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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 20.1910

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Ducati, Pericle: Le pietre funerarie felsinee
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https://doi.org/10.11588/diglit.9319#0370

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LE PIETRE FUNERARIE FELSINEE

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pletamente distaccate l'ima dall'altra. Carattere tar-
divo rispetto ad A hanno le forme di queste lettere ;
si noti il I) che comincia già ad essere tondo: si no-
tino inoltre le forme 2 e MI, rispettivamente dello
stesso valore di \ e di .

Notevole è la trasposizione della parola sudi al
di là del genitivo Vetué (K)adleé. Sotto questa stele
era dunque sepolto un personaggio col nome di Vete,
con quel nome che ci è noto, in special modo, da
iscrizioni funerarie del territorio perugino e che si è
conservato nel gentilizio latino Vetius, Vettius (').

Infatti, nel voi. I del C. I. E., sotto i nn. 3568-
3573 sono raccolte le urne da Valiano della gente
dei Veti; altre urne sono elencate nei nn. 3574-3577,
nei nn. 4121-4128, ed il frutto di tre ipogei della
stessa gente è ordinato nei nn. 3836-3844, nn. 3846-
3853, nn. 3889-3902 (2). Ma anche nel Chiusino vi
sono testimonianze di tale nome (3).

Ma la precedenza di Vetué a (K)uMeè m'induce
a credere che, nel nostro caso, in Vetué, in luogo di
un gentilizio, sia un prenome, prenome che già il
Deecke aveva riconosciuto in altre iscrizioni (4). Il
nome di famiglia (K)aS-leé riappare in L. A torto
esso fu latinizzato in Claudius ; piuttosto, a mio avviso,
sarebbe esso la forma primitiva di Calullus.

I) n. 42; iscrizione incisa nella terza zona dietro
la figura di cavaliere ed in linea curveggiante.

Leggo Lemnilié e non Lemnites o Lemaitaé come
propose il Gamurrini. L'ultimo I è minuscolo assai, e
quasi non s'intravvede accanto alle lettere + ed M
tra cui è collocato.

È una parola che si riferisce, senza dubbio alcuno,
al defunto, rappresentato come vittorioso nella lotta

(') Si veda il Vettius haruspex menzionato presso Censo-
nno (17,15); Muller-Deecke, II, pag. 311, n. 35,a. Si cfr.
Schulze, op. cit., p. 101 e p. 425.

{') Cfr. Dennis, II, pag. 446 ; Muller-Deecke, I, pag. 476: Die
Vettii waren auch marsisch und oskisch, spàter auch in Rom
heimisch.

(a) Muller-Deecke, I, p. 480; C-1. E., I, nn. 753, 757,1118.
Si veda poi l'ossuario con iscrizioue latina di Volterra, C I. E.,
I, n. 77.

(l) Muller-Deecke, I, p. 457, n. 8. Cito il cippo di Orvieto:
mi Vetus Murinas [C I. E., II, n. 5020).

Monumenti Antichi — Vol. XX.

guerresca scalpellata in questa zona. Del tutto fan-
tastica ritengo la connessione, sostenuta dal Gamur-
rini, di questa parola con le Ar^ivlotóse, della saga el-
lenica. Si veda invece l'avvicinamento dello Schulze (*)
alla tribus Lemonia.

L) n. 47; iscrizione incisa sul primo listello so-
prastante alla scena del defunto su cocchio.

Velnaè Ka&leé Sal%ié

Nella seconda parte della iscrizione le lettere sono
spazieggiate per poter giungere alla fine del listello.
Il 6 ha la forma tardiva tonda.

Il Gozzadini spiegava Volnia o Velinia o Velimna
di Catulo Salvio; ma nella persona defunta dobbiamo
riconoscere un uomo e non una donna. Di più è chia-
rissima la lettera -l e non D nell'ultima parola, e
però fuori di dubbio è la lettura Sal%ié. In Velnaè
si deve riconoscere un genitivo maschile e non un no-
minativo femminile; dobbiamo dunque ritenere sot-
tinteso il nominativo mi sudi da cui questo comple-
mento di specificazione, Velnaé Eadleé, dipende. Questa
medesima osservazione estendo ipoteticamente a F.
È noto invece che, in altre iscrizioni dell' Etruria
centrale, è omessa solo la parola sudi (2).

Il prenome Velna ho ritrovato su due ossnarii di
Montepulciano (C. LE, I, n. 747 e n. 749) e su di
un cippo di Orvieto (C. LE., II, n. 5.073); do-
vesi forse riconnettere col nome di Felsina, che, come
pare, mostra di derivare dal gentilizio chiusino Felina
o Felzna? (3). E la forma latinizzata sarebbe, come
nota lo Schulze Volnius, il nome che ricompare
presso un tragico etrusco noto a noi da Varrone (5).

Sal%ié fa sorgere il confronto con due forme che
si notano nella famosa iscrizione di Lemno (6) : Sial%-

(') Op. cit., p. 161, n. 5.

(2) Es. CI. E., I, n. 6. (Fiesole): mi AvileS Apianai;
n. 7 (ivi): mi Vetieéi Velaénaé, ecc., e la stele di Pomarance :
mi Lar&i ASarnieL

(3) Schulze, op. cit., p. 568, 163.

(4) Op. cit., p. 99.

(s) Muller-Deecke, II, p. 293. Manca, come è noto, la vo-
cale o nell'etrusco, onde Volnius presuppone una radice in Vel,
come Volaterrae presuppone Vela&ri.

(°) Si v. da ultimo Nachmanson (Attienisene Mitteilungen,
1908, pp. 47-64, tav. V).

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