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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 20.1910

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Ducati, Pericle: Le pietre funerarie felsinee
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https://doi.org/10.11588/diglit.9319#0319

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LE PIETRE FUNERARIE FELSINEE

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nei nn. 94, 105, 106, 164 (zona terza), nel n. 169
(lato B, zona inferiore).

Questo schema figurativo, alludente ad un viaggio
agli Inferi di una persona defunta, guidata o da uno
o da due dèmoni, si associa, talora, nella stessa stele
allo schema più frequente del viaggio su carro, così
nei nn. 2, 43, 164, 168, 169.

Negli esemplari Tamburini n. 2 e Certosa n. 168
lo schema, che qui c* interessa, assume proporzioni
assai grandi occupando la maggior parte del lato po-

Pig. 54. — Stelo, n. 84, lato A.

steriore; in posizione più modesta è invece, rispetto
alla rappresentazione principale dell'andata agli Inferi
su carro nella stele n. 43 (riquadro dello spessore),
in quella n. 164, in quella n. 169.

Costituisce invece questo schema l'unica parte
figurativa nei nn. 76, 94, 105, 106 e nel lato A della
stele n. 84.

Caratterizzato è questo viaggio a piedi, come ho
detto, dalla presenza di uno o due esseri sopranna-
turali che servono di guida alla persona defunta.
Questa è talora toccata dalla sua guida, così nel n. 84
(fìg. 54) il defunto è preceduto da un dèmone alato che
lo tocca, così il dèmone tocca la defunta nelle stele
nn. 94 e 106 (fìg. 55). Due esseri, uno alato ed im-

berbe e l'altro aptero e di rude aspetto, tengono in
mezzo la persona defunta nei nn. 76 e 105 (fìg. 56).
Il dèmone alato precede il morto nella stele n. 43, la
defunta in quelle nn. 164 (tav. II, b) e 2 (fig. 59);
invece nel n. 168 il defunto ed il dèmone, che gli
stringe la mano, sono l'uno di fronte all'altro.

Le figure dei defunti sono del solito tipo, del tipo
cioè che pare desunto dalla ceramica attica del V se-
colo inoltrato. Vediamo infatti il defunto imberbe e
con corti capelli, col volto di profilo, col corpo quasi
di fronte, tutto avvolto nel mantello che lascia sco-
perta una parte del petto. La defunta non ha in
questi esemplari la caratteristica delle defunte su altre
stele, cioè il capo ricoperto dal mantello; tuttavia
queste donne indossano su vestito a linee sottili un
mantello di stoffa più grossa.

Nella guastatissima figura del n. 2 il mantello cade
ad ampie pieghe, giacché pare che la donna, tuttora
ferma, abbia curvato il braccio destro sull'anca. Le
defunte sulle stele n. 94 e n. 106 presentano stringente
somiglianza con le donne delle stele n. 12 e 97
(fìg. 39) ; si può dire che sono uscite dalla medesima
mano o che sono state ricalcate dal medesimo modello ;
tuttavia una differenza, come ho già detto, è costituita
dalla mancata copertura della testa nelle due prime
stele. Espressione di figura meschina, ristretta in sè,
è quella di Tanaquilla nel n. 105 (fig. 56) che passi-
vamente si lascia trasportare dai due esseri infernali.
Nel n. 164 (tav. II, b) l'aspetto della donna è to-
talmente simile a quello della stessa donna nel cocchio
della zona soprastante; e la medesima cosa, a quel che
pare, si deve riconoscere per la figura della zona in-
feriore del n. 169, lato B (fig. 30) e per la figura nella
stessa stele su cocchio nella zona principale del lato A.
Ma mi rende incerto, sulla pertinenza di questo esem-
plare alla serie dei monumenti che qui c'interessano,
l'aspetto tutt'altro di dèmone che ha la figura posta
accanto alla defunta. Essa è una figura giovanile,
nuda, con mantello ricadente a lembi regolari dalle
spalle, poggiata alla lancia con la sinistra ed esibente
il corpo di prospetto ed il volto di profilo. È una
figura che chiaramente palesa la sua filiazione dalle
figure efebiche di vasi della seconda metà del se-
colo V, quando l'arte ceramica aveva già sciolto com-
piutamente la formula del corpo di prospetto e del
volto di profilo.
 
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