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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 20.1910

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Ducati, Pericle: Le pietre funerarie felsinee
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https://doi.org/10.11588/diglit.9319#0329

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627

LE PIETRE FUNERARIE FELSINEE

628

L'uomo seduto ha un tratto di arcaismo assai pro-
nunciato, che non appare più presso gli altri defunti
delle stele felsinee. Mentre difatti questi defunti,
come nei monumenti tardivi dell'Etruria centrale,
sono sbarbati, qui invece il viso è incorniciato dalla
barba appuntita, mentre, secondo la moda jouica, man-
cano i baffi. Il profilo del volto è pure tagliato in
modo arcaico, con naso sporgente che forma un'unica
linea con la fronte, con le labbra tumide ed oblique.
Ma la esecuzione della corporatura è tutt'altro che
accurata, è del tutto degna di un rozzo scalpello; il
braccio destro che doveva essere poggiato al bracciale
del sedile, è piegato rigidamente ad angolo retto; il
piede che poggia sopra uno sgabello e che esce fuori
dal lungo vestito, in cui pare avvolta la persona, è
deformemente piccolo.

Non si può desumere con chiarezza quale fosse
l'aspetto del sedile nei suoi particolari; ma, a quel
che pare, doveva essere a linee rette, come i sedili
effigiati su opere arcaiche.

Ma ancor più deforme è la figura di donna; bas-
sissima, rattrappita, essa ha una testa grande, un volto
dal grossolano profilo irregolare, il braccio sinistro
mostruosamente lungo, mentre le gambe, sotto il pan-
neggiamento, sembrano basse in modo estremo.

Volle lo Zannoni riconoscere in queste due figure
una coppia maritale, ed in realtà a questa unica stele
corrisponderebbe una duplice sepoltura, una ad inci-
nerazione, l'altra ad inumazione.

Ma, mentre credo che al marito spetti la rappre-
sentazione nel lato meglio e però antecedentemente
scalpellato, in cui appunto egli sarebbe effigiato come
cavaliere; sarei disposto ad attribuire alla moglie
questo lato più rozzo e posteriore, ed il semplice av-
vicinamento dei due sposi, quale ci apparisce in tanti
sarcofagi arcaici e tardi, sarebbe qui, a mio avviso,
trasformato in un atto di offerta da parte della donna.

La donna infatti offre con la mano sinistra alzata,
a quel che sembra, un pomo, forse la simbolica me-
lagrana. Ma il personaggio, a cui viene diretta la
offerta, in tal caso potrebbe essere o una divinità
degli Inferi, ed allora avremmo un riscontro assai rozzo,
per esempio, alle mirabili terracotte votive di Locri
oppure potrebbe essere anche lo stesso marito pre-

morto e qui eroicizzato, a cui la fedele consorte si
avvicina. In questa seconda ipotesi, il concetto del
morto eroicizzato troverebbe il suo correlativo in ciò
che si osserva nel monumento delle Arpie a Xanthos(')
ed in generale nei monumenti funebri ellenici (2)-

In una stelo arcaica di Egina (Athenische Mittei-
lungen, 1883, tav. XVII) si può cogliere un interes-

sante rapporto di somiglianza concettuale, nel fatto
che la donna, qui seduta, tiene in mano un pomo;
il pomo, come fu osservato dal Furtwangler, sarebbe
semplicemente significativo della condizione in cui
ambedue gli sposi effigiati si trovano, cioè nella vita
ultramondana. Possiamo noi diminuire il valore del

(') Si v. Ausonia, III, p. 142 e segg.

(') Si v. lo bellissime riproduzioni in Rayet, Monuments
de Vart antique, I, tavv. 13-16; Brunn-Bruckmann, Denkmàler,
tavv. 146-147; Reinach S., Répertoire de reliefs, I, p. 470 e
seg. ; si v. Tonks, American Journal of Archaeology, 1907,
pp. 321-338.

(') Gir. Milani in Studi e materiali, III, p. 197.
 
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