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LE PIETRE FUNERARIE FELSINEE

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zioso perchè arcaico ('), e basti rammentarsi, pel ma-
teriale più tardo, della stele di Mynno (Collignon,
Histoire de la seulpture grecque, II, fig. 73; Conze,
Alt. Grabreliefs, tav. XVII).

Un frammento serve di passaggio alle altre stele
più recenti e che hanno contenuto assai monotono; è
il frammento n. 59. Qui è la testa di una donna ri-
coperta da un mantello e diretta verso destra ; infatti
in tutte le rimanenti stele nn. 12, 75, 78, 97, 117 e

Vig. 38. — Stele, n. 174.

191 (2), abbiamo la defunta espressa col mantello
sul capo.

L'uniformità in queste tarde stele è molto accen-
tuata, e viva è l'analogia con le piccole e tarde stele
col solo defunto ; tutte, all'infuori del minuscolo esem-
plare n. 117, hanno una cornice a triangoli tratteg-
giati ed incastrati ; tutte esibiscono un unico tipo di
figura diretta verso sinistra, col vestito a fitte pieghe,

(') Ancora più arcaica sarebbe la stele di Prinià, sinora
menzionata solo dal Pernier (Bollettino d'arte, 1908 p. 447 n. 2).
Si v. anche il rilievo di Thasos (Bulletin de corr. hcllénique,
1900, 554), su cui ha scritto di recente il Collignon {Flori-
legium M. De Vogiiè, 129-136).

(2) È rimasta la parte inferiore, ma da essa si può de-
durre che il tipo rappresentato era pur sempre il medesimo.

sormontato da un ampio mantello che, ricoprendo
testa e corpo, è ripiegato sull'anca dalla mano si-
nistra, mentre la destra ne esce libera. È infine
il tipo di donna che vediamo pure su due altri
tardi esemplari, nel n. 48 e nel n. 111. Tale mono-
tonia è lievemente mitigata nel n. 94 e nel n. 106
(stele di Vibia), pel fatto che ivi il mantello non
ricopre il capo.

Ma nelle stele più recenti il mantello è ben di-

Fig. 39. — Stele, n. 97.

stinto dal vestito sottostante. Questa perfetta distin-
zione si può scorgere nei prodotti di altra arte ancor
più barbara e più tarda, cioè su laminette sbalzate
della stipe barateliaua in Este (').

Riguardo all'azione di queste figure, vediamo che
il gesto della defunta nei nn. 12 e 97 (fig. 39) è di
offrire alcunché (fiore od altro), nel n. 75 (fig. 40) è di
appoggiarsi ad un bastone (forse è una donna di tarda
età), nel n. 117 di afferrare un arboscello (mirto?), nel
n. 78 di avvicinarsi un nappo alla bocca.

(') Not. Scavi, 1888, tav. IX, 4 = Montelius, tav. 60, 1;
tav. X, 3; tav. IX, 19 (laminetta piccola, assai tarda, rozzissima).
 
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