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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 20.1910

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Ducati, Pericle: Le pietre funerarie felsinee
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https://doi.org/10.11588/diglit.9319#0366

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701

LE PIETRE FUNERARIE FELSINEE

702

del sec. V (1°, Compie Rendu di Pietroburgo, 1865,
p. 41 ; 2°, Heydemann, Nereiden mit den Waffen des
Achill, 1879, tav. V, 2; 3°, Wiener Vorlegeblàtter,
1890-91, t. IX), esibenti Nereidi su delfìni, si sarà
inspirato il tardo scalpellatore della nostra stele.
Nondimeno, una figura parallela a questa felsinea
dobbiamo rintracciarla in un lebete apulo di Ruvo
(Monumenti dell'Istituto, III, tav. XX). Nei vasi
seriori infatti, ai semplici delfini vengono sostituiti
vari mostri del mare.

La stele Arnoaldi n. 43, gemella alla suddetta,
ha ligure sileniche nei riquadri 2° e 3° a sinistra
(Memorie dei Lincei, 1885, t. II); nel 2° riquadro
sono due figure di Sileni in agitatissimo movimento:
nell'altro v'è un Sileno che insegue una donna. Già si
è visto come la figura silenica fosse assunta dagli
scalpellatori etruschi dal repertorio ceramico attico,
ad esprimere esseri demònici. Qui invece, con mani-
festa derivazione da modelli vascolari attici, ove è
ovvia la rappresentazione del corteggio bacchico, si è
conservato il concetto proprio di questi modelli.

§ 7. Frammenti di scene incerte o indecifrabili.
Figure senza speciale significato.

In alcune stele, di cui abbiamo già esaminato
il contenuto figurativo, rimangono traccie di altre
scene, vestigia troppo scarse perchè possano servire
di base o di confrouto, con altre rappresentazioni
meglio conservate, ad una loro restaurazione ideale.
Così nella zona superiore del lato A delle due grandi
stele n. 2 (fig. 83) e n. 10 (tav. I) vi sono avanzi di
umane figure, nè saprei pronunciarmi, anche in via
ipotetica, sul contenuto della primiera composizione.
Troppo piccolo è pure il frammento isolato n. 38, col
resto, sopra un listello, di un quadrupede e di gambe
umane; manifestamente abbiamo qui il miserabile
residuo di un'ampia ed istoriata stele.

Solo come semplice supposizione si potrebbe rite-
nere che gli avanzi figurativi dei nn. 68, 99, 161 ap-
partenessero ad un tardo o non raro schema già esa-
minato, cioè ad un gruppo del defunto e del dèmone
infernale. Indizii di tale scena sarebbero, nel n. 68
la testa imberbe diretta verso sinistra, nel n. 99
l'avanzo di una figura ammantata tranne che nella
parte destra del corpo, nel n 161 il resto quasi

indistinto di figura umana con iscrizione accanto,
incisa.

Nel n. 25 (zona inferiore) è rimasta qualche cosa
di quattro figure, forse di cinque, che costituivano una
scena (fig. 4) ; quelle a sinistra sono di guerrieri, carat-
terizzate dalla lancia su cui una si appoggia, dalla
spada che l'altra tiene sulla spalla ; a destra e diretti
verso il centro sono i contorni superiori della terza
e della quarta figura ; nel mezzo è un avanzo troppo
indistinto di una quinta figura. Ma la connessione di
tutti questi personaggi mi sfugge, e però confesso che
mi è impossibile potermi rappresentare dinanzi alla
mente ciò che in questa zona era stato scalpellato.

J'V,. 87. - Frammento di stelo, n. 137, 2.

L'ampia stele De Luca n. 137, circondata da una
cornice con lunga iscrizione, ci è pervenuta sventura-
tamente in frammenti troppo mutili ; tuttavia, dalla
connessione di essi frammenti si può, a mio credere,
assodare che la stele esibisse la rappresentazione di
due figure di guerrieri dirette verso destra, oltre ad
una figura pure nella stessa direzione e ad una quarta
figura loro incontro.

Dei due guerrieri verso destra possiamo certa-
mente restituirci lo schema primitivo : dovevano essere
fermi, poggiati sulla lancia ; in minute pieghe il ve-
stito usciva dalla cintura. Al primo, a partire da sini-
stra, doveva appartenere il frammento di punta di spada,
ed al secondo l'elmo a foggia di calotta con corta tesa.
Per l'aspetto dovevano rammentare il guerriero Ari-
stione nella celebre stele di Atene. Di fronte a queste
due figure ed all'altra, di cui sono rimasti i fram-
menti nn. 5, 8, 13, doveva esserne una quarta, di cui
una piccola porzione del corpo e la testa intera sono
rimaste; il volto è imberbe, come copertura del capo
ha un aderente berretto (fig. 87).
 
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