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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 20.1910

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Ducati, Pericle: Le pietre funerarie felsinee
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https://doi.org/10.11588/diglit.9319#0312

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593

LE PIETRE FUNERARIE FELSINEE

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Nella stele n. 10 (tav. I), la quadriga che incede
a lenti, ritmici, solenni passi, è preceduta da due per-
sonaggi che, avvolti in ampi mantelli, sono come di
scorta di onore al trionfale trapasso di Vele Caicna. Il
primo si volge verso la quadriga dando di fiato ad un
lungo strumento, in cui è ovvio riconoscere 1' etrusco
lituo tanto ne è perfetta la somiglianza coi due esem-
plari a noi pervenuti ('). È il lituo che, come stru-
mento da suono, vediamo in una scena di corsa su di
anfora già citata (Endt, op. cit., fig. 11-13, tav. I)
nella pittura del secolo V della tomba chiusina della
Scimmia {Monumenti dell'Instituto, V, t. XV) e che
invece, come bastone-insegna di potere è espresso in
tante rappresentazioni, come nella tomba Bruschi già
citata, ed in un sarcofago vulcente ( Monumenti del-
l'Instituto, Vili, 19).

Nella stele Tamburini n. 2 (fig. 83), è pure questa
intonazione pomposa data alla rappresentazione della
defunta, che doveva essere una ricca signora, la quale
su triga va agi' Inferi. Sotto il corpo dei cavalli è
accoccolata una piccola figura di ragazzo nudo che
suona uno strumento ricurvo, allargantesi dalla im-
boccatura e munito di un tramezzo. È la bucina quae
in semet aereo circulo flectitur (Vegezio, Epitome
instilutorum, rei militaris, 3, 5) strumento che non
raramente si osserva nei monumenti etruschi, nell'ar-
caico fregio di Palestrina (Not. Scavi, 1905, p. 125,
fig. 1), e poi nella tomba Golini e più tardi nella
grotta Bruschi e nel sarcofago vulcente sopra citato.

Ritengo che una simile figura di bucinator fosse
rappresentata, in analoga positura sotto il centro dei
cavalli, nella stele cui appartenevano i frammenti del
Giardino n. 25 (fig. 4), ove è rimasto 1' avanzo della
curva tromba. In tal modo viene a riempirsi lo spazio
sotto ilventre dei cavalli, e simile riempitivo possiamo
ritenere come una eredità dell'arte jonica. Quivi in-
fatti non solo il cane serve a coprire il vuoto sotto il
ventre dei cavalli, ma talora altra figura, come per
esempio nella scena di corsa su lamina di argento

(l) Un esemplare è da Cervetri, l'altro dal fiumicello
Witham in Lincolnshire (si v. Von Jan in Baumeister, Denk-
màler, III, p. 1660 e segg.). Un lituo è pure effigiato su di un
pilastro della tomba ceretana dei rilievi (Martha, tav. Ili);
si aggiunga la tomba Marzi di Corneto (Mon. d. Instituto,
supplemento, t. IV-VII). Si v. Muller-Deecke, II, p. 212 e segg.

del Museo Britannico (Micali, Monumenti per servire,
tav. XLV) un caduto (').

Il più stringente confronto per questo concetto di
pompa può essere offerto, per queste due stele, da
quello che si osserva nelle pitture della tomba Golini
che debbono essere ritenute, se non contemporanee
alle stele, di poco posteriori. Nel dipinto orvietano
(Conestabile, op. cit., tav. Vili; Martha, fig. 281) si

Fig. 49. — Stele, n. 173, lato A.

ha la biga, accompagnata da una Lasa (2), del defunto,
il quale sta per essere accolto nel regno di Eita e
di Phersipnai dai congiunti premorti e raccolti a ge-
niale banchetto. Dietro la biga è la piccola figura del
bucinator; eguale è dunque il carattere giovanile,
quasi infantile nei trombettieri sia delle stele felsinee

(*) Come esempi posteriori e frapposti tra i prodotti jonici
e questi felsinei, possiamo citare il cane sotto i cavalli di biga
in pittura chiusina (Monumenti deW Instituto, V, tav. XXXIII),
il cane con ragazzo giuocante sotto una biga della pittura
della tomba chiusina della scimmia (ivi, V, tav. XV, 1).

(a) Nel rotolo posto nella destra della Lasa si deve im-
maginare che siano scritte le azioni compiute dal defunto ;
così su di un dittico sta scrivendo un demone alato della tomba
Marzi ; nella tavoletta, tenuta da figura accompagnante il morto
su carro, su sarcofago di Toscanella (Museo Gregoriano, ta-
vola XCVIII, 9).
 
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