart grec,
p. 88 e seg.
 
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