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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 20.1910

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Ducati, Pericle: Le pietre funerarie felsinee
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https://doi.org/10.11588/diglit.9319#0363

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le pietre funerarie felsinee

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Nel n. 92, nelle due figure, ora per grandissima
parte mancanti, doveva essere invece il tipo del cava-
liere delle stele seriori.

Del secondo cavaliere su questa stele è infatti ri-
conoscibile, sebbene tutt'altro che chiaramente, la
clamide distesa in direzione completamente orizzon-
tale, con due forti ripiegature del drappo che racchiu-
dono una incavatura profonda.

§ 4. Il banchetto.

Una delle rappresentazioni più frequenti nelle pit-
ture delle tombe etnische del periodo arcaico è co-
stituita dai banchetti che, alla pari delle altre scene
a cui si accompagnano, se esteriormente hanno un ca-
rattere veramente realistico, racchiudono poi un con-
cetto allusivo ai beni della vita i quali, non più me-
scolati al dolore, rallegrano nell'oltretomba il defunto.

Noi possiamo riconoscere come mantenuto spora-
dicamente questo motivo del banchetto di funebre
allusione in alcune stele, o meglio in frammenti di
stele felsinee ('). Una kline di banchetto già si incontrò
nell'arcaico n. 175 (fig. 60); ma avanzi di klinai ci
appariscono nei nn. 19, 37, 66, e sono tuttora ricono-
scibili i resti di uomini che vi erano sopra sdraiati.
Nel n. 19 dinnanzi alla kline è l'inseparabile sgabello,
come ai suoi piedi è un giovinetto, il solito giovinetto
che funge da servo nelle ovvie rappresentazioni di ban-
chetti su vasi, il giovinetto che pure apparisce nelle
pitture tombali. Così, ciò che è rimasto di questa stele,
concorda perfettamente con il residuo di un monumento
ben più nobile, di un rilievo funebre di Tegea di arte
arcaica (Athenische Mitteilungen, IV, p. 135, tav. VII ;
Collignon, op. cit., I, tìg. 112).

§ 5. Le danze.

Tre stele esibiscono un altro genere di rappresen-
tazione, cioè la danza, la quale pure si trova espressa
in altri monumenti funebri arcàici e specialmente in
dipinti, ove la gaiezza delle danze sfrenate spegne e

(*) Cfr. la rappresentazione nella prima zona della stele
Peruzzi e nella stele gemella di Peretola (Milani, N. scavi,
1889, p. 148 e seg.; Museo topografico, p. 126). Si aggiungano
un frammento del Museo di Fiesole e la stele di recente ri-
comparsa e collocata nello stesso Museo, già edita dal Gori
{Museum Etruscum, III, t. XVIII, IV).

distrugge la triste idea della morte. Noi vediamo allu-
sioni a queste danze nei nn. 18 (zona superiore), 163
e 187 (lato B, zona inferiore).

Nel n. 187 (fig. 85) che, come si è visto, si deve
porre tra gli esemplari più arcaici, si vede espressa una
scena di due danzatori, con in mezzo un vaso. La donna
a destra, conservata nel suo contorno, rammenta assai
alcune figure dipinte su tombe cornetane ed in special

Fig. 85. — Stele, ri. 187, lato B

modo nella tomba del Triclinio (r); pur col corpo di-
retto verso destra, rivolge in contraria direzione il
volto, come di regola nelle figure di danzatrici dei di-
pinti etruschi. Nella stele, la donna esibisce l'identico
abbigliamento delle danzatrici, sia della tomba del
Triclinio, sia di quella del Citaredo ; la sottile e tras-
parente veste senza maniche, su cui è posto, pendente
a lembi simmetrici dalle spalle, un mnntelletto.

L'uomo, con cui la donna della stele danza, è
totalmente ignudo; perciò tale figura ha maggior ana-
logia con il danzatore delle tombe delle leonesse

i1) Monumenti deWInstituto, I, tav. XXXII; Museo Gre-
goriano, I, tav. CU; Dennis, I, p. 318 e segg.
 
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