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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 20.1910

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Ducati, Pericle: Le pietre funerarie felsinee
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https://doi.org/10.11588/diglit.9319#0268

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505

LE PIETRE FUNERARIE FELSINEE

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netti. In un'altra stele De Luca n. 133 (fig. 19) le
spirali si attaccano alla stretta orlatura disadorna della
pietra piegandosi verso l'interno, tre per ciascuna parte.
In questi due esemplari è proprio la forma di spirale-
viticcio che vediamo spuntare dal suolo o pendere
dall'alto in vari prodotti rodii e proto-attici; cioè
scorgiamo nelle due stele le cosiddette Ilackenspiralen
dei vasi protocorinzi e melii (') e che riappariscono in
prodotti etruschi, quali la cista della Pania (Monu-

Fig. 15. - Stelo n. 200.

menti dell' Insti tu to, X, tav. XXVII Ir/, 1 (2) le pit-
ture della grotta Campana a Veio, i buccheri (3), e
che discendono nei bronzi paleo-veneti ( ').

(*) Gito inoltre la curiosa tazza bronzea di Olimpia (Olym-
pia, IV, t. LI1, n.883), in cui cinque protomi di grifo hanno
l'apparenza di spirali ad onda.

(2) Rivendicata ora all'arte etnisca del Nachod [Ber
Rennwagen. 12 e segg.); si v. inoltre Milani, Museo topografico,
65 e Studniczka, Jahrbuch d. Inst., 1903, 19 segg.

(3) Pottier, Album des vases antiques du Louvre. I,
tav. 28, G 664.

(4) Si veda Ghirardini in Monumenti dei Lincei, X, p. 207,
figg. 63 e 64, n. 9, a e b.

Su altri esemplari arcaici si può scorgere la
unione delle due foglie in basso e della palmetta in
alto con le spirali: così nei nn. 82, 130, 136 e forse
uel n. 181. Si aggiungano esemplari già più tardi,
i nn. 138, 170, 182, 200 (fig. 15).

Talora alla palmetta in alto viene sostituita una
foglia di edera; tale sostituzione ci appare in stele
di conio abbastanza tardo (nn. 16, 27, 43, 96, 145,
161, 168, 195). Pure in tardi esemplari alla foglia
in alto si sostituisce un piccolo triangolo di passaggio
(nn. 21, 47, 48, 106); o lo spazio intermedio tra le
spirali oppostamente dirette viene riempito da una
specie di calice (nn. 71 e 105).

La unione delle foglie alle spirali diventa in sè-
guito una vera fusione quando esse foglie, già pro-
porzionatamente più grandi, si accostano alle spirali
ponendosi nella stessa direzione.

Nelle stele più recenti (nn. 12, 19, 49, 173, 194)
la cornice non è più composta da sole spirali, ma
da spirali e da foglie di edera alternate; qui quelle
si trasformano in veri viticci.

Pertanto, il carattere vegetale di viticcio non sarei
alieno dall'attribuirlo alle spirali dentro le zone figu-
rate dei nn. 47 e 125 (fig. 16), ove le spirali credo
che tengano luogo delle foglie e degli arboscelli che nei
prodotti pre-jonici e jonici servono da riempitivo. Tale
carattere puramente vegetale dobbiamo estendere pure
alla zona inferiore della stessa stele n. 47, ove dalle
due spirali, in opposta direzione, sbocciano delle linee
indicanti lunghe foglioline non ancora espanse.

Eegolarmente, come si è visto, le spirali nelle cor-
nici vanno dirette verso Paltò, sì a destra che a si-
nistra, avendo come base il margine interno della
fascia costituente la cornice stessa. Ma nel n. 93 le
spirali sono attaccate al margine esterno e, nei tardi
frammenti nn. 16 e 71 e nella tarda stele n. 105, le
spirali sono dirette verso il basso.

La forma delle spirali ad onda non è sempre la
medesima nelle stele felsinee. Negli esemplari più an-
tichi le forme sono regolari, egualmente sottili nelle
loro volute, o sorgenti immediatamente dal margine
interno della cornice, o lontane piuttosto da esso mar-
gine. Talora tuttavia la spirale è assai grossa, con
voluta poco rientrante (es., n. 138).

Le spirali vengono sempre più accostate al margine
nelle stele più recenti, in cui esse assumono due forme
 
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